Sergia Avveduti
Luisa Lambri
Italo Zuffi
Massimo Bartolini
Deborah Ligorio
Guillaume Leblon
Mattieu Mercier
Liam Gillick
Martin Boyce+Simon Starling
Manfred Pernice
Elmgreen & Dragset
Jeppe Hein
Sean Snyder
Marjetica Potrc
Luo Yongjin
Luca Cerizza
against Architecture II. A cura di Luca Cerizza. Gli artisti invitati a questo nuovo evento della Fondazione Teseco sono: dall'Italia, A 12, Sergia Avveduti, Luisa Lambri, Italo Zuffi, Massimo Bartolini, Deborah Ligorio; dalla Francia: Guillaume Leblon e Mattieu Mercier; dall'Inghilterra: Liam Gillick, Martin Boyce+Simon Starling; dalla Germania: Manfred Pernice; dalla Danimarca e Norvegia: Elmgreen & Dragset, Jeppe Hein; dagli USA: Sean Snyder; dalla Slovenia Marjetica Potrc ed infine dalla Cina Luo Yongjin.
against Architecture II
A cura di Luca Cerizza
Si rinnova l'appuntamento con il Laboratorio per l'Arte Contemporanea: lo spazio multimediale della Fondazione Teseco per l'Arte, inaugurato lo scorso anno con la prima edizione di m2 (square meters).
In occasione dell'apertura della mostra sarà presentata una nuova opera di Maurizio Nannucci: Decouvrir Differentes Directions, una scritta luminosa in neon blu lunga circa 25 metri. L'installazione sarà posta in maniera permanente sulla linea del margine superiore di uno degli edifici che compongono lo stabilimento Teseco di Ospedaletto, creando con la sua presenza un orizzonte inatteso nel contesto urbano-industriale. L'opera di Nannucci fa parte del progetto Teseco relativo alla presenza di segni d'arte permanenti nell'area esterna allo stabilimento.
La Fondazione, con questa iniziativa afferma la sua attenzione sia per la presenza di autori e artisti che fanno parte dell'estabilishment dell'arte contemporanea, sia per la promozione del lavoro di giovani artisti attraverso una serie di eventi temporanei come m2 (square meters).
La mostra di quest'anno: Strategies against Architecture II, anch'essa a cura di Luca Cerizza, e seconda parte del progetto m2 (square meters), avrà luogo nel Laboratorio per l'Arte Contemporanea di Teseco, un capannone industriale di 2000 mq, situato nella zona industriale di Pisa, in cui si sta costruendo una realtà per una possibile utopia quotidiana: un luogo dove ripensare al rapporto fra centro e periferia delle nostre città storiche.
Il Laboratorio, dallo scorso luglio ad oggi, ha già ospitato diverse iniziative attraverso i linguaggi della contemporaneità ed è un Laboratorio mobile e aperto soprattutto alla ricerca giovane e più avanzata, italiana e internazionale. Questo nuovo luogo d'incontro per l'arte contemporanea è uno spazio multimediale pensato per accogliere interventi e linguaggi artistici fra i più diversi.
Sul territorio italiano attualmente c'è una forte richiesta di spazi nuovi per l'arte. Ma il nostro paese è ancora lontano dagli standard dei più avanzati stati europei e d'oltreoceano.
La realtà toscana rappresenta invece un esempio in questa direzione. E la Fondazione Teseco per l'Arte il cui scopo è quello di promuovere l'arte contemporanea nel proprio territorio, ha aggiunto, in questa mappa in via di definizione, un nuovo luogo nel quale riunire forze ed energie di rinnovamento.
Strategies against Architecture II
Gli artisti invitati a questo nuovo evento della Fondazione Teseco sono: dall'Italia, A 12, Sergia Avveduti, Luisa Lambri, Italo Zuffi, Massimo Bartolini, Deborah Ligorio; dalla Francia: Guillaume Leblon e Mattieu Mercier; dall'Inghilterra: Liam Gillick, Martin Boyce+Simon Starling; dalla Germania: Manfred Pernice; dalla Danimarca e Norvegia: Elmgreen & Dragset, Jeppe Hein; dagli USA: Sean Snyder; dalla Slovenia Marjetica Potrc ed infine dalla Cina Luo Yongjin.
