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Bianca Sforni
dal 22/1/2007 al 15/3/2007
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Bianca Sforni



 
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22/1/2007

Bianca Sforni

Claudia Gian Ferrari Studio di Consulenza, Milano

Pink China. Un viaggio ha permesso all'artista di captare in dieci notti di cielo sereno e una di pioggia, le silhouettes di Shanghai. Il risultato sono 60 scatti di grande formato che compongono il paesaggio a "est del fiume".


comunicato stampa

Pink China

Un paravento cinese e 10 fotografie

Il primo viaggio in Cina fu iniziatico, la fanciulla aveva vent’anni e il continente Asia si svelo' ai suoi occhi pieni di curiosita'. Il temibile deserto del Takla Makan fu attraversato con mezzi di fortuna per giungere alle grotte di Dunhuang: alcune dipinte all’epoca di Giotto altre piu' antiche, con affreschi di cieli blu, tracciate con polvere di lapislazulo. Era il 1984.

Una civilta' antichissima di cui poco sappiamo. L’occidente guarda all’oriente, ancora oggi, con la meraviglia dei primi viaggiatori e mercanti che percorsero le polverose strade dei carovanieri, per riportare sete e altri preziosi. Marco Polo ne riporto' gli spaghetti, ma anche quel raviolo che noi chiamiamo tortello o tortellino proviene da li': loro li mangiano al vapore e in brodo. Vent’anni dopo, un altro viaggio, e l’intenzione forte di fissare un momento, propria del mezzo fotografico utilizzato dall’artista, permise di captare in dieci notti di cielo sereno e una di pioggia, le silhouettes della grande Shanghai. Il risultato di questa ronda di notte furono 60 negativi di grande formato che grazie alla nuova tecnologia vennero nuovamente riuniti a comporre il paesaggio cosi' come fu visto nell’autunno del 2004 dall’artista a ‘est del fiume’cioe' Pu-dong.

Questo notturno cinese, che viene presentato in un paravento a otto ante, in cui gli elementi verticali della nuova Cina capitalista sorgono sulle macerie di architetture dell’epoca di Mao, viene accompagnato da nature morte d’oggetti d’uso quotidiano: il tavolo del calligrafo e il pressa carta in forma di rana, oggetti simbolici di un mondo creativo in cui l’artista si identifica, aprono e chiudono il susseguirsi di oggetti domestici, il catino smaltato, il cui uso sara' fra poco obsoleto, le seggioline e lo sgabello su cui fino a poco tempo fa i cinesi sedevano prendendo il fresco per strada; i biglietti di carta moneta, anch’essi un’invenzione cinese. I primi bilgietti furono stampati intorno all’anno 960 A.C., durante il regno dell’imperatore Hien Tsung 806-821, e Marco Polo riporta con entusiasmo nel 1275: “ vi dico che la gente e' felice di usare questi assegni perche' in qualsiasi parte dell’impero del Gran Khan si dirigano possono usarli per comprare come se fossero monete d’oro";cosi' fu che la carta piu' leggera e facilmente trasportabile sostitui' le monete di metallo.

Ad accompagnare il grande paravento, alcune fotografie di fiori e uccelli cinesi, lavoro di abili mani che li ritagliarono in una carta di riso molto sottile a testimoniare un artigianato ancora presente (in Cina sono utilizzati per decorare ambienti domestici, sovente incollati con pasta di riso ai vetri delle finestre). E infine Broken Tea-Pot: la teiera commemorativa del 1968 in frammenti, con l’effigie di Mao a memoria di un passato con cui si sono spezzati i legami ma che e' ancora ben presente nella nostra memoria collettiva. L’effigie di Mao parla alle macerie delle architetture comuniste, una Cina che non c’e' piu', Pink China e' il titolo della mostra: la teiera da collettivita' che si ruppe in mille cocci.

Nota al lettore: All’ombra dell’immensa volta stellata del grande cielo Californiano (1996-2004), a Los Angeles, definita da Bianca Sforni la fine del mondo occidentale con i suoi balconi cosi' precariamente sospesi sul Pacifico e affacciati verso il Giappone nascono i primi grandi notturni. Dice l’artista: se non fossi stata in California, luogo nel quale Occidente ed Oriente si incontrano l’idea di creare questo paravento realizzato secondo i metodi della tradizione orientale da un occidentale non sarebbe mai nata.

Inaugurazione: martedi' 23 gennaio 2007 alle ore 18,30

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