Arturo Martini
Renato Mambor
Andreas Gursky
Claudia Gian Ferrari
Elena Pontiggia
Livia Velani
100 opere provenienti da importanti collezioni illustrano l'originalita' dello scultore Arturo Martini, uno dei grandi innovatori della scultura figurativa del 900. L'esposizione di un'opera del fotografo Andreas Gursky 'Ohne Titel XII Nr. 4', riapre invece il ciclo 'Immagini da collezione'. Un'inedita installazione di Renato Mambor ed una selezione di opere grafiche, raccontano la ricerca del maestro sulla figura umana, spersonalizzata e resa bidimensionale.
Arturo Martini
Prima antologica di Arturo Martini in uno spazio pubblico romano, la mostra che inaugura il 24 febbraio alla Galleria nazionale d’arte moderna completa il progetto espositivo iniziato a Milano, presso la Fondazione Stelline e il Museo della Permanente, ponendo l’accento sui rapporti fra il grande scultore e la capitale, dove egli raggiunse il successo vincendo il primo premio alla Quadriennale del 1931.
Arturo Martini (Treviso, 1889 – Milano, 1947) è ritenuto il maggiore scultore italiano del Novecento e uno dei grandi innovatori della scultura figurativa a livello internazionale. Il suo percorso, che la mostra ricostruisce dagli esordi agli estremi capolavori, tocca alcune tappe essenziali della cultura italiana negli anni Venti e Trenta, fra Metafisica, Valori plastici e Novecento, fino al drammatico approdo del suo scritto “La scultura lingua morta”, che attesta la percezione della crisi dei linguaggi tradizionali ormai in atto.
Circa 100 opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, alcune finora mai esposte e qui presentate in inedite sequenze e accostamenti, illustrano l’originalità della visione di Martini. Esse documentano la straordinaria sintesi plastica, con esiti ora lirici ora drammatici; la capacità di attingere alle radici classiche, medievali, rinascimentali della tradizione italiana e al tempo stesso di rivoluzionarne i canoni; l’incessante sperimentazione tecnica che tocca tutte le materie, dal gesso al legno, dalla terracotta alla pietra, dalla ceramica al bronzo; le linee portanti del mito e del racconto popolare, lungo le quali si sviluppa una grande varietà di temi.
La rassegna dedica speciale attenzione alle opere che lo scultore espose o eseguì a Roma, o che risalgono al suo soggiorno ad Anticoli Corrado, fra le quali capolavori come Fanciulla piena d’amore (1913), l’Amante morta (1921), Ofelia (1922), La Pisana (1928), La Scoccombrina (1928 ca.) Donna al sole (1930), La zingara (1933-34). Solo a Roma saranno inoltre integrate nel percorso le opere della Galleria nazionale d’arte moderna che, per ragioni conservative, non è stato possibile presentare a Milano: il Dormiente (1921), il Orfeo (1927), il Pastore (1930), Le Stelle-Le Sorelle (1932). Sarà inoltre presente la straordinaria versione in terra refrattaria della Convalescente (1932), proveniente dalla Galleria d’arte moderna di Genova, e, nell’ultimo mese della mostra, giungerà da Treviso la celebre Donna che nuota sott’acqua (1941).
Per completare il percorso: Significativa è la vicinanza della Galleria nazionale d’arte moderna a Villa Strohl-fern, dove Martini ebbe lo studio, e al Museo nazionale etrusco di Villa Giulia, meta e fonte di ispirazione dell’artista, dato che l’arte etrusca fu uno dei suoi riferimenti culturali. Collegamenti con l’architettura di Marcello Piacentini sono offerti dalla Città Universitaria e dalla Chiesa di Cristo Re. Infine ad Anticoli Corrado, dove visse e lavorò fra il 1924 e il 1927, Martini ha lasciato la fontana della piazza principale e opere nel locale museo.
In mostra viene proiettato il cortometraggio "Arte senza pace", documento di alto valore storico e artistico dedicato ad Arturo Martini, realizzato intorno agli anni '60 per la regia di Paolo Taglietto. Il film, scoperto all'interno del Fondo Fotografico della Provincia di Treviso, è stato restaurato e trasportato in formato DVD a cura di Fondazione Benetton Iniziative Culturali. Inoltre, sempre per facilitare il visitatore alla migliore comprensione dell’opera martiniana, due leggii multimediali con la scansione dei 439 fogli manoscritti di Arturo Martini dei "Colloqui sulla scultura" offrono la possibilità di sfogliare queste pungenti e sofferte pagine di riflessione sul suo lavoro.
Curatori: Claudia Gian Ferrari, Elena Pontiggia e Livia Velani
Comitato scientifico: Jean Clair, Maria Vittoria Marini Clarