L'artista ha realizzato per l’occasione un’inedita videoinstallazione ambientale. Al centro della sua ricerca c’e' il cinema come magazzino di immagini da decostruire, montare e ricontestualizzare per creare nuove combinazioni. I suoi riferimenti sono Non aprite quella porta, Brutti sporchi e cattivi...
Primo Scalo
Primo appuntamento, mercoledi' 11 ottobre alle 18, con la rassegna Primo Scalo, un ciclo di sei mostre personali di giovani artisti d’area ionico-salentina curato da Antonella Marino e promosso dalla Provincia di Taranto nell’ambito del programma d’iniziative del nascente “Arsenale Mediterraneo delle Arti Contemporanee". Ad interagire con il nuovo “spazio giovani" nel suggestivo ex Convento San Michele e' Christian Caliandro. L’artista, nato a Mottola nel ‘79, ha realizzato per l’occasione un’inedita e complessa videoinstallazione ambientale.
Al centro della sua ricerca c’e' il cinema come magazzino di immagini da decostruire, montare e ricontestualizzare per creare nuove combinazioni. Cosi' sulla volta a botte del primo ambiente l’autore mette in scena un intrigante “rispecchiamento". Nella prima proiezione in loop, Leatherface - Faccia di Cuoio, il protagonista di Non aprite quella porta (Tobe Hooper, 1974), insegue il suo remake del 2003, fino a dare l'illusione di una corsa fluida e ininterrotta in un bosco notturno. Nella seconda lo stesso protagonista spia dalle intercapedini del soffitto e delle pareti il suo originale in preda ad una crisi all'interno di una stanza. Come nella commedia di Terenzio che da' il titolo all'opera, Heautontimorumenos, il protagonista risulta cosi' intrappolato in un circolo chiuso, quasi “punitore di se stesso".
Nell’altra sala un monitor presenta invece il video Il fattore Delta, a struttura simmetrica. Al centro vediamo il prologo di Brutti sporchi e cattivi (Ettore Scola 1976), in cui un mostruoso Nino Manfredi conduce un delirante monologo all'interno di un piano-sequenza a 360 gradi, circondato dai membri della sua tribu'. Ai due lati appare la scena iniziale, flippata, de L'Aldila' (Lucio Fulci 1978), un viso sciolto dalla calce viva, che diviene il tema principale. La musica del film horror, ossessivamente ripetuta, fa da contrappunto all'elemento centrale, disegnando una circolarita' che intrappola l'intera opera.
Inaugurazione: mercoledi' 11 ottobre, ore 18
ex Convento San Michele
Via Duomo 276 - Taranto
La mostra rimarra' aperta fino al 30 ottobre ai seguenti orari: feriali 10-12,30;15-19,30. Sabato 10-12,30