Gabriella Pastorino
Graziella Gemignani Menozzi
Claudio Costa
Mario Napoli
Emilio Scanalino
Daniel Spoerri
Antonie Tapies
Orazio Brgazzi
Valentina Perasso
Mario Napoli
Andrea Campisi
Metamorfosi di forme e colori: personale diella pittrice Gabriella Pastorino. Una bella storia e' il titolo della mostra di Graziella Gemignani Menozzi. Orazio Brgazzi espone fotografie. C'era una volta: personale di Bruna Ferrarini. Inoltre una collettiva di grafiche e una di scultura.
Metamorfosi di forme e colori
mostra personale di Gabriella Pastorino
a cura di Valentina Perasso
Gabriella Pastorino attraverso la pittura recupera il passato della sua prima
giovinezza: un tripudio di forme e colori invadono la sua opera, assorbono e
seducono completamente l'artista e non solo.
Un'arte istintiva, impulsiva, esplosiva, opposta apparentemente alla personalita'
dell'esteta, che crea apertamente senza un idea prestabilita, lasciando lo
spettatore libero di interpretare a suo piacimento il significato: una fusione
inconscia al genio personale dell'artista e a "infiniti" immaginari individuali.
Forse l'impulso inconsapevole nato dalla visione degli antichi borghi di pietra
della Costa Azzurra? Forse la magia di S.Paul De Vence?
Dei tre periodi che cronologicamente caratterizzano l'attivita' artistica della
Pastorino, quello intermedio e' decisamente il piu' significativo: i profumi e le
sensazioni della campagna invadono le sue tele, le forme geometriche lasciano
improvvisamente intravedere degli spicchi di becchi che richiamano l'essenza del
pavone e che ritornano come costante.
L'estasi di fronte alla potenza creativa della natura si traduce in una delle
principali fonti d'ispirazione, un topos che offre alla forma movimento, colore,
energia, sintomi del pathos che l'artista sente in se', un richiamo all'universo del
sacro non disgiunto dal contatto con la "terra"; un richiamo al paesaggio, ai
ricordi, alla quiete dell'animo, che si oppone all'eco di una contemporaneita' di
caos metropolitano. Oggetti quotidiani o simbolici che evocano il mondo delle
memorie indelebili e sempre vive dell'artista.
Una sacralita' interiore che e' pervasa anche da coscienze arcaiche: la percezione
visiva di obelischi che si elevano verso il Dio Sole come richiamo all'antico Egitto
e all'universo dei suoi primitivi colori, o di superfici istoriate d'oro che evocano
la cultura azteca che da sempre affascina l'artista.
Linee geometriche, gamme di colori separati fra loro che straripano sulla tela e
restano nella nostra mente, forse alla ricerca di un ritmo, di un'armonia e un
equilibrio interiore? O, iperbolicamente, di una pace divina? Un desiderio
dell'artista, libero e incontenibile o, al contrario, coartato dalla necessita' e
dalla costrizione del disegno?
Questi sono bagliori di luce che l'artista, nella sua visione onirica ci offre e che
lo spirito di ognuno puo' cogliere come no nell'attimo di una visione...
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Una bella storia
mostra personale di Graziella Gemignani Menozzi
a cura di Aurelio Caminati
Bella, quanto era bella Graziella Gemignani Menozzi. L'ho immortalata in un quadro
commissionato dal marito dal titolo "Il vaso di Pandora".
Il ricordo e' troppo bello per non citarlo.
L'amico Umberto Piombino, con mille raccomandazioni di rispetto per un tale evento,
sollecito' l'incontro. Cosi' conobbi l'artista Graziella.
Innamorata dell'arte e principalmente della pittura a tal punto che timidamente si
immerse nella nuova avventura con entusiasmo e con purezza immacolata. Spazio' con
disinvoltura nel territorio della creativita' e dello spazio immaginato cosi' che
voltandomi all'improvviso colpi' il mio sguardo un'incisione rossa, intrigante,
carica di emotivita' trasmittente come in un video; ho capito la forza e la presenza
della donna potentemente emotiva che vibra con il colore, di calore umano e di amore
per tutto cio' che prende in esame.
Il viaggio che mi accingo a fare con Lei e con la sua pittura e' spaziale. Lo spazio
che crea per far vivere gli oggetti da Lei scelti, oggetti fermi, nuclearmente fermi
e nello stesso tempo vivi, compatti; presenze virtualmente accettate dalla creatrice
d'immagini e dal fruitore.
Questi oggetti hanno peso specifico e peso morale. Troni, seggiole Luigi XVI,
librerie, tavoli, pianoforti a coda che dialogano nel silenzio spaziale, creato e
colorato; misteriosamente stagliati in un dialogo duro, determinato dal taglio
trasversale delle code.
L'uomo entra, furtivamente si siede al pianoforte ma non lo domina; e' dominato
dal taglio affilato delle code del pianoforte, dalle lampade e dalla seggiola
nera decorata e presente con ornamenti neri, che concedono all'uomo di potersi
per un attimo esibire. Ma poi nuovamente ritorna la presenza forte e
violentemente dura degli oggetti, del piano a coda, del quadro rosso, delle
lampade, della prospettiva del pavimento e del misterioso oggetto rosso posato
sul pianoforte.
