Torte nuziali farcite di lamette, scarpette da bambina con chiodino, coltelli sospesi sulla foto di due bimbe in Plaza de Mayo, gonne di filo spinato, una fila di seggioline deserte. Le opere dell'artista nascono da una riflessione sulle ferite che ci portiamo dietro dall'infanzia.
Plaza de Mayo
Seconda mostra della Galleria Traghetto a Roma: torte nuziali farcite di lamette,
tenere scarpette da bambina con chiodino, coltelli sospesi sulla foto di due bimbe
in Plaza de Mayo, gonne di filo spinato, una fila di seggioline deserte. Le opere di
Silvia Levenson nascono da una riflessione sulle ferite che ci portiamo dietro
dall'infanzia, mettono il dito sulle piccole crudelta' che costellano la nostra vita
di tutti i giorni, mostrano come normalissimi oggetti d'uso comune si possano
trasformare in armi letali. La pasta di vetro con cui crea i suoi oggetti e' quanto
piu' lontano dall'idea di cristallo lucido e liscio: e' una splendida materia opaca,
fredda, fragile, tagliente e ruvida, che si presta alla perfezione a evocare con
forza e distacco quel senso di quotidiana inquietudine e incertezza che ci spinge a
infilare vestiti come corazze, per affrontare il mondo ogni mattina. Discendente da
una famiglia di ebrei scampati ai pogrom russi del 1904, lei stessa a sua volta in
fuga dall'Argentina di Videla, Silvia Levenson scruta la crudele arena domestica
con un invidiabile black humor da sopravissuta.
Nata a Buenos Aires, Argentina, nel 1957. Dal 1981 vive e lavora in Italia. Tra le
sue mostre piu' recenti ricordiamo le personali da Arthobler, Oporto, Portogallo,
alla Galleria Caterina Tognon di Venezia e al Museo Corning (USA). E' presente con
regolarita' nelle piu' importanti fiere d'arte contemporanea internazionali.
Inaugurazione: 23 novembre 2006, ore 18.00
Galleria Traghetto
Viale Regina Margherita 158 - Roma
Orario: dal martedi' al sabato dalle 15.00 alle 19.00, o per appuntamento