Sergio Frau
Giovanni Manca
Francesco Cubeddu
Marcello Farris
Mario Garbati
Gian Mario Marras
Laura Montelli
Franco Stefano Ruiu
La mostra ripercorre i contenuti del successo editoriale "Le Colonne d’Ercole, un’inchiesta" di Sergio Frau. Una lettura iconografica dell’isola e' offerta dalle fotografie scattate da Francesco Cubeddu, Marcello Farris, Mario Garbati, Gian Mario Marras, Franco Stefano Ruiu e dai montaggi virtuali di Laura Montelli.
Al di la' delle "prime" Colonne d'Ercole...
A cura di Sergio Frau & Giovanni Manca
Sono sempre state laggiu', a Gibilterra, le Colonne d'Ercole? Erano proprio li' sin
quando Pindaro ne parlo' per la prima volta nel 476 a.C.? Non e' piu' probabile, che
un tempo - prima che Alessandro facesse grande il mondo e che, poi, Alessandria, con
la sua Biblioteca, ne ridisegnasse le mappe - quelle Colonne fossero invece al
Canale di Sicilia? C’era - come Platone affermava - un’isola al di la' di quella
frontiera di mare infido e assassino che Sabatino Moscati segnalava come vera
"Cortina di Ferro dell'Antichita'" - reale spartiacque mediterraneo tra il mondo
greco e quello fenicio?
Questa, in sintesi, l’ipotesi di ricerca sviluppata con passione e dovizia dalla
teoria geo-storica del giornalista Sergio Frau. La mostra ripercorre i contenuti del
successo editoriale “Le Colonne d’Ercole, un’inchiesta", libro che, fin dalla sua
pubblicazione nel 2002, ha suscitato un approfondito e appassionato dibattito tra
gli studiosi della prima storia del Mediterraneo. Il libro ha poi dato origine alla
mostra Atlantika': Sardegna, Isola Mito, curata dallo stesso Sergio Frau e da
Giovanni Manca, presentata a Parigi, presso la sede dell’Unesco nel 2005, nei mesi
scorsi all'Accademia dei Lincei di Roma e, oggi, presso il Museo Regionale di
Scienze Naturali di Torino, con aggiunte ed integrazioni che tengono conto dei nuovi
contributi e delle nuove conferme. Un “cantiere-mostra" che si presenta questa volta
ancor piu' ricco di occasioni di dibattito.
Per ragionare e confrontarsi sugli indizi, le prove e la teoria presentata da Sergio
Frau, e' stata messa a punto una prestigiosa tavola rotonda (a ingresso libero)
proprio in occasione dell’inaugurazione del 1' dicembre, a partire dalle ore 17,
alla presenza di Sergio Frau, di Dario Seglie, direttore del Museo Civico di
antropologia e archeologia di Pinerolo e di Francesco Sedda, semiologo all’
Universita' La Sapienza di Roma. Coordina il giornalista Rai Maurizio Menicucci.
Atlantika'- come il suo tema portante - e' itinerante. Prima dell’esposizione
torinese, e' stata ospitata a Parigi dall’Unesco e dall'Accademia dei Lincei di Roma,
e oggi giunge nel capoluogo piemontese - citta' che ben conosce la complessita' degli
studi su oggetti antichi (basti pensare al Museo Egizio o alla Sindone - solo per
citarne alcuni).
Atlantika' propone una straordinaria lettura iconografica dell’ Isola-Mito
attraverso le suggestive fotografie scattate da Francesco Cubeddu, Marcello Farris,
Mario Garbati, Gian Mario Marras, Franco Stefano Ruiu e i montaggi virtuali di
Laura Montelli. Le immagini sono supportate da una importante e inedita sezione
cartografica, da pannelli didascalici e riproduzioni di particolari di opere
scultoree e pittoriche che identificano il mitico confine del mondo antico e il suo
ritorno alla posizione originale, presso il Canale di Sicilia, la' dove Sicilia e
Tunisia quasi si toccavano. Tale confine, in seguito al progresso delle conoscenze
geografiche dovuto all’alessandrino Eratostene fu “spostato" a Gibilterra, in epoca
ellenistica (200 a.C.). Con il trasferimento dei confini del mondo sull’Oceano
Atlantico di oggi, anche la mitica Isola di Atlante - la cui potente e temuta
civilta', venne ferita a morte da un misterioso cataclisma, noto a tutte le antiche
civilta' mediterranee - si trasformo' in qualche cosa di vago, leggendario e
introvabile: l'Atlantide delle mille fantasticherie!
Ma partendo dalle ipotesi iniziali di Frau - ormai trasformate in tesi anche da
numerosi tra i piu' autorevoli accademici - tornano credibili le parole degli
antichi: Omero, Platone, Ramses III solo per citare i principali. Questi
“testimoni" ci narrano concordemente che nel Mediterraneo d'Occidente c’era un’isola
strabiliante, dall’eterna primavera, ricca di metalli di ogni tipo, dove i vecchi
vivevano felici fino a quando non si stancavano della vita, abitata da genti potenti
e temute, navigatori e guerrieri formidabili tanto da essere capaci di sfidare
l’Egitto del XII secolo a.C. Quell'isola favolosa oltre le Colonne d’Ercole -
l'Isola di Atlante al Tramonto, simmetrica alla Roccia di Prometeo: il Caucaso
dell'Alba - fu poi sconvolta da un terribile schiaffo marino di Poseidone che
abbatte' migliaia di torri e seppelli' nel fango intere citta', costringendo i
superstiti a emigrare verso nuove terre per costituire nuove civilta'.
