Esposizioni di libri d’artista, provenienti dalla Fondazione Pomodoro, e dalla collezione del Gruppo UniCredit, rispettivamente “Pomodoro in Chartis" e “Giovani Artisti". A cura di Flaminio Gualdoni e Walter Guadagnini.
Esposizioni di libri d’artista
UniCredit Private Banking, la prima banca private in Italia per masse amministrate e diffusione territoriale, prosegue nella propria strategia di crescita attraverso lo sviluppo del canale distributivo con l’apertura della nuova sede dell’Area Veneto Orientale situata in centro a Treviso, in Piazza Santa Maria dei Battuti,17.
La nuova sede fa parte degli oltre 150 uffici di UniCredit Private Banking presenti in tutta Italia.
In particolare, UniCredit Private Banking e' presente nell’area Veneto Orientale, diretta dal Capo Area Mirco Grespan, attraverso 9 filiali operative con circa 54 persone dedicate interamente alla clientela private, di cui 37 Client Manager e 5 specialisti che seguono circa 2.500 nuclei familiari.
Nello specifico, UniCredit Private Banking e' presente a Treviso, Conegliano, Montebelluna, Vittorio Veneto, Venezia, Mestre, Belluno, Feltre e Cortina d’Ampezzo.
In concomitanza con l’apertura della nuova sede, che avverra' domani alle ore 18:00 alla presenza dei vertici di UniCredit Private Banking, si terra' per l’occasione l’inaugurazione dello spazio artistico dedicato a due esposizioni di libri d’artista provenienti dalla Fondazione Pomodoro, partner di UniCredit e dalla collezione del Gruppo UniCredit, rispettivamente “Pomodoro in Chartis" e “Giovani Artisti", a cura di Flaminio Gualdoni e Walter Guadagnini, nell’ambito della rassegna d’arte contemporanea “Sharing Passions".
Con 63 miliardi di Euro di masse complessive al 30 giugno 2006, UniCredit Private Banking (UPB) e' la prima banca italiana per masse amministrate e diffusione territoriale dedicata a clienti di elevato standing. UPB e' presente capillarmente su tutto il territorio italiano con oltre 150 punti private e 600 client manager per rispondere alle esigenze di tutela e crescita del patrimonio di oltre 40 mila famiglie clienti.
Arnaldo Pomodoro e', tra gli scultori contemporanei, un raro
“predestinato alla carta". Ovvero, un autore per il quale non
esiste ars maior affiancata da una collaterale, ma in fondo
accessoria, attivita' incisoria e d’illustrazione.
La ragione e' semplice, in realta'. Nella Milano degli anni Cinquanta
che ne vedeva gli esordi, Pomodoro cresceva in un clima di
“integrazione delle arti" - questa la parola d’ordine che intonava
le piu' belle Triennali del dopoguerra - a fianco di un maestro
come Lucio Fontana. Ebbene, proprio Fontana, in quel clima
fervido di sperimentazioni e messe in discussione (che era lo stesso
dei Bruno Munari, degli Albe Steiner…) si affiancava a quei
giovani nella lezione che un’opera a stampa non e', in primis, il
luogo in cui si riproducono le opere, bensi' un ambito espressivo
che, dal Rinascimento in poi, non ha mai dismesso di essere, in
se', luogo d’arte. Per la rivista “Il Gesto" Fontana concepiva una
copertina a fori, vero e proprio quadro, e tra le pagine dello
stesso numero Pomodoro annidava una pagina grafica di grande
bellezza, cosi' come faceva, di li' a poco, nell’ “Azimuth" dei
compagni di via Piero Manzoni ed Enrico Castellani.
La scultura stessa di Pomodoro nasceva come pagina plastica, con
quelle trame di segni dalle dediche indicative, Kafka, Klee,
Kierkegaard, che rimontavano alla “logique de la pense'e
pre'alphabe'tique" di Leroi-Gourhan, e che sono restate nucleo
formativo cruciale di tutta la sua opera, grafica o plastica non
importa.
Non a caso Lo stagno appare sulle pagine del primo numero, aprile
1957, di “L’Esperienza Moderna", la storica rivista di Gastone
Novelli e Achille Perilli. Non ideografie sono le tracce di
Pomodoro, ma trame, partiture scritturali certamente.
“Sono segni in modificazione - commenta l’artista - che possono
proliferare o scandirsi. La scrittura ne e' teoricamente illimitata, e'
un racconto indeterminato".
Il segno di Pomodoro s’incide e dipana parimenti nel bronzo e nel
foglio, caricandosi nell’un caso e nell’altro di implicazioni
sovranamente ambigue, e percio' stesso fertili. Cio' vale per la
scultura come per la militanza nell’editoria d’avanguardia maturata
in complicita' con autori come Paolo Volponi e Francesco Leonetti,
Frank O’Hara e Roberto Sanesi; ma anche nella dimensione piu'
classica del libro d’arte, della pagina a stampa, dagli inizi con i
Siete poemas sajones di Jorge Luis Borges, 1973-74, al
culmine dello splendido La gioia delle rose e del cielo con Attilio
Bertolucci, 1993, sino alle opere nuovissime nate dalle poesie e
con le poesie di Emilio Villa.
Come per canone inverso, dalla carta al metallo, e dal metallo alla
carta, Pomodoro persegue e prosegue un percorso di scrittura, di
poesia, di feroce lucidita', e tensione, e coerenza: che ne fa ben
piu' del pur grande scultore che gia' il pubblico conosceva.
Flaminio Gualdoni
Il libro e' sempre, e da sempre, un oggetto; secoli di editoria - per
rimanere nell’ambito dell’editoria a stampa, altrimenti dovremmo
parlare di millenni - ci hanno insegnato che in un libro contano
si' le parole, e le immagini, ma contano anche i caratteri di stampa,
il tipo di carta, le rilegature, l’abilita' e il gusto delle tante
specializzazioni che contribuiscono alla nascita di un oggetto che
puo' essere gia' di per se stesso un’opera d’arte.
Oggi, nell’epoca dell’elettronica, della virtualita' e della grande
diffusione di massa, l’oggetto-libro continua a trovare un suo
posto di rilievo non solo tra le passioni dei collezionisti, ma anche
nell’azione di tanti artisti, che lo amano, e ne vogliono indagare
le mille sfaccettature, a dispetto di quanti ne profetizzano, in
modo assai poco lungimirante, la scomparsa.
Cosi' in questa piccola selezione di libri d’artista contemporanei
appartenenti alla Collezione di Unicredit di arte contemporanea
e' possibile trovare non solo opere affascinanti, ma anche le
ragioni del progetto collezionistico stesso del Gruppo, quell’idea
di operare sulla contemporaneita' senza scordare la storia, quella
volonta' di fare circolare le idee che e' tipica della cultura del libro,
che e' nella sua stessa ragion d’essere (fanno ancora paura i libri
ai totalitarismi di ogni genere e sotto ogni latitudine), quell’idea
di condividere un’esperienza che e' insieme intellettuale e visiva.
Questi oggetti sono preziosi non perche' realizzati da artisti piu' o
meno noti - da Francesco Clemente a Stefano Arienti fino ai
giovanissimi Francesco Candeloro e Sara Rossi -, ma perche' ci
raccontano la continuita' di una storia e il suo rinnovamento,
perche' ci avvicinano a un linguaggio comune, quello di una
cultura vista e amata come esperienza di vita, raccontandoci
anche il piacere del testo e quello delle immagini.
Walter Guadagnini
Inaugurazione 6 dicembre 2006
Unicredit Filiale Private Banking
Piazza Santa Maria dei Battuti, 17 Treviso