Karin Andersen
Grazia Mazzarello
Vittorio Valente
Antoni Marques
Grazia Mazzarello
Paolo L. Parisi
Massimo Festi
15 artisti trasformano la galleria nella location di un film di fantascienza. Installazioni, fotografie, oggetti di design di Gaia Intaglietta, Pierpaolo Koss, Patrizia Prisco, Karin Andersen, Damian A. Pissarra Da Fonseca etc.
Collettiva
2046 una data, un tempo, una meta, una memoria, per qualcuno uno spazio reale, per altri mentale, e probabilmente per certi il nulla. Un luogo vissuto di un futuro -non troppo lontano- ospita ricordi immaginati.
Quindici artisti chiamati a realizzare un “quadro" che fa pensare piu' ad una location di un film di fantascienza che ad una galleria d’arte. Non troppo distante, pero', da quella che potrebbe diventare la casa di un futuro prossimo.
Andersen, Bonomi, Bortolin, Fazz, Festi, Gilardi, Intaglietta, Koss, Marque's, Mazzarello, Parisi, Pissarra da Fonseca, Prisco, Valente (+ Furniture of mind).
Le installazioni occupano una parte importante della mostra:
“Digital embrace" di Gaia Intaglietta proietta sul bianco di un letto disfatto un pallido riflesso di due sagome trasformate in schede madri, disegnando una procreazione digitale come unica possibilita' del futuro.
Uno specchio rotondo,.un disco di vetro sospeso, un soldatino ....con fucile in attacco, e' “Soldier star" di Pierpaolo Koss, sospeso nel vuoto infinito, riflesso nella sua stessa immagine.
Nell’ironica interpretazione dell’evoluzione dell’innaturale, espressa da Corrado Bonomi ben si celano e si mimetizzano i concettuali ritagli di spiaggia e frutta in poliuretano espanso di Piero Gilardi.
Cibi-fotogramma in “conserva" -sintesi della loro stessa immagine- sono proposti dalla fotografa Patrizia Prisco una foto-installazione dove e' proprio l’organico, paradossalmente, a farsi custode di se'.
I personaggi teriomorfi in mutazione di Karin Andersen evocano confini aperti dove l’alieno e l’umano si fondono nel dialogo dell’inscindibile legame tra corpo e biosfera.
Damian A. Pissarra Da Fonseca costruisce possibili citta' del futuro.
Oggetti design, le opere di Grazia Mazzarello, Vittorio Valente, Antoni Marque's e Fazz.
Grazia Mazzarello in “Hongkong notte" cattura e retroillumina immagini rivelatrici degli aspetti nascosti della frequenza della luce.
Valente sempre al confine con la scienza, presenta qui due opere funzionali -realizzate in collaborazione con l’architetto italiano Walter Vallini (Furniture of Mind) ricoperte di silicone come pelle artificiale, rivelano la morfologia di cellule che abitano la vita.
Antoni Marque's interpreta forme riconoscibili in natura estremizzandone le stesse caratteristiche o le misure, investendo piacevolmente lo spettatore con visioni affascinanti.
Marcano una certa confusione temporale gli orologi di Fazz “bubbles time" che anziche' scandire il tempo riflettono il disordine generato dalla mancanza di memoria che caratterizza la nostra epoca.
Centrale torna l’essere umano in Massimo Festi e Paolo L. Parisi.
Se tentassimo di immaginare quel che accade durante una “teletrasportazione" umana lo potremmo riconoscere nei volti disintegrati della pittura mediale di Massimo Festi.
Personalita' confuse nel massificarsi della societa' contemporanea, alla ricerca di un’identita' conforme, sono le teste in poliuretano espanso di Paolo L.Parisi, che con ironia colora di nazioni.
In “pig's my fly" di Stefano Bortolin, lo spazio si restringe intorno ad un accumulo di esseri apparentemente compressi in un luogo ristretto solo dal cuore e dalla paura dell'altro....
Passo Blu Contemporary Art Space
Banys Vells, 5 - Barcelona