A conclusione della prima stagione espositiva la galleria presenta i lavori di tre artisti - nati nella stessa generazione ma provenienti da esperienze e formazioni diverse - che pur tecnicamente e stilisticamente distanti tra loro sono accomunati da uno stesso interesse e passione per il mondo animale da cui hanno tratto spunto per il repertorio di immagini immortalato nelle loro opere.
A conclusione della prima stagione espositiva la galleria presenterà i lavori di tre artisti - nati nella stessa generazione ma provenienti da esperienze e formazioni diverse - che pur tecnicamente e stilisticamente distanti tra loro sono accomunati da uno stesso interesse e passione per il mondo animale da cui hanno tratto spunto per il repertorio di immagini immortalato nelle loro opere.
Dopo aver a lungo lavorato con il disegno e con l'incisione per catturare comportamenti gesti e sguardi di docili bestie colte nel loro habitat naturale, Jessica Carroll, (nata a Roma nel 1961), si è in seguito concentrata nella realizzazione di sculture in marmo e in bronzo di piccole dimensioni in cui quelli stessi soggetti animali divenivano alle volte anche oggetti sonori.
Con i lavori realizzati per questa mostra - grandi disegni fatti con il pongo su una lievissima traccia a matita che si presentano come bassorilievi - la Carroll riassume stilisticamente ma con fare ludico un suo percorso di ricerca tecnica. In questi "ritratti di sculture" gli oggetti e gli animali rappresentati assumono un ruolo più marginale ma in essi l'artista concentra il proprio interesse sul rapporto fisico con la materia, trattata in modo più istintivo e animalesco, come a volerne trarre una sorta di forza biologica.
Amelia Gatacre (nata a Londra nel 1960) usa diversi materiali - fotografia, ceramica, tessuti - per esplorare il rapporto uomo/animale.
Con il lavoro che presenta in questa mostra esamina, da un punto di vista tipicamente inglese, la tendenza al sentimentalismo o ad identificarsi con gli animali. Il risultato è contemporaneamente buffo e a volte inquietante.
Nella serie delle piccole sculture dipinte, il ruolo dell'uomo e dell'animale diventa intercambiabile.
Una donna culla il suo cane come un figlio e un'altra facendo finta di essere un cane capovolge l'antropomorfismo.
Vecchie fotografie trovate sulle bancarelle di Portobello nell'arco di vari anni, sono state riunite per creare un malinconico panorama di persone in compagnia dei loro animali.
Le sculture di cani più grandi suggeriscono che anche qualcosa che assomiglia solo remotamente all' "animale" susciti una sensazione di empatia.
Un piccolo autoritratto mostra l'artista con il suo pappagallo Hardy.
Andrea Marescalchi, (che è nato a Roma nel 1954 ed è stato assistente di Alighiero Boetti e Sol Lewitt), presenterà infine una serie di disegni di piccole e medie dimensioni - realizzati con acquerelli e inchiostri su carta - che ritraggono bestie dall'aria misteriosa e alle volte feroce, come babbuini orsi allocchi o pantere.
Per restituirci l'anima della bestia ritratta, Marescalchi usa colori forti ed accesi unicamente per alcuni particolari del muso - come l'iride giallo di un allocco o il rosso sangue della lingua di una pantera - che risaltano con forza espressiva su una base di toni tenui, dal nero al beige dal grigio al bianco.
Ma per attrarci ancor più nel misterioso universo pittorico popolato dalle sue belve inserisce regolarmente un elemento estraneo al soggetto, dal significato forse esoterico o magico, come il cerchio concentrico formato da numeri rossi di varia grandezza che sembra girare a vortice nelle fauci di un orso.
ORARI
dal lunedì al venerdì dalle 11h alle 13h e dalle 16 alle 19h30
sabato per appuntamento
9, VIA DELLA VETRINA
CONTEMPORANEA
via Vetrina, 9
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