Caucaso. Una mostra e un catalogo che documentano le attivita' del contingente italiano nella provincia di Dhi Qar, i progetti di ricostruzione, gli sforzi per combattere l'emergenza sanitaria e le gravi condizioni di vita della popolazione irachena dopo tre anni di devastante conflitto.
Caucaso
Esce in questi giorni in libreria un nuovo volume fotografico pubblicato dalla casa editrice Mazzotta. Si tratta dell’ultimo grande lavoro del fotoreporter Livio Senigalliesi dedicato al Caucaso: alla gente che ci vive e alle loro sofferenze, a un territorio segnato da guerre dimenticate.
Molte fotografie sono state pubblicate sui giornali di tutto il mondo riguardanti la guerra nel Caucaso. Foto di soldati delle varie parti in posa che sparavano colpi a vuoto davanti all’obiettivo dei fotografi. Le foto di Senigalliesi sono diverse.
Sono le foto di chi ha vissuto assieme a queste popolazioni colpite dalla guerra, di un uomo, prima ancora di un fotografo, che ha diviso con loro la paura e la sofferenza di questi anni di sanguinoso conflitto.
Queste immagini sono frammenti di un racconto realizzato negli ultimi due anni, che non ci vuole stupire o impressionare, ma stimolarci alla domanda e ad ampliare i nostri orizzonti avvicinandoci a genti e culture che vivono ai confini dell’Europa. Farci conoscere una realta' antropologica, geografica e politica, segnata da guerre dimenticate, sconosciuta a molti, che non deve essere ignorata.
Il volume rappresenta una delle rarissime testimonianze fotografiche finora pubblicate in Italia di come si vive oggi nelle Repubbliche del Caucaso. I testi sono di: Carlo Gubitosa, autore del volume “Viaggio in Cecenia: la ´guerra sporca` della Russia e la tragedia di un popolo" (Roma, 2004); Igracio Ramonet, Direttore di “Le Monde Diplomatique"; Astrit Dakli, corrispondente da Mosca per il quotidiano il “Manifesto". Completano il volume testimonianze dirette di Livio Senigalliesi e stralci del suo taccuino di viaggio.
Livio Senigalliesi e' appena tornato dall'Iraq dove ha documentato le attivita' del contingente italiano nella provincia di Dhi Qar, i progetti di ricostruzione, gli sforzi per combattere l'emergenza sanitaria e le gravi condizioni di vita della popolazione irachena dopo tre anni di devastante conflitto.
---
Perche' il Caucaso?
Da piu' di venti anni Livio Senigalliesi porta avanti un progetto dedicato ai conflitti e alle drammatiche conseguenze sulla popolazione civile.
Ci sono guerre come quella dei Balcani e del Medioriente costantemente "viste" e seguite attraverso gli schermi televisivi ed i giornali di tutto il mondo. Altri conflitti, come quelli del Caucaso, sono invece dimenticati. Si svolgono a “porte chiuse", lontani dagli occhi indiscreti dei giornalisti.
Le popolazioni civili subiscono indicibili sofferenze ma per loro non ci sono missioni umanitarie e progetti di ricostruzione. Tutto avviene nel piu' totale e colpevole silenzio di quanti sono preposti ad informare e ad operare per la fine di quei conflitti.
La tragedia della Scuola 1 di Beslan, 370 bambini uccisi il primo giorno di scuola nello scontro a fuoco tra guerriglieri ceceni e forze speciali russe, ha acceso in Senigalliesi la voglia di conoscere piu' da vicino quelle repubbliche nate dalla dissoluzione dell’impero sovietico. Cosi' vicine e cosi' lontane.
Nel settembre del 2004, partendo dalle macerie della Scuola 1 di Beslan, Senigalliesi ha iniziato un lungo viaggio che lo ha portato dalle cime innevate del Caucaso alle torbide acque del Mar Caspio attraverso popoli, culture e paesaggi a molti sconosciuti.
Da questo importante lavoro di documentazione ha tratto 50 immagini che danno vita ad una mostra e sono raccolte in un catalogo edito da Mazzotta, con il contributo delle Associazioni 20diPace e DarVoce di Reggio Emilia, accompagnate da testi che consentono una approfondimento ed una risposta alla nostra volonta' di sapere cio' che accade alle porte dell’Europa.
