In mostra una serie di sculture. L'artista trae ispirazione dalle forme dei legni ritrovati sulla battigia e produce piccoli lavori declinando le molteplici visioni della figura femminile.
Mostra personale
Quinto appuntamento per il ciclo di mostre "Quindici morsi d'Arte", complesso
progetto di quindici esposizioni, di durata quindicinale, che si svolge nei
rinnovati locali della Galleria PizzArte' di Catania, in collaborazione con la
rivista TRIBE ART - La Guida / Il Mensile degli Eventi d'Arte in Sicilia. L'artista
scelto e' lo scultore Antonino Triolo. Gli artisti selezionati provengono da tutta la
Sicilia e rappresentano alcune fra le piu' interessanti ricerche artistiche
contemporanee, legate comunque alla ricca tradizione figurativa isolana.
Antonino Triolo nasce artisticamente nell'autunno del 1993, all'eta' di 27 anni,
scoprendo con grande piacere e sorpresa il proprio talento nell'incidere e modellare
il legno, riuscendo ad animare la materia secondo le proprie emozioni per dare vita
ai suoi enigmatici personaggi. Triolo, autodidatta, si e' affidato per i soggetti
delle proprie opere alla personale capacita' di trarre dall'ambito storico e
geografico le fonti tematiche piu' esplicative. Dopo l'incontro con la scultrice Lea
Vassalli, l'artista riflette sulla possibilita' di trarre l'ispirazione per le sue
opere dalle forme che la natura ha gia' impresso nel legno. Pertanto inizia a
guardare l'ambiente che lo circonda ricercando le forme celate nei rami o in piante
intere, prediligendo inizialmente il legno di vite. Il risultato ottenuto e'
intrigante e rappresenta un punto di equilibrio tra virtuosismo e rispetto della
forma naturale; questo modo di procedere accompagnera' l'artista nelle opere
successive.
L'amore per la materia "legno" ha lasciato poche possibilita' all'autore di
sperimentare altri materiali, ma grazie all'osservazione del paesaggio non poteva
che approdare alla roccia calcarenitica, pietra dall'aspetto ruvido, che non
permette la definizione di zone lisce e rilucenti e pertanto piu' adatta ad esprimere
pathos. Cosi' la pietra, meno amata dall'autore per la minore piacevolezza di
lavorazione, lo ricompensa per l'effetto finale di primitivita' ed intimita'.
Successivamente utilizza anche la pietra pomice, di facile lavorabilita' e di colore
bianco candido. E' questo il periodo delle figure in cui e' in risalto la proporzione
artefatta tra testa e resto del corpo, in cui si offrono allo spettatore varie
visioni prospettiche secondo assi ortogonali, che lo obbligano a girare attorno alla
scultura per ricomporre la propria visione globale dell'opera.
Nell'inverno del 2006, realizza un busto in legno di noce, nel quale mantenendo
sempre una tensione, un patos tipico delle sculture precedenti, introduce una
lettura piu' gioiosa della raffigurazione femminile. L'autore si confronta per la
prima volta con una scultura in scala piu' elevata acquistando maggiore fiducia e
consapevolezza delle proprie capacita' raffigurative.
L'ispirazione tratta dalle forme dei legni ritrovati sulla battigia e' infinita e
pertanto l'artista produce veri piccoli capolavori declinando le molteplici visioni
della figura femminile intrisa di sensualita' e fascino. Le figure ritratte assurgono
dal mondo classico e piu' propriamente assumono la dignita' delle opere archeologiche.
Veri ritrovamenti di civilta' del passato riaffiorano nell'ispirazione dell'artista
dal materiale ligneo restituito dal mare.
Molte delle opere di Antonino Triolo sono in esposizione e vendita presso la
prestigiosa "Artesia - Galleria d'Arte" di Catania.
PizzArte'
Via Gisira, 62/68 - Catania