Skull Shaker, una videoproiezione e stampe su carta. IV mostra di un ciclo ideato e curato da Marcello Smarrelli che propone una serie di progetti ideati da artisti e designer. L'opera in edizione e' un piccolo teschio di metallo dorato che funziona come una maracas (semplice strumento a percussione) e un CD con una canzone woodoo: parole scritte e cantate dalla Antille e musica di Christian Pahud.
Skull Shaker
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a cura di Marcello Smarrelli
La mostra di Emanuelle Antille e' la quarta di un ciclo ideato e curato da Marcello Smarrelli che impegnera' la Galleria Roberto Giustini per piu' di due anni, con una serie di progetti ideati da artisti e designer, tra i quali: Andrea Anastasio, Enzo Cucchi, Didier Fiuza Faustino, Johanna Grawunder, Konstantin Grcic, Massimo Grimaldi, Gerwald Rokenshaub, Ettore Sottsass.
Gli autori coinvolti sono stati invitati a ideare il loro progetto seguendo una specifica indicazione del curatore: produrre un inedito oggetto d’uso, inventarne la funzione e il bisogno che questo andra' a soddisfare. Un opera-feticcio, un idolo moderno, un oggetto che viene investito di particolari proprieta' dal suo statuto “speciale" di opera d’arte o di design, da introdurre nella realta' quotidiana gia' satura di molteplici segni.
Se negli ultimi anni abbiamo assistito a una proliferazione di forme e di oggetti la cui origine non puo' piu' essere ricondotta agli ideali originari del Bauhaus e del modernismo, ma nemmeno a quelli che gli si ponevano in modo antagonista o critico, quale risposta puo' venire offerta da quegli autori che, sostenuti dalla consapevolezza dello scenario in cui operano, si interrogano sulle ragioni connesse all’ideazione e alla progettazione di nuove forme? Nell’attuale contesto sociale in cui, seguendo una logica funzionale alla sopravvivenza del sistema, vengono continuamente creati nuovi oggetti del desiderio, nuovi idoli, immagini sacrali, feticci sofisticati che assolvono a bisogni (veri o falsi) sempre piu' difficili da individuare e da definire, cosa puo' significare confrontarsi con l’ideazione di un oggetto? Questa serie di mostre vogliono essere un ulteriore domanda posta all’interno di questo dibattito che non sembra avere risposte conclusive.
La mostra di Emanuelle Antille dal titolo Skull Shaker comprende, com’e' tipico del suo lavoro, una serie di elementi eterogenei che creano ambienti caratterizzati da particolari situazioni emotive. L’opera in edizione e' un piccolo teschio di metallo dorato che funziona come una maracas, un semplice strumento a percussione, accompagnato da un CD con l’incisione di una canzone woodoo, composto con il desiderio di mettere in scena il processo di costruzione e decostruzione di un brano musicale. Le parole sono scritte e cantate da Emanuelle Antille e la musica, che ha come strumento ritmico di base proprio le maracas, e' stata composta da Christian Pahud.
La presentazione dell’opera in edizione comprende la proiezione di un video inedito dal titolo Invisible To The Rest, che rappresenta il tentativo del protagonista maschile di creare un territorio libero, fuori dal mondo, in cui vivere il proprio rapporto con la donna amata e, come il brano musicale, ci porta lentamente ad entrare nelle ossessioni che lo legano a lei. Completeranno la mostra delle stampe su carta, dal titolo Eternal Lovers-first sketches, che mostrano lo stesso uomo e la stessa donna del video e ne sottolineano ulteriormente il sottile e macabro collegamento con la morte. Un fascino, una spirale, un movimento centrifugo che cattura i personaggi e gli spettatori. Il teschio e il suo accompagnamento musicale rimandano allo stesso sentimento mortale espresso con il suono ritmico e ossessivo della canzone che continua a girare ripetutamente.
Emmanuelle Antille e' nata nel 1972 a Losanna in Svizzera. Ha studiato prima all'Ecole supe'rieure d'art visuel di Ginevra e poi alla Rijksacademie di Amsterdam. Realizza film e fotografie, installazioni, scrive testi e sceneggiature, e' cantante e musicista. Questi aspetti eterogenei del suo lavoro danno vita a opere autonome o interventi in cui la fusione dei vari elementi produce installazioni in cui il sogno, la finzione e la realta' si compenetrano e si sovrappongono. Il suo interesse e' concentrato sull’analisi delle relazioni e dei comportamenti familiari, sulle dinamiche che si instaurano all’interno dei gruppi e sui codici di comportamento che caratterizzano la vita di un clan. Con gli attori dei suoi film realizza scene dove le relazioni umane, analizzate all’interno di un rituale come puo' essere quello del gioco, si esasperano in dilanianti confessioni o misteriosi silenzi. Le sue storie sono una riflessione, sottile e poetica, sulle questioni relative al doppio, all’introspezione, alla comunicazione con gli altri: “Tutto il mio lavoro ruota attorno ad uno scarto rispetto alla realta', al rapporto con il sonno, al confine tra sogno e realta', all’allucinazione".
Il linguaggio del video diventa un modo per riscrivere le emozioni, per catturare la vita nei suoi aspetti piu' intimi, di tradurre in realta' le immagini tratte dai sogni. Ha ricevuto vari riconoscimenti e premi tra cui tre Swiss Art Awards (1999, 2000, 2001), Kiefer-Hablitzel Prize (2000, 2001), Review + film contest Migros Culture (1999), Swiss Studio a Berlino (2001), e il Couvent des Recollets a Parigi (2003).