Quell'Isola Mito degli Antichi e' ora identificabile nella Sardegna?
L’attuale mostra ci rivela quanto di favoloso e di misterioso - compresa la
drammatica fine della sua civilta' piu' antica - sia effettivamente rintracciabile
nella storia, nella cultura, nella natura e nelle lingue della Sardegna, che ben
merito' l’appellativo di “Piccolo Continente".
L’esposizione torinese e' affiancata da tre altre sezioni, presentate qui per la
prima volta, che intendono illustrare al pubblico la complessita' ed il fascino delle
grandi tradizioni della Sardegna.
Nella prima sezione e seconda sezione, entrambe curate direttamente da Kinthales,
sono esposte alcune delle espressioni piu' significative della produzione artistica
popolare sarda, capace di trasformare in arte oggetti quotidiani come il pane ed i
vestiti. I pani, provenienti dallo stesso Museo del Pane Rituale di Borore offrono
una panoramica dei diversi tipi realizzati per marcare il ciclo del tempo e delle
tappe di passaggio della vita dell’uomo: la nascita (pani dell’infanzia), il
matrimonio (pani dei fidanzati e degli sposi) e la morte (pani per la ricorrenza dei
morti). Nell’altra sezione sono esposti i costumi sardi, con il loro trionfo di
forme e colori. Questi costumi, provenienti dalle zone interne della Sardegna, non
sono solo espressione di abilita' tecnica e di utilizzo di preziosi materiali
(stoffe, gioielli, tinte naturali) ma racchiudono un insieme di significati e
interrogativi di complessa decodificazione attinenti alla simbologia e alla
ricchezza antropologica di un popolo che affonda le sue radici nei millenni.
Infine, il Museo Regionale di Scienze Naturali cura una terza sezione, con una
selezione di reperti storici e scientifici provenienti dall’isola, che mostrano le
peculiarita' naturalistiche di una terra in costante divenire. La Sardegna infatti,
da un punto di vista geologico, inizio' a separarsi dalla penisola iberica con
l’Oligocene - da 34 a 24 milioni di anni fa. Tale spostamento, tenendo a lungo
separato il “Piccolo Continente" dal resto delle terre emerse europee, ha permesso
la conservazione di alcune rare specie endemiche e subendemiche. Questa peculiarita',
assieme con l’incredibile ricchezza culturale, archeologica ed etnologica propria
della Sardegna, non sfuggi' agli insigni naturalisti del XIX secolo, che
incrementarono le collezioni di svariati musei europei e scrissero notevoli
contributi sulla flora, sulla fauna e sulla geologia dell’isola. Tra i personaggi
di spicco del mondo scientifico piemontese che ebbero maggiori legami con la
Sardegna, si ricordano fra tutti Alberto Ferrero della Marmora, Giuseppe Giacinto
Moris e Giuseppe Gene' che arricchirono le collezioni dei musei universitari
torinesi con numerosi reperti provenienti dai loro viaggi nell’isola. A questi
antichi esemplari se ne aggiunsero molti altri frutto delle diverse acquisizioni
operate dal Museo Regionale di Scienze Naturali nel corso degli anni. Nell’ambito di
questa esposizione viene presentato parte di questo patrimonio, con campioni scelti
tra quelli piu' rari e interessanti, quali l’aquila del Bonelli (Hieraeetus
fasciatus), la pratolina delle scogliere (Bellium crossifolium), le anglesiti e le
fosgeniti dell’Iglesiente.
Programma della mostra-convegno:
Ore 15,00 Preview giornalisti
Ore 17.00 Saluti Autorita'
Assessore alla cultura della Regione Piemonte : Gianni Oliva
Assessore alla cultura della Regione Sardegna : Elisabetta Pilia
Sindaco di Torino : Sergio Chiamparino
Assessore alla cultura Citta' di Torino : Fiorenzo Alfieri
Presidente del Associazione dei Sardi Kinthales : Piero Ausonio Bianco
Coordina: Maurizio Menicucci
Ore 17.30 Interventi della tavola rotonda
Dario Seglie, direttore Museo Civico di antropologia e archeologia di Pinerolo
Francesco Sedda, semiologo, Universita' La Sapienza di Roma
Sergio Frau, inviato culturale di “Repubblica", autore del libro “Le Colonne
d’Ercole, un’inchiesta" e Francesco Cubeddu, premio nazionale di fotografia aerea
presenteranno la nuova teoria e le immagini segrete dal cielo del Sinis: una
ricognizione aerea dei Nuraghes nel fango (i “Giganti abbattuti").
A seguire: proiezione del filmato “Due Colonne in video". Ovvero: il volo di
Atlantika'. Dall’aeroporto di Cagliari/Elmas all’Accademia dei Lincei. Passando da
Milis e dalla Parigi dell’Unesco...
19.00 Inaugurazione della Mostra con il M' Andrea Pisu e le sue launeddas.
Segue rinfresco
Per approfondimenti e documentazione fotografica: http://www.colonnedercole.it
Comunicazione:
Studio Vassallo, Torino.
Monica Mantelli
E-mail: mantelli.monica@virgilio.it
Inaugurazione: venerdi' 1 dicembre 2006
Museo Regionale di Scienze Naturali
via Giolitti 36 - Torino
Orari: ore 10 - 19. Chiuso il martedi'.
Ingresso libero.