Non dobbiamo sottovalutare infatti che il continuo e proficuo allargamento dei confini della Comunita' Europea portera' molto presto la regione caucasica alle “porte di casa". Una maggiore conoscenza di quei popoli e della situazione geo-strategica di quell’area e' quindi piu' che mai doverosa. Non possiamo dimenticare inoltre quanto sia gia' da oggi essenziale per la nostra economia l’apporto di risorse energetiche (gas e petrolio) che giungono nei nostri paesi grazie all’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyan.
Al di la' delle poche fotografie che ci giungono dalla Cecenia attraverso il circuito internazionale, non abbiamo un immaginario collettivo dei paesi del Caucaso.
Nulla sappiamo di quella miriade di piccole repubbliche dai nomi piu' strani: Cabardino Balkaria, Caracaevo-Circassia, Ossezia, Inguscezia, Dagestan, Azerbaijan, Armenia, Nagorno-Karabakh.
Nulla sappiamo di quei popoli, delle loro antiche tradizioni e dei paesaggi sconfinati che si estendono dal Mar Nero al Mar Caspio.
Una testimonianza visiva che vuole rompere il silenzio, testimoniare e informare.
Come per altri progetti di grande impatto gia' realizzati in passato relativi ad analoghi conflitti, (Balcani, Medioriente, Ruanda) l’autore ha intenzione di portare la mostra sul Caucaso nelle scuole ed avviare una sorta di progetto didattico.
Biografia
Livio Senigalliesi, 50 anni, milanese, inizia la carriera di fotogiornalista nei primi anni ’80 dedicandosi ai grandi temi della realta' italiana, le lotte operaie e studentesche, l’immigrazione, l’emarginazione, i problemi del sud, la lotta alla mafia. Dopo anni di militanza nel collettivo del quotidiano il Manifesto, alla fine degli anni ’80 amplia il raggio delle collaborazioni e rivolge sempre di piu' la sua attenzione all’attualita' internazionale pubblicando ampi reportage sulle maggiori testate nazionali ed estere.
La passione per la fotografia intesa come testimonianza e l'attenzione ai fatti storici di questi ultimi decenni l'hanno portato su fronti caldi come il Medio-Oriente ed il Kurdistan durante la guerra del Golfo, nella Berlino della divisione e della riunificazione, a Mosca durante i giorni del golpe che sancirono la fine dell'Unione Sovietica. Ha seguito tutte la fasi del conflitto nell'ex-Yugoslavia e dalla fine delle ostilita' ha iniziato un ampio lavoro di documentazione sui problemi del dopoguerra.Ha lavorato in Palestina, Cipro, Afghanistan, Iraq, Kashmir, Mozambico, Sudan, Congo, Ruanda, Nord-Uganda e Caucaso producendo servizi di approfondimento sulle fasi della guerra e sulle difficili missioni di pace organizzate dalle Nazioni Unite.
Da alcuni anni porta avanti un progetto dedicato alle vittime civili dei conflitti e collabora con il Photo-desk dell'UNHCR, con l'Ufficio della Cooperazione Italiana e con numerose Ong italiane e straniere.Ha lavorato in qualita' di fotografo di scena sul set del primo film bosniaco del dopoguerra, ''Perfect Circle'', del regista Ademir Kenovic, presentato alla rassegna cinematografica di Cannes del '97.
I drammatici reportage dal Kosovo, frutto di una lunga e rischiosa permanenza nella tormentata regione balcanica, sono valsi all'autore la nomination per il prestigioso ''Bayeux War Corrispondent Award '98''. E' autore di numerosi libri e di una mostra fotografica itinerante dal titolo 'Oltre il muro', 120 immagini dedicate alla memoria dei conflitti conseguenti alla caduta del Muro di Berlino. Di recente pubblicazione: ''Vittime, storie di guerra sul fronte della pace'' con testi di Massimo Nava edito da Fazi-Roma, ''Balcani: la guerra in Europa. Memorie per l'educazione alla pace'' edito da Cesvi-Educational e ''Ruanda: memorie di un genocidio'' i cui proventi sono destinati al sostegno di un gruppo di madri con bambini disabili di Kigali.
Il sito http://www.liviosenigalliesi.com e' stato premiato dalla prestigiosa rivista newyorkese PDN District News per le sue immagini e contenuti. Un'immagine tratta dal reportage sulla lebbra in India e' stata premiata nell’ambito del ''World Health Organization Photo Award 2004'' dedicato alla disabilita'. Nell'estate del 2004 ha svolto un vasto lavoro di documentazione sull'attivita' del Lacor Hospital di Gulu in Nord-Uganda.