Tra le mostre piu' importanti ricordiamo: De Appel, Amsterdam (1998); Kunstverein, Frankfurt (2002); The Renaissance Society, Chicago (2003); CCA, Glasgow (2004); Site Gallery, Sheffield (2004); Migros Museum, Zurich (2004); Sammlung Goetz, Munich (2004): the Muse'e du Jeu de Paume, Paris (2005); NCA, Tokyo (2006) and Tokyo Wonder Site, Tokyo (2006). Nel 2003 ha rappresentato la Svizzera alla 50' edizione della Biennale di Venezia
Il catalogo-contenitore, verra' composto da fascicoli separati, editi in occasione di ogni mostra.
Inaugurazione giovedi' 8 febbrario 2007 alle ore 19
Galleria Roberto Giustini
Via dell’Orso, 72 00186 Roma
Aperto dal martedi' al venerdi' dalle 16 alle 20, sabato dalle ore 10 alle 13
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Emmanuelle Antille
Skull Shaker
curated by Marcello Smarrelli
The exhibition by Emmanuelle Antille is the fourth in a series curated by Marcello Smarrelli taking place in the Galleria Roberto Giustini over the course of two years. The series consists of projects created by artists and designers including: Andrea Anastasio, Enzo Cucchi, Didier Fiuza Faustino, Johanna Grawunder, Konstantin Grcic, Massimo Grimaldi, Gerwald Rokenshaub, and Ettore Sottsass.
These artists and designers are invited to create a project following specific guidelines of the curator: to produce a new, usable object and to invent the function or need that it will satisfy. A work-fetish, a modern idol, an object that is invested with particular properties by its “special" status as a work of art or design, to introduce into a quotidian reality already saturated by numerous signs.
If, in recent years, we have witnessed a proliferation of forms and objects whose origin can no longer be traced to either the original ideals of the Bauhaus and Modernism, or to those proposed critically or in opposition to these ideals, what response can be offered by those creators who, sustained by the knowledge of the set in which they operate, question themselves about the reasons connected to the conception and design of new forms?
In the current social context in which, following a logic serviceable to the survival of the system, new objects of desire are continually created - new idols, sacred images, sophisticated fetishes that absolve needs (real or false) which are always more difficult to identify and define - what does it mean to deal with the conception of an object?
This series of exhibitions wants to become additional questions within the parameters of a debate that doesn’t seem to contain conclusive answers.
Emmanuelle Antille’s exhibition, Skull Shaker, consists of a series of heterogeneous elements aimed at creating environmental situations characterised by particular emotional situations. The work, produced as an edition, is a small, gilded metal skull that functions as a maraca, a simple percussion instrument, accompanied by a CD of a voodoo song that analyses the process of the construction and deconstruction of a musical piece. The words were written and sung by Emmanuelle Antille and the music, whose basic rhythmic instrument is the maraca, was composed by Christian Pahud.
The exhibition also includes the projection of Antille’s new video, Invisible To The Rest, which portrays the attempts of the male protagonist to create a free land, outside of this world, in which to live his relationship with the woman he loves and, like the musical score, little by little brings us into the man’s obsessions that bind him to her.
Completing the exhibition are prints on paper entitled Eternal Lovers-first sketches, which show the same man and woman that appear in the video and which further emphasise the subtle and macabre connection to death. A fascination, a spiral, a spinning movement that arrests both the characters and the viewers. The skull and its musical accompaniment refer to the same mortal feeling expressed with the rhythmic and obsessive sound of the song that continues to spin repeatedly.
Emmanuelle Antille was born in 1972 in Lausanne, Switzerland. She studied at the Ecole supe'rieure d'art visuel in Geneva, and at the Rijksakademie in Amsterdam. She makes films, photographs, and installations, writes texts and scripts, and is a singer and musician. These heterogeneous aspects of her artistic production give life to autonomous works or to interventions in which the fusion of these various elements produce installations where dream, illusion and reality merge and overlap. Her interest is concentrated in the analysis of domestic relations and behaviours, the dynamics established within groups, and behavioural codes that characterise the life of a clan. With actors in her films, she creates scenes in which human relations analysed within a ritual, such as a game, become exasperated into tortured confessions or mysterious silences. Her stories are a subtle and poetic reflection on questions relating to the double, to introspection, and to communication with others: “All my work rotates around a certain distance from reality, the rapport with sound, the boundary between dream and reality, hallucination".
The language of video becomes a way to rewrite emotions, to capture life in its most intimate aspects, to translate dream images into reality.
Antille has received several recognitions and awards including: three Swiss Art Awards (1999, 2000, 2001), Kiefer-Hablitzel Prize (2000, 2001), Review + film contest Migros Culture (1999), Swiss Studio in Berlin (2001), and the Couvent des Recollets in Paris (2003). Her exhibitions include: De Appel, Amsterdam (1998); Kunstverein, Frankfurt (2002); The Renaissance Society, Chicago (2003); CCA, Glasgow (2004); Site Gallery, Sheffield (2004); Migros Museum, Zurich (2004); Sammlung Goetz, Munich (2004): the Muse'e du Jeu de Paume, Paris (2005); NCA, Tokyo (2006) and Tokyo Wonder Site, Tokyo (2006). In 2003 she represented Switzerland in the 50th edition of the Venice Biennale.
The catalogue-container is composed of separate issues published for each exhibition.
Opening: Thursday, 8 February 2007 at 7:00 p.m.
Galleria Roberto Giustini
Via dell’Orso, 72 00186 Rome Italy
tel/fax: (+39) 06 68135013 mobile: (+39) 349 2152214
Open from Tuesday - Friday from 4:00 p.m. to 8:00 p.m., Saturday from 10:00 a.m. to 1:00 p.m.