Mercati. Strutture pittoriche complesse ed elaborate che esprimono la vitalita' dell'artista, per realizzarle Cucinelli adotta sistemi e tecniche diversi: pittura, acquerello, tempera e disegno.
Mercati
‘La struttura delle opere di Dino Cucinelli, attraverso una meditata esperienza e una maturazione artistica, denota una paziente attesa di una pittura costruita nel tempo che cuce senso, vita e memoria attorno alla coscienza.
Le opere sono composizioni che appartengono ad un ciclo piuttosto lungo di lavoro. Ma sono anche opere di strutture pittoriche complesse, per le realizzazioni delle quali l’artista ha deciso di adottare sistemi e soggetti diversi (pittura, acquerello, tempera, disegno…), per una spiccata tendenza alla rappresentazione morbida dei soggetti prescelti. La costruzione cromatica, genera differenze linguistiche, ora lievi, come piccole ombre leggere, ora assai intense fino a produrre un concerto di suoni, di toni, d’ombre, di luci; la soluzione non e' mai scontata, e le sonorita' sono veri momenti subliminali creati tra la luce e il movimento degli oggetti vibranti d’emozionalita' e di passione sensoriale della forma.
La sensazione visiva s’intensifica di fronte alla complessita' del soggetto. Tant’e' che in un primo momento ci si identifica con il paesaggio, come soggetto vissuto nel limbo di una memoria che a tutti risveglia un ricordo, una sensazione, un particolare che sfuma, torna, rifugge e tocca delicate immagini nebbiose. Ma subito dopo si entra in un mondo di passioni vissute in aderenza con la visione di santuari della creativita', tra realta' e invenzione, come elementi tangibili di un passato di magnificenza immerso in un’atmosfere sospesa tra la concretezza dell’essere e la sua evanescenza.
Nelle bancarelle dei suoi mercati e' possibile godere una poetica che induce alla sensibilita' piu' autentica. L’uso, come materiale espressivo, del colore consente di vedere due strutture pittoriche parallele: la prima costruisce un’intelaiatura formale su base bidimensionale, e talvolta genera dei campi puramente astratti; la seconda adotta l’intersecazione del tratteggio come generatore di luci e ombre, esaltando una dialettica peculiare tra forme e luce, estremamente soffice e gradevole alla vista e di raffinato piacere emozionale.
Il tratteggio delicato della flessibilita' e' usato da Dino Cucinelli con agile manualita' ritmica per creare insinuanti forme liriche della luce, mentre la vivacita' del colore, stranamente, lascia sulla tela leggere toccate come tracce di un’ancestrale grafia che si scompongono, delicatamente, in frammenti essenziali.
I richiami di Dino alle correnti pittoriche del Novembre sono misuratissimi. Infatti, l’artista non esaspera le citazioni, ma sceglie, nella libera corrente del pluralismo, quel tanto d’essenziale alla comunicazione creativa del colore e della forma da rendersene autonomo. Questo accorgimento gli consente di indagare l’oscuro oggetto dell’arte come una sintassi percettiva colta ed individuale. C’e' da dire, inoltre, che l’artista preferisce la concezione delle pittura espressionista, interpretata come momento di rottura tra figurazione e astrazione (momento storico, ma anche istante immaginario di confine che, nella societa' dell’immagine post-moderna sta perdendo progressivamente la sua necessita').
Attraverso il linguaggio della natura in fondo possiamo rifondare un percorso che ci consente di esprimere una nostra personale tecnica espressiva. Per questo la natura, sia soggettiva che oggettiva, e' importante come viaggio a ritroso nel tempo per rifondarlo e non per giacere inerti in un tempo passato che non ci appartiene. E in effetti, il movimento all’indietro deve offrire al logos una relazione vera con l’immagine animistica della natura con il preciso scopo di rimettere in moto il tempo esattamente li' dove per l’uomo si e' pietrificato.
Ed e' per questa ragione che le opere di Dino Cucinelli esprimono la vitalita' dell’anima dell’artista. E non a caso, infatti, il suo linguaggio naturale e vivo, che e' costantemente arricchito dalle nature individuali, allude alla presenza di quella comunita' umana superiore che fonda sull’arte la vita, la vita sull’arte.’
(Gaetano M. Bonifati)
Inaugurazione sabato 16 dicembre ore 21,00
Roma, Il Vuoto Graffiato
Via Tigre', 4 - Roma
Orario di apertura: dal lunedi' alla domenica dalle 16 alle 20 (su appuntamento per differenti orari)
Ingresso libero