Fabio Sandri rivitalizza i temi forti del fotogramma - l’impronta e l’ombra, l'accumulo temporale, l’assenza fisica dei corpi - mettendoli alla prova del luogo espositivo, del rilievo architettonico ma anche della presenza oggettuale e della proiezione video.
Mentre la fotografia vira al digitale, puo' avere un senso nuovo l’uso
del “fotogramma", cioe' della tecnica fotografica diretta, che non
passa per la macchina fotografica, che coglie l’impronta diretta
degli oggetti che le si espongono? Fabio Sandri ci prova
rivitalizzando i temi forti del fotogramma - l’impronta e l’ombra,
l’accumulo temporale, l’assenza fisica dei corpi - mettendoli alla
prova del luogo espositivo, del rilievo architettonico, ma anche
della presenza oggettuale e della proiezione video.
Cosi'
l’esposizione comportera' fotogrammi di intere stanze, video che si
fissano durante la loro proiezione sulla carta fotosensibile, nonche'
strani oggetti, “motori", che alludono ad altre dimensioni.
L’essenzialita' della fotografia ridotta a impronta diretta, la
semplicita' di strumenti e cose “precipitati nel tono", si propongono
in Sandri contemporaneamente come analisi linguistica e umore
esistenziale, una problematica “fotosensibilita'" intesa allo stesso
tempo come deposito storico e punto di vista vergine, come
sfondamento e sezione concreta dello spazio, taglio aperto al tempo.
Come scrive l’artista: <<…si tratta di usare quella semplicita' di
mezzi e cose precipitate, come atto di coscienza, come umore, volonta'
realista e di costruzione, il tono come pratica di una possibile
scultura ...>>.
Inaugurazione: sabato 21 ottobre 2006 ore 18.00
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via Zanardi 2/5 - Bologna
apertura al pubblico: dal martedi' al sabato ore 15,00-19,00 o su appuntamento