Oltre il confine della luce. I suoi moduli minimali sono strutture in plexiglas componibili con un neon all'interno che si sagomano e si plasmano connotando lo spazio con la loro presenza.
Oltre il confine della luce
A cura di Matteo Galbiati
Manuela Bedeschi ha sempre avuto un rapporto strettissimo con la materia, tanto da
tradursi sempre in un energico connubio tra lei e l'oggetto; e' per questo motivo
che, nei suoi precedenti lavori, la direzione era di una ricerca sulla presenza
fisica, corporale, concreta di simulacri che le restituissero le sensazioni della
memoria e, secondo una procedura per sedimentazione di passaggi consci ed inconsci,
generava un'Arte che era essenzialmente liberatoria. A noi sono cosi' arrivati i suoi
vissuti, i suoi ricordi stratificati in altari-pitture innalzati per essere
osservati, per essere letti, ma meno per essere vissuti, perche' appartenevano in
primissimo luogo a lei.
Senza disconoscere cio' che e' stato, attraverso una sofferta e lacerante
determinazione, Manuela Bedeschi ha affermato un'identita' nuova nelle recentissime
opere presentate in occasione di questa mostra. La luce al neon, pur gia' introdotta
in precedenza, si fa carico di essere ora l'unica presenza-protagonista possibile
nell'opera. La luce segna, marca con il suo colore e la sua frantumazione
corpuscolare, non solo l'oggetto-opera, ma anche il luogo. E noi con esso.
Manuela Bedeschi e' cosi' diventata radicale: i suoi moduli minimali di luce sono
strutture in plexiglas componibili con un neon all'interno che si sagomano e montano
plasmandosi nel e sul luogo e, oltre ad accendersi nella loro presenza di opere, ne
marcano quasi indelebilmente le specificita'. E' ora il colore del neon a farsi carico
di tutto il pensiero poetico ed artistico dell'artista: l'addensamento, prima
eterogeneo ed accumulativo, ora e' asciutto ed estremizzato in una sola suggestiva
linea di luce attraverso un simulacro trasparente.
L'oggetto plurimo diventa adesso piu' una suggestione metafisica che si scioglie
nell'intorno e con questo ne crea infiniti altri. Manuela Bedeschi si proietta ancor
piu' fuori da se' e abbatte ogni limite, riserva, trattenuta emozionale, e, ricercando
ogni coinvolgimento ad un qualunque altro, ridisegna la sacralita' prima intima e
privata, ritrascritta adesso in una spiritualita' cosmica.
Il confine si puo' superare sempre. Tutto cio' nel silenzio, nell'immediatezza di un
attimo, nel bagliore di un neon. La concentrazione resta alta, la lucidita'
intellettiva intatta e non corrotta o fuorviata da eccessi: impossibile non
rimanerne suggestionati, impossibile non pensare e, soprattutto, non vedere.
(M.G.)
Inaugurazione: Domenica 4 Febbraio 2007 alle ore 11
Galleria Disegno
Via Mazzini 34 - Mantova
Da martedi' a sabato dalle 15.30 alle 19.30
Ingresso libero