Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino
Palermo
piazzetta Antonio Pasqualino, 5 (traversa via Butera)
091 328060 FAX 091 328276
WEB
Melo Minnella
dal 11/10/2006 al 4/11/2006
Dal lunedi al venerdi dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 18.30 (il sabato solo la mattina)

Segnalato da

Eidos (Antonio Saporito)



approfondimenti

Melo Minnella



 
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11/10/2006

Melo Minnella

Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino, Palermo

L’Isola della memoria, riti e lavoro tradizionali in Sicilia. Attraverso 60 immagini fotografiche, la mostra di Minnella celebra il paesaggio, il lavoro e le feste popolari.


comunicato stampa

L’Isola della memoria, riti e lavoro tradizionali in Sicilia

Attraverso 60 immagini di Melo Minnella, la Fondazione Ignazio Buttitta apre gli incontri fotografici sulle forme della religiosita' e del lavoro tradizionali in Sicilia. Dal 12 ottobre al 5 novembre la mostra di Minnella, allestita al Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, celebra il paesaggio, il lavoro e le feste popolari.

Le immagini fotografiche fissano il tempo sottraendo un attimo della quotidianita' alla dissoluzione e consegnandolo alla storia. Nella loro unicita', quella cosa in quel momento, traducono e interpretano la realta' proponendosi come modelli esemplari: un gesto mille volte ripetuto, un abito indossato da tanti e in molte occorrenze, un paesaggio o un volto che lo sguardo puo' credere di riconoscere e ritrovare. Sono motori della memoria come lo sono i suoni, i sapori e gli odori. Nell’ambito delle sue attivita' la Fondazione Ignazio Buttitta, ha scelto di promuovere la conoscenza dell’opera di fotografi siciliani o che della Sicilia hanno fatto teatro del loro operare. In particolare di quanti tra essi hanno prestato particolare attenzione alle forme della religiosita' e del lavoro tradizionali. Saranno cosi' 60 immagini di Melo Minnella, “L’Isola della memoria, riti e lavoro tradizionali in Sicilia", esposte al Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino (piazzetta A. Pasqualino 5 in citta') dal 12 ottobre (inaugurazione ore 18) al 5 novembre a testimoniare uomini intenti al lavoro, volti segnati dalla fatica, scorci di vita rurale, momenti di festa intensamente vissuti che, in rigoroso bianco e nero, esprimono nella loro autenticita' il concetto del lavoro, centro focale del rapporto tra uomo, natura ed infinito. Il lavoro nei campi scandito dai cicli stagionali della natura, lenti ma puntuali, segnano i ritmi dei comportamenti sociali e culturali, assumendo un carattere sacro nelle feste contadine, momenti nei quali natura e fatica vengono celebrati con solennita'.

L’artista dunque e' un artefice della memoria. Osservando le immagini di Minnella, risulta in tutta evidenza che esse vogliono in prima approssimazione essere testimonianza di un mondo, che in parte tende a scomparire e per altra parte e' in via di trasformazione.

“Per questo aspetto dunque siamo debitori a Minnella di una documentazione di momenti della nostra storia, preziosa e irripetibile - sottolinea Antonino Buttitta della Fondazione Ignazio Buttitta - Potremmo allora dire che il bisogno di testimoniare una cultura al tramonto e' stata la ragione prima del lavoro di Minnella. Le sue immagini non si limitano alla sola testimonianza. C’e' qualcosa di piu'. Sullo sfondo non vediamo solo una esigenza documentativa di tratti caratterizzanti una certa cultura; c’e' in piu' il desiderio di intenderne la specificita', di capire per farci capire, di capire per capirsi. Ecco il perche' dell’attenzione per il dettaglio, per la situazione inattesa, per aspetti della realta' piu' imprevedibili, ricercati la dove sono piu' percepibili: nelle modalita' del lavoro e della ritualita'. Una ricerca che ha accompagnato e ha dato senso al suo impegno lungo tutto il corso della sua vita, fin dalla giovinezza".

I ritmi del lavoro e i tempi della festa hanno scandito e organizzato per secoli la vita individuale e sociale della nostra Isola riproponendo ciclicamente riferimenti spazio-temporali certi e riconfermando i valori fondanti. Tutto questo entro un orizzonte pervaso di una sacralita' che ad ogni gesto, parola e segno attribuiva un senso e un destino. Per i nostri nonni, se non per i nostri stessi padri, termini come relax, vacanze, tempo libero erano estranei e privi di significato. Il riposo stesso, piu' che uno stato del corpo era un luogo; il luogo appunto dove si riposava per riprendere le energie necessarie alla ripresa delle attivita'. Tempo di riposo non era neanche quello della festa che, fuori del tempo ordinario, era momento di attivita' altre e speciali, di ostensione di “simboli" che parlavano la lingua degli de'i: soli promotori e garanti della vita, del benessere individuale e sociale. Ieri non era mai festa, ma sempre festa di, la festa del Santo o dei Morti, del battesimo o del matrimonio.

Se e' vero come e' vero che la visione del mondo di una civilta' si codifica nel linguaggio, e attraverso l’analisi di questo si decodifica, non servono ulteriori prove a dimostrare la diversita' di atteggiamento esistenziale tra padri e figli, tra nonni e nipoti. Diversita' che finisce con l’essere incomunicabilita' in assenza di ogni tensione verso la conoscenza del proprio passato, dei suoi stili di vita e del suo sistema di valori altri.

Al di la' dell’interesse scientifico, sicuramente notevole, di fotografie che documentano in maniera puntuale aspetti essenziali della cultura tradizionale siciliana, e' infatti alla evidente volonta' di Minnella di andare oltre lo sguardo, da riferire il coinvolgimento emotivo che le sue immagini riescono a determinare in chi ha occhi per sentire, sentimenti per vedere, in chiunque cioe', voglia cogliere dei gesti e delle voci degli uomini l’essenza, lacerando l’ingannevole tela della loro nuda percezione.

Grande forza quella dei maestri della fotografia: saper ascoltare il silenzio delle cose e sapere volgerne le parole in immagini che raccontano il loro inesauribile segreto. Sta in questo la ragione per la quale Minnella, come tutti i grandi fotografi, preferisce il bianco e nero.

Le immagini fotografiche detengono pero', al pari della parola scritta, un potere e una qualita' tutte peculiari: sono documento e testimonianza, possono restare, essere ri-viste (e riprodotte) all’infinito e, ad ogni visione, suscitare sensazioni e evocare memorie diverse. Per quanto possano essere nitide, chiare, evidenti tutte le immagini sono pertanto rappresentazioni, segni, tracce, ombre che si prestano ad essere riempite di senso.

Catalogo edito da Eidos Palermo e dalla Fondazione Buttitta.

Consulenza tecnica Eidos-Palermo.

Museo Internazionale delle Marionette ''Antonio Pasqualino''
via Butera, 1 - Palermo
Orario: Dal lunedi al venerdi dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 18.30 (il sabato solo la mattina).

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