Museo Nazionale di Palazzo Venezia
Roma
via del Plebiscito, 118
06 699941, 06 6780131
WEB
Antonio Sassone
dal 18/10/2006 al 18/11/2006
10.00 - 19.00, Lunedi' chiuso

Segnalato da

Antonella Stancati



approfondimenti

Antonio Sassone



 
calendario eventi  :: 




18/10/2006

Antonio Sassone

Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Roma

Lo spirito nella materia. In mostra piu' di quaranta opere, tra sculture e pitture.


comunicato stampa

Lo spirito nella materia

Ha scritto Carlo Giulio Argan che “la figura liturgica…" appartiene “ al motivo ideale del genio classico. In termini piu' generali, Michelangiolo non si propone tanto di imitare o emulare l’antico, quanto di trovare la sintesi, la continuita' profonda tra la spiritualita' sublimata dell’antico e la spiritualita' cristiana e medioevale, ben piu' tormentata e drammatica". Credo sia la medesima cosa per Sassone, di cui sono in mostra a Palazzo Venezia piu' di quaranta opere, tra sculture e pitture. Egli cerca la sintesi dell’antico per ridargli fiato e lo fa con una punta di ellenismo, come se guardasse piu' al tempo di Adriano anziche' a quello di Augusto. Ma come sempre accade, e' evidente che tutti guardano alle lontane fonti, a Prassitele, a Lisippo, un po’ meno a Policleto e a Fidia.

Sarebbe interessante discutere opera per opera per capire appieno la maniera artigianale e certosina con cui il nostro scultore si e' applicato nell’eseguirle. Una preparazione paziente, con attenzione a ciascun particolare, una quasi maniacale verifica dei materiali, dei disegni, e dell’insieme. Senza questa passione e senza un raffinato approccio non sarebbero potute nascere opere indimenticabili, per fare soltanto qualche esempio, come La madre del 1938, o El Carretero del 1940, La Hilandera, sempre del 1940, El Poeta, del 1942, El Sembrador del 1953, Piedad del 1948, Testa di Beethoven realizzata tra lo stesso anno e quello successivo, poi, a seguire, La Voz en el Deserto, Los Apostoles, Testa di Gesu', Canto a la libertad, El Genio (testa di Leonardo), La Noche. Dopo di cio', appunto con Spartaco, lo scultore e' come se ricevesse uno scossone, rimpasta i propri principi estetici, si rifa' dapprima alla Pieta' Rondanini e poi guarda a Giacometti, a Moore, a Picasso. Basti dare uno sguardo a Desolation, del 1968, per rendersi conto della svolta, ancora piu' clamorosa se si pensa che Sassone, al fondo di ogni scultura, non tradisce l’essenzialita' e la narrativita' che da sempre in lui covava, non disgiunta da una certa liricita' che spesso aveva reso alcune espressioni degli elementi della sua scultura tendenzialmente portati al “volo".

Arriva sempre un momento, in ogni vita d’artista, in cui si ha un urgente bisogno di sperimentare, di abbandonare la vecchia strada per percorrerne un’altra, con tutti i rischi che si possono presentare. Se cosi' non fosse ci sarebbe un rischio peggiore, quello di attorcigliarsi su se stessi, di imitare le proprie creature partorite all’inizio.
Magari si puo' anche tornare indietro, dopo, ma bisogna scendere nella lizza, affrontare i modelli nuovi per scrollarsi di dosso quel poco di muffa e di stantio che accompagna ogni percorso portato avanti per decenni. Sassone ebbe questo coraggio e si getto' nella mischia, con animo rinnovato, con la sua proverbiale passione, ma anche con la sua altrettanto proverbiale cautela, con prudenza. Riusci' ad appropriarsi dei fermenti che vagavano nell’aria, a comprendere le rivoluzioni in atto, ma si rese conto che molti bleffavano, che le avanguardie spesso sono soltanto pretesti per farsi ascoltare, per imporsi. Cosi' si abbevero' al nuovo e se ne ritrasse, come chi si rende conto che la scultura e la pittura sono ragioni di vita e non ingannevoli favole inventate per giochi perversi. Egli dimostra di sapersi tenere dentro l’attualita' senza esserne travolto. Anzi, l’attualita' la interpreta, con dovizia di particolari, con un sensualismo ritrovato e arioso, con una chiarezza di idee che non sempre sono elementi riscontrabili nei giovani scultori o pittori. Segno che Antonio Sassone aveva dentro di se' il demone della creazione fuori da qualsiasi schema, da qualsiasi avventura che gli si prospettava…(D.M.)

La mostra e' promossa dal Comune di Amendolara (CS), citta' natale dell’artista, dall’Ambasciata Argentina in Italia e dalla Famiglia.

Bio:

-Nasce ad Amendolara (CS) nel 1906, muore a Buenos Aires nel 1983

-Nel 1935 si laurea alla Scuola Superiore delle Belle Arti della nazione Argentina, medaglia d’oro al Concorso Universitario

-Professore universitario di Storia dell’Arte, Anatomia Artistica, Morfologia, Scultura, Disegno e Composizione

-Nella Repubblica Argentina, dove risiede dal 1923, ottiene tutti i premi: Nazionali, Provinciali e Municipali

- Espone in numerose personali nel Nord e Sud America ed in Europa, rappresentando l’Arte Argentina nelle Biennali di Venezia (1952), di Barcellona (1956) e di La Habana (1957)

-Le sue opere figurano in piazze, musei e collezioni private di: Argentina, Venezuela, Nicaragua, Peru', Stati Uniti, Italia, Israele, India, Francia, Repubblica di San Marino

Info:
Ufficio Stampa della Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano
Antonella Stancati, Anna Valerio
Tel. 06/ 69994226
anstancati@tiscali.it
annaloreta.valerio@beniculturali.it

Catalogo: Gratuito (a disposizione in mostra)

Palazzo Venezia (Antico Refettorio)
Via del Plebiscito, 118
Orario: 10.00 - 19.00, Lunedi' chiuso
Ingresso gratuito

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