Le drammatiche immagini hanno illustrato una pubblicazione finanziata da ECHO dedicata ai problemi sociali e sanitari derivanti da 18 anni di sanguinoso conflitto (http://www.lhospital.org/). Sempre nel 2004 ha prodotto un reportage esclusivo nelle regioni indigene del nord del Guatemala, collaborando con la Fondazione Rigoberta Menchu' Tum e approfondendo le tematiche relative alle violazioni dei diritti umani ed al risarcimento delle vittime indigene uccise durante gli anni della dittatura militare.
Le immagini sono accompagnate da testimonianze inedite e da un'esclusiva intervista con Rigoberta Menchu', Premio Nobel per la Pace e Ambasciatrice delle Nazioni Unite. Nell'autunno del 2004, a seguito del sanguinoso attacco alla Scuola 1 di Beslan, ha iniziato un nuovo progetto di lungo periodo dedicato alle tormentate repubbliche caucasiche.
In programma un libro e una mostra fotografica per raccontare una zona di sanguinosi conflitti dimenticata dai mass-media e dalle organizzazioni umanitarie. Sinergia con altre forme d'arte e cultura: la fotografia ed il teatro. Dal 2000 la mostra fotografica 'Oltre il muro' si e' arricchita della partecipazione del gruppo teatrale Scarlattine http://www.scarlattineteatro.it.
La testimonianza giornalistica attraverso le immagini e' divenuta fonte d'ispirazione per giovani attori che hanno portato in scena le tragedie dei nostri giorni emozionando un largo pubblico di tutte le eta' e partecipando a numerosi spettacoli ed eventi contro la guerra come il Forum Sociale Europeo di Firenze. 'Oltre il muro' mostra-performance teatrale ha vinto il premio della critica al Bassano Opera Festival 2003.Lo spettacolo, presentato a Roma nel dicembre 2004 nelle ambito delle ‘Giornate per la cooperazione italiana allo sviluppo’ organizzate dallo IOM, ha ricevuto l'Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica.
Nell'autunno 2004 la mostra fotografica 'Ruanda: memorie di un genocidio' ha accompagnato lo spettacolo 'Rwanda 1994' nelle principali citta' italiane. Il Goethe Institut di Milano e' sede permanente della mostra fotografica ''Die mauer - Berlin 1989/2004''.
In 20 immagini di grande formato la testimonianza esclusiva di uno dei momenti piu' drammatici della storia contemporanea e le tracce di cio' che resta di quel muro nella Berlino dei nostri giorni. Nel maggio del 2005 e' stato tra i relatori del ciclo di conferenze organizzato dell'Universita' degli Studi di Milano - Bicocca sul tema ''Quale diritto nei conflitti armati?''Nel giugno 2005 e' tornato in Bosnia per documentare il delicato lavoro dell'ICMP - International Commission on Missing Persons - organizzazione che si occupa del recupero e dell'identificazione delle vittime del massacro di Srebrenica.Tra l'autunno del 2005 e la primavera del 2006 ha svolto diversi viaggi nell'area caucasica.
Livio Senigalliesi ha recentemente esposto a: Brescia - Museo Ken Damy di fotografia contemporanea Mantova - Casa del Rigoletto Salerno - Sala della Provincia Sesto San Giovanni - Sala degli Affreschi Villa Visconti d'AragonaNapoli - Maschio AngioinoVerona - Scavi Scaligeri (mostra collettiva) Brescia - Sala Vanvitelli Piazza della Loggia Milano - Centro San Fedele Berlino - Istituto Italiano di Cultura Parigi - Istituto Italiano di Cultura Rovereto - Museo di Arte Moderna e Contemporanea Orvieto - Palazzo dei Sette Milano - Libreria Feltrinelli P.zza PiemonteParigi - Libreria 'La Hune' Milano - Goethe Institut Ferrara - Chiostro di San Paolo Rovereto - Fondazione Campana dei CadutiMarsiglia - Istituto Italiano di Cultura.
Orario: da lunedi' a venerdi' 10-17Gruppi, visite guidate e apertura sabato e domenica, solo su prenotazione. Ingresso gratuito.
Per informazioni:
Assessorato alla Partecipazione, Pace e Cooperazione Internazionale della Provincia di Milano, Te. 02/847477271, http://www.provincia.milano.it/pace/ - pace@provincia.milano.it