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Collettiva di grafiche ed opere d'autore
a cura di Mario Napoli
A dodici anni dall'apertura (19 febbraio 1994) SATURA, rende omaggio ai grandi
maestri dell'arte contemporanea proponendo uno spazio dedicato interamente alla
grafica ed alle opere d'autore con incursioni sui giovani talenti. Lo spazio
dedicato, affianchera' i cinque spazi gia' attivi permettendo una maggiore fruibilita'
tra le tematiche contemporanee, gli autori affermati, i giovani talenti ed i maestri
storici italiani ed internazionali.
In questa occasione verranno proposte opere uniche e grafiche di Claudio Costa, Mario Napoli, Emilio Scanalino, Daniel Spoerri, Antonie Tapies.
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Collettiva di scultura
a cura di Mario Napoli
A dodici anni dall'apertura (19 febbraio 1994) SATURA, dedica uno spazio
interamente alla scultura con il proposito di farne una vetrina dove gli
appassionati possono trovare e trovarsi con l'importante disciplina. Lo spazio
dedicato, affianchera' i cinque spazi gia' attivi permettendo una maggiore fruibilita'
tra le tematiche contemporanee, gli autori affermati, i giovani talenti ed i maestri
storici italiani ed internazionali.
In questa occasione verranno proposte opere uniche di Choi Dae Sung, Choi Jihoan,
Marco Furlani, Rossana Gotelli, Carlo Ivaldi, Song Hyun - Ho, Kim Joo - Hyok, Jeong
De Kyo, Le Bon Gyu, Rosy Maccaronio, Michela Minotti, Laura Rossi Ravaioli, Marco
Ravenna, Sara Romeo, Emilio Scanavino.
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Orazio Bargazzi
a cura di Andrea Campisi
Orazio Bargazzi nasce a Buenos Ayres da genitori italiani, incomincia ad
interessarsi alla fotografia divorando riviste americane ed antologie dedicate ai
grandi maestri in particolare quelli della Magnum fra cui Henry Cartier Bresson.
Negli anni '70 si avvicina alla stampa in bianco e nero ed allo "Still Life" ma
anche al ritratto ed al reportage, collaborando con i maggiori studi fotografici
genovesi.
Ma sono gli anno '80 e le opere di Robert Mapplethorpe e Diane Arbus ad influenzare
definitivamente la sua visione del ritratto.
Da quel momento in poi la "realta'" non sara' piu' la stessa.
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C'era una volta
mostra personale di Bruna Ferrarini
a cura di Mario Napoli
Bruna Ferrarini, ligure di nascita, vive e lavora nella sua residenza di Genova. Gli
studi letterari la portarono ad insegnare lettere italiane e latine in un Liceo
della nostra citta'. Coltivo' negli anni l'inclinazione appassionata per l'espressione
artistica, provandosi nelle varie tecniche: carboncino, acquarello, olio, pastello.
Risalgono agli anni Ottanta le prime prove di terracotta. Il modellato in creta
l'interessa particolarmente per la lunga avventura della materia, prima che si
giunga al pezzo finito, con un duplice rischio di danno: prima, per l'insoddisfatta
ricerca dell'artefice, che all'idea vorrebbe dare forma, quella forma, poi, per il
battesimo di fuoco della fornace da cui l'opera potra' uscire perfetta o anche,
purtroppo, mutila o in qualche modo inferiore all'idea prima. Il titolo della mostra
indica, con il suo antico "C'era una volta", che entriamo in un clima di fiaba, ma
la nostra fiaba e' attualissima: Pinocchio e le sue avventure, con i personaggi della
storia a tutti nota. Insieme a Pinocchio sono presenti altri personaggi da fiaba
diverse, come il Pifferaio magico e Cenerentola.
L'autrice si rivolge ad osservatori di tutte le eta', grandi e piccoli. Il suo stile
nitido, il suo segno sensibile e sicuro possono rendere fiabesco il vero, reale la
fiaba, fino a farla riconoscere come un elemento essenziale della nostra vita, della
nostra umanita' piu' profonda.
Modellare la creta significa per me interrogare il mio mondo interiore, evocare
memorie ed emozioni lontane, ritrovarmi, fuori dello spazio e del tempo, libera da
ogni legame, come alle origini di un mondo primigenio che attenda solo di essere
esplorato, perche' in esso mi riconosca. Si e' soli, ma si comunica veramente con
tutto, perche' si scende nel profondo di noi stessi. Non e' molto importante il
soggetto che stai modellando, ma ritrovare in te l'emozione di quella forma, che
pare farsi da se stessa e sorprenderti con la sua necessita' di vita. E' sempre un
viaggio misterioso, a cui affidarsi con la consapevolezza di sognare, ma anche con
la certezza che nulla in questo momento e' piu' reale per te di questo viaggio. Essere
"figulinaia", come si diceva una volta per le lavoratrici della creta che
affiancavano i vasai, esserlo per diletto, ritagliarsi giorno per giorno la modestia
di questo spazio con una materia povera, anche se conosciuta ed amata da millenni,
significa possedere alcune certezze nell'ambito del proprio lavoro, non molte, non
grandi, ma tali che per esse tu possa serenamente coltivare la tua passione
riposando dalle ansie quotidiane: ad ogni nuovo pezzo la mano tuttavia ogni volta ti
tremera'. E anche questo sara' bellissimo.
Inaugurazione: 20 gennaio 2007
Satura Associazione Culturale
piazza Stella 5/1, - Genova
Orario: dal martedi' al sabato ore 16:30 - 19