Bucolica. L'artista usa il supporto fotografico e lo manipola come se si trovasse in presenza di una tela bianca, ricostruendo ombre e luci, con gli strumenti classici della pittura.
Bucolica
A cura di Duccio Trombadori
Bucolica, a cura di Duccio Trombadori e' una dimostrazione di come una giovane artista Cleonice Gioia, affronti una tematica all'apparenza banale, ma che in realta' ha interessato artisti di tutti i tempi.
Prendiamo ad esempio un genio come Van Gogh, ci riferiamo ovviamente al primo Vincent, quello degli aratri e dei campi arati, ma anche al suo ultimo capolavoro ''campo di grano con corvi'', testamento , presagio, anteprima di una morte annunciata.
E' chiaro che qui Cleonice Gioia non fa riferimento a nessuno, ma si serve di fondali e scenografie naturali, e come in un film ritrare se stessa vestita da vaccara(cowgirl), alla stregua di tante ragazze del Wyoming, compiendo con questa scelta una doppia operazione: prima quella dell'autoritratto poi la ripresa ironica sull'uso degli strumenti comuni a tutti i pittori da cavalletto o ''en plain air''.
Per Gioia le centinaia di foto che scatta o che fa scattare, sono solo un pretesto per mischiare le carte.
L'artista usa il supporto fotografico e lo manipola come se si trovasse in presenza di una tela bianca, ricostruendo ombre e luci, con gli strumenti classici della pittura, per Gioia cio' che conta e' il risultato finale di una operazione complessa, sul funzionamento delle ''protesi'' da assemblare e' evidente che tutta la sua ricerca e' frutto di un'infinita' di ''imput'' recepiti durante la frequenza continua di uno studio, ordinato e spigoloso, disordinato e' difficile come quello di Enrico Manera, sperimentatore di idee e sogni tramandatigli dai suoi predecessori.
Lo stesso Manera partecipa al ''viaggio'' un po' come Virgilio nell'inferno di Dante, divertendosi a girare un video e compiendo con cio' un ulteriore atto di suggello a tutta l'opera-azione.
Manera, sa che per pareggiare i conti nell'uso e nell'orchestrazione degli strumenti, l'elemento cinematografico in questo ambito, assume un' importanza strategica; per tanto se ne avvale con lo stesso spirito dinamico di sempre.
Il risultato finale oltre che nuovo, dimostra di essere sorprendentemente affascinante, come del resto ci si deve aspettare, da chi fa dell'arte non solo un semplice ''divertissement'' decorativo o accademico, ma una ragione di vita, di ricerca, di scoperta, di gioco, di mirabilia.
La mostra oltre la curatela di Duccio Trombadori, e organizzata da Nocento Eventi Speciali, sotto la direzione della Dottoressa Patrizia Bondi, e' Patrocinata dal Comune di Ravenna, dalla Provincia e dalla Regione Emilia Romagna.
Nell'immagine la Sala dei Mosaici
Palazzo dei Mosaici
Via IX Febbraio 1 - Ravenna