Danzando attorno all'Uno. L’artista presenta una originale installazione composta da 32 pezzi ispirati ai quattro elementi Fuoco, Terra, Aria e Acqua, e da una parte centrale costituita da un labirinto di colori intensi, fluorescenti e rifrangenti.
Danzando attorno all’uno
Presentazione di Donatella Airoldi
L’artista presenta una originale installazione composta da 32 pezzi ispirati ai quattro elementi Fuoco, Terra, Aria e Acqua e da un pezzo centrale costituito da un labirinto da lei definito “facile, perche' se ti arrendi seguire la Via e' facile"’. Colori intensi e a volte quasi incendiati, fluorescenti e rifrangenti, visibili anche in negativo con la lampada di Wood, in un insieme allegorico di misticismo e insieme di Vita.
‘Danzando attorno all’Uno’
“Ho fatto questo quadro ascoltando musica Sufi, studiando la Kabbalah e leggendo i' ‘Vangeli per guarire’ di Jodorowsky. Quando ero stanca riprendevo energia con la meditazione dei Chakra ed usavo le Quintessenze di AuraSoma per ispirarmi. La divisione dei 32 pezzi nei quattro elementi: Fuoco, Terra, Aria e Acqua e' in armonia con il mio studio dell’Astrologia e la parte centrale e' un Labirinto, facile, perche' se ti arrendi seguire la Via e' facile. Questo e' il mio Canto di Interconnessione per celebrare la Vita e l’Amore" LeoNilde Carabba
Donatella Airoldi
LeoNilde Carabba, un’artista tra Oriente e Occidente
Gli antichi filosofi greci, attirati dal mistero della composizione intima della materia e delle sue trasformazioni, fondarono fin dal VII sec. a.c. la filosofia chimica ammettendo via via alcuni principi: in natura nulla di crea e nulla si distrugge (Talete di Mileto), la struttura della materia e' in continuo movimento (Democrito), la nozione di elemento (Empedocle/Aristotele), la materia primitiva e' dotata di 4 qualita' fondamentali: il secco, l’umido, il freddo, il caldo.
… L’aria, l’acqua, la terra, il fuoco, al di la' della indubbia scelta assunziale, sono protagonisti istintuali delle opere di LeoNilde Carabba, potenze vitali allo stato puro che hanno trovato nelle sue opere una possibilita' d’espressione e di coagulo fino a dare corpo a un’immaterilita' energetica vestita di colore.
Spostare il baricentro di cosmiche reazioni per salvare le esistenze attaccate alla terra che gira inconsapevolmente intorno a se stessa e guarda distratta le vie luminose vicine. Il fruitore si sente osservatore partecipe di questo mondo che l’artista ha per un istante fermato per imprimere sulla tela un movimento profondo, un abisso di buio, visioni di universalita' e immensita', con schermi di luce propria che interagiscono mutevolmente e attendono scatti di luminosita' fluorescente per potersi rigenerare.
LeoNilde Carabba potrebbe interpretare una filosofia chimica che travalica il tempo e lo spazio e forse per questo include nel proprio operare i quattro elementi fondamentali. Sono assorbimenti di colori, indecisioni vitali che prendono il sopravvento per introdursi in diagonali ordinate di tessere significanti o in circuiti labirintici dalla sempre certa via d’uscita. E’ un’artista, LeoNilde Carabba, che ha impegnato la propria esistenza in considerazioni terrene che si confrontano con comportamenti e componimenti etico/filosofici. Dagli anni sessanta lavora inglobando nei suoi quadri una dimensione pittorica astratta in cui i colori sciolti come polveri incantano e rincorrono il senso profondo dell’essere.
La pittura e' una passione intensa che danna ed esalta la vita, Carabba vi si immerge come in una catarsi da teatro tragico greco ed esprime potenzialita' cosmiche in sequenze pittoriche che avvolgono e travolgono. Il fruitore tende a scomparire magicamente nel buio della sala, a essere sommerso da visioni notturne attraversate da impercettibili luci gialloidi che rimangono intrise negli occhi e che restituiscono una dimensione quasi extrasensoriale.
Attenzione, precisione, solidita' e immaterialita' sono le componenti guida delle sue opere che compiendosi, non solo sperimentano una forte tensione emotiva, ma permettono di rintracciare una sorta di soluzione all’enigma esistenziale che ci si pone di fronte, criptico o semplicemente e comunque da scoprire.
Opere spazianti che aprono elementi naturali e li trasformano in dinamiche vitali, in turbinii di venti nordici che accolgono ogni cosa e la trasportano con se'. Visioni riprese da diverse altitudini s’infrangono su mari ghiacciati e esplosioni di suoni acuti vengono trattenute nel silenzio vocale per permettere a composizioni alchemiche di trovare la giusta soluzione alcalina, l’energia che permette il movimento. Cercare di scoprire quali formule utilizza e' difficile saperlo, e' come un magma che non conosce leggi ed imbrigliamenti, ma traduce materialmente dei componimenti astrali per i quali e' interprete e segreta traduttrice di linguaggi a noi sconosciuti.
Scorre i colori, organizza il quadro con strisce adesive, controlla la soluzione acquosa, determina la temperatura e agisce sulla tela. La sorveglia nel sonno. Le soluzioni composte non accompagnano solo la matematica ma l’esistenza. I colori sono gialli accesi, verdi, rossi, arancioni, e il blu notte, materializzati con le polveri del sole. Possiamo immaginare queste opere collocate nell’immenso Oriente immerso nel fiume di colori degli abiti delle donne che si adagiano e s’intingono nel Sacro Fiume. L’Occidente e' assorbito, trasformato, spianato dai ricordi di un’America lontana, lasciata negli anni ottanta, oltre l’Oceano e con l’orizzonte ormai in chiaroscuro.
Le donne lasciano spesso i loro difficili riconoscimenti e intraprendono viaggi per ricominciare da un ‘a capo’ senza limiti e senza storie che si portano in valigie lasciate alla stazione. E’ questo che le arricchisce, saper lasciare la materialita' delle cose, a volte il tutto, per ricostruire altrove. Forse il dominus nascosto nelle trame dei suoi lavori e' poter ritrovare la luce nei colori e risolverli in sostanze tangibili.
Quadri pennellati di materia che vibra in nervi ottici accesi e seduce ciascuna intelligenza raffinata. Il passaggio potrebbe essere silente, senza voci alcune, basterebbe lo sguardo per percepire l’immensita'. Un essere digiuno o affamato d’infinito potrebbe scoprire di essere l’interlocutore principe, un fortunato e unico intermediario scelto per comunicare col Tutto. Le opere di Carabba trasportano lo spettatore in compensazioni siderali dove il passaggio metacomunicativo e' senza peso corporeo. La proiezione prospettica travalica le leggi degli spazi considerati e ingarbuglia la lucidita' dei luoghi architettonici in fibre luminose. C’e' un ordine nascosto nella successione delle tessere che gravitano attorno al grande centro motore, punto di partenza e arrivo, dove i segni sono ribellamente liberi nel rigore di una composizione decisamente progettata.
Danzando attorno all’uno, sciogliere le chiome e indugiare silenti attendendo che Giove e Giunone trovino un accordo trionfale per potersi sedere al bacco festeggiamento con crateri riempiti di fluidi giocondi. La lentezza e l’assaporamento crescente nel percepire colori sintonici che chiamano vittoria della propria specie asseta bramosie insolite spezzando forme di dna divini imprigionati in maglie verticali con circolari percorsi che hanno chiusure a clip con murature cementate in una solida sequenza terrena per le quali c’e' sempre una via sotterranea. Senza fine e comunque le sue opere dismettono armamenti che non hanno giustificazioni e ascoltano la bellezza e il profumo di corpi astratti naturali e nudi che non vogliono piu' offuscarsi. Forza e costanza di segni che mescolano esistenze frenetiche con campi di assoluto silenzio fino a diventarne orme emblematiche e identificatorie. Come le incontaminazioni terrene, o il silenzio, o la musica, o l’astrologia che sempre sono da lei spinti ad adagiarsi appassionatamente nella tela per restarvi per sempre amanti.
Inaugurazione: martedi' 28 novembre 2006 alle ore 18,00
Quintocortile
viale Col di Lana 8 - Milano
Orario: Martedi'-venerdi' dalle 17,30 alle 19,30