"In questo nuovo spazio abbiamo iniziato un viaggio attraverso l’opera di artisti italiani e stranieri. Per incominciare abbiamo scelto un maestro come Mario Schifano, che ha saputo tradurre lo spirito del suo tempo e interpretare con forza - e tuttavia garbo - le pulsioni sociali dei nostri giorni" (Lalli Munari). Esposte piu' di 40 opere.
Mostra personale
Anfiteatro Arte regala a Padova una mostra dedicata interamente a Mario Schifano, dopo l’apertura dello spazio, lo scorso luglio.
Un incontro speciale. Una personale che vanta l’esposizione di piu' di 40 opere del geniale estro pittorico di uno dei piu' grandi artisti italiani dei nostri tempi.
“In questo nuovo spazio abbiamo iniziato un viaggio attraverso l’opera di artisti italiani e stranieri. Per incominciare abbiamo scelto un maestro come Mario Schifano, che ha saputo tradurre lo spirito del suo tempo e interpretare con forza -e tuttavia garbo- le pulsioni sociali dei nostri giorni" (Lalli Munari, titolare di A.A.).
Anfiteatro Arte
Cos’e'
Non e' solo una galleria d’arte. Anfiteatro Arte e' un luogo dove l’arte si puo' esprimere e raccontare. Un luogo aperto al mondo, alle citta' che l’ospita e a chiunque abbia voglia di farsi affascinare.
Anfiteatro Arte si propone come spazio sensoriale in cui tutti i progetti sono ospitati con lo scopo di farlo vivere e pulsare in modo continuativo.
A.A. Milano
“Non e' vero che sono brutta. Non e' vero che sopra di me c'e' sempre la nebbia. Non e' vero che sono fredda e penso solo ai soldi. [..] Per chi mi avete preso? Io sono Milano. E sono una bella signora>> (Un giorno a Milano - Raffaella Rietmann, Michele Tranquillini)
Anfiteatro Arte e' situata nel cuore di Milano, in via Anfiteatro 9, a pochi passi da Brera, la zona dove piu' si respira l’arte in Milano; crocevia intellettuale di storia e modernita', ponte commerciale tra i capoluoghi delle province del Nord.
La galleria e' stata allestita nel 1999 e oggi e' gestita direttamente dai proprietari, Lalli e Mattia Munari.
A.A. Padova
Uno spazio bellissimo. Trecento metri quadri di luce in un vecchio laboratorio meccanico al Portello, nel cuore della citta', ristrutturato secondo il concetto degli spazi open che si possono trovare solo a Berlino, New York e Londra, e forse a Parigi e Milano.
All’interno sono stati utilizzati materiali poveri come intonaco, mattone, calcestruzzo, ferro e legno. Il bianco la fa da padrone e tutto nasce con un'unica funzione: quella di dare risalto alle opere e annullare il resto.
Mario Schifano
1934 Nasce a Homs in Libia il 20 settembre
1959 I suoi debutti sono nell'ambito della cultura informale con tele ad alto spessore materico. Con opere di questo genere inaugura la sua prima personale alla Galleria Appia Antica di Roma.
1960 La critica comincia a interessarsi del suo lavoro, in occasione della mostra alla Galleria La Salita. Abbandonata l'esperienza informale, ora dipinge quadri monocromi, grandi carte incollate su tela e ricoperte di un solo colore, tattile, superficiale, sgocciolante. Il dipinto diventa "schermo", punto di partenza, spazio di un evento negato in cui, qualche anno dopo, affioreranno cifre, lettere, frammenti segnici della civilta' consumistica, quali il marchio della Esso e della Coca-Cola.
1962 Negli Stati Uniti conosce da vicino la Pop Art; resta colpito dall'opera di Dine e Kline ed espone alla Sidney Janis Gallery di New York nella mostra The New Realist.
1964 Per la prima volta alla Biennale di Venezia. L'artista opera ora per cicli tematici: i paesaggi anemici, la rivisitazione della storia dell'arte con i lavori dedicati al Futurismo. E’ attratto dalle immagini prelevabili dai mezzi di comunicazione di massa e quindi patrimoni della collettivita'. Si occupano di questa fase del lavoro di Schifano critici attenti, come Maurizio Calvesi, Maurizio Fagiolo e Alberto Boatto, e scrittori illustri, quali Alberto Moravia e Goffredo Parise.
1967 Allo Studio Marconi presenta il lungometraggio Anna Carini vista in agosto dalle farfalle, cui fara' seguito la trilogia di film composta da Satellite, Umano non umano, Trapianto, consunzione e morte di Franco Brocani. Le sue prime esperienze cinematografiche, portate avanti parallelamente a quelle pittoriche, risalgono comunque al 1964 e da queste subito si evince l'attenzione critica che l'artista presta all'ininterrotto flusso di immagini prodotto dalla nostra civilta' tecnologica in cui il reale viene sempre sostituito dal suo "doppio", sia esso fotografico o televisivo o cinematografico.
a. ’70 L’artista comincia a riportare delle isolate immagini televisive direttamente su tela emulsionata, riproponendole con tocchi di colore alla nitro in funzione estraniante. Dapprima attinge moltissimo dal materiale girato per un film mai realizzato Laboratorio umano, poi dal patrimonio d’immagini che quotidianamente trasmettono le nostre stazioni televisive.
a. ‘70/’80 Partecipa a importanti mostre: "Vitalita' del negativo nell'arte italiana 1960-70" e "Contemporanea", entrambe a cura di Achille Bonito Oliva; "Europa/America, l'astrazione determinata 1960-76" alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Bologna; "Arte e critica 1980", a cura di Maurizio Calvesi; "Identite' italienne" a cura di Germano Celant; "Arte italiana nel XX secolo" organizzata dalla Royal Academy di Londra.
1982 e 1984 Alla Biennale di Venezia. L'attenzione per il naturale caratterizza tutta l'attuale ricerca di Schifano: paesaggi, gigli d'acqua, campi di grano, movimenti del mare, distese di sabbia sono ricreati, re-inventati, filtrati attraverso ricordi, pulsioni, sensazioni, affioramenti del profondo, sequenze di immagini veicolate da apparecchi televisivi, dalla pubblicita', dai rotocalchi, e si configurano pertanto come geografie della memoria. Nel 1990 il Palazzo delle Esposizioni di Roma, in occasione della sua riapertura, gli dedica una rassegna intitolata "Divulgare", con opere di grande formato realizzate per l'occasione.
1996 Schifano rende un omaggio alla sua Musa ausiliaria, ovvero alla televisione, intesa quale flusso continuo di immagini in grado di strutturarsi come vera e unica realta' totalizzante della nostra epoca. Se alla fine degli anni Sessanta si limitava a estrapolare dai programmi televisivi dei singoli fotogrammi e a proiettarli decontestualizzati sulla tela, ora, invece, interviene sulle immagini pittoricamente, mutandone ulteriormente il senso. Schifano muore a Roma il 26 gennaio 1998.
(Tratto da: "Mario Schifano per esempio", Ed. Charta 1998)
Il catalogo della mostra “Mario Schifano", con l’intervento introduttivo di Elena Forin, sara' disponibile al pubblico presso la galleria di Padova.
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Inaugurazione: Sabato 28 Ottobre 2006
Anfiteatro Arte
Vicolo Ognissanti 33 - Padova
Orario: Dal martedi' al sabato: 10.30-12.30 e 16.00-19.30. Per il mese di dicembre sono previste aperture serali e su appuntamento.