Strategies vuole combinare diverse modalità con le quali artisti delle ultime generazioni, svolgono un'indagine critica sui linguaggi dell'architettura e dell'urbanistica, evidenziando come questi possano sottintendere strutture di potere, omologazione, coercizione.
La mostra s'inserisce in una situazione internazionale sempre più sensibile a questo tipo di tematiche, e vuole testimoniare, per la prima volta in Italia in modo così approfondito, dell'interesse che queste suscitano nelle ultime generazioni di artisti, italiani ed esteri. Non è casuale che buona parte degli artisti invitati, pur provenendo da diverse parti del Mondo, vivano e lavorino a Berlino. Nessuna grande città , almeno in Europa, ha vissuto e sta vivendo, negli ultimi decenni, una così profonda storia di traumi e trasformazioni del territorio urbano. Le vicende storiche hanno fatto di Berlino un cantiere sempre aperto, un terreno ideale e problematico allo stesso tempo, dove discutere e mettere in atto nuove strategie di pianificazione urbana e di progettazione architettonica.
Il titolo stesso della mostra è tratto da quello di uno degli album più noti del gruppo "rumorista/industriale" tedesco Einstürzende Neubauten ("Nuovi edifici che crollano"). Specialmente le loro performance dal vivo, con la potente carica distruttiva e l'uso di materiali non convenzionali (mattoni, lamiere, scarti industriali), sono state negli anni '80 la colonna sonora più calzante delle tensioni culturali e politiche di questa città .
Quell'atmosfera di dura polemica è quasi totalmente sparita dalla cultura e dall'immagine della "Nuova Berlino", ma, con le trasformazioni politiche e i conseguenti mutamenti nella fisionomia urbana dell'ultimo decennio, alcune riflessioni sono rimaste d'assoluta attualità : cosa vuol dire "ricostruire" o "ripensare" l'identità di una città , quali sono i limiti tra spazio privato e spazio pubblico, su che basi si instaurano le relazione tra cittadino e contesto urbano, e tra identità sessuale e linguaggi architettonici, etc.
D'altro canto, la mostra non vuole identificarsi con la sola situazione berlinese, ma essere uno spaccato più ampio delle problematiche in questione, senza limiti geografici. Primario è anche l'intento di stimolare un dialogo con la realtà sociale e urbanistica della zona in cui il Laboratorio è dislocato (un'area industriale e periferica), e con l'eredità culturale e architettonica di Pisa.
Gli interventi degli artisti invitati, alle prese con le più diverse modalità linguistiche (performance, installazioni, video, scultura, fotografia, pittura), e quasi tutti pensati appositamente per lo spazio della Fondazione Teseco, andranno a trasformare fisicamente e concettualmente il luogo espositivo, in una nuova esperienza polisensoriale.
Il Laboratorio (2000 metri quadrati), diventerà così, come negli intenti del progetto biennale m2 una sorta di "piazza alternativa", di luogo dove progettare e sperimentare (proprio come in un laboratorio) altri modi di utilizzo e di relazione con lo spazio architettonico, e riflettere sulle possibilità stesse di presentazione dell'arte contemporanea.
Un senso di provvisorietà , emergenza, precarietà , sottolineato dall'uso ricorrente di materiali industriali "di riuso" e formalmente grezzi, caratterizzerà molti dei progetti degli artisti invitati, quasi a voler ridare, in scala ridotta, l'atmosfera di caos, degrado e di continua trasformazione di una metropoli contemporanea e specialmente delle sue periferie. La capacità di adattamento dell'uomo in condizioni abitative difficili, la mobilità , la flessibilità del rapporto tra individuo e contesto urbano è un'altra chiave ricorrente nella mostra.
Fa da contr'altare a quest'approccio, una misura più "fredda" e concettuale, con la quale altri artisti analizzano i linguaggi dell'urbanistica, dell'architettura e i legami che s'instaurano tra questi e l'arte contemporanea.
Inaugurazione: 7 luglio 2001 - dalle ore 18.30
Date: 9 luglio - 7 ottobre
Orario: lunedì - venerdì, 16 - 19
Ingresso: libero
Pisa, Stabilimento Teseco, Via Monasterio - Ospedaletto
Informazioni 050 543222 - 050 987511
Ufficio stampa: Rosi Fontana, via Garibaldi 63 - 56124 Pisa Tel. 050-9711343 fax 050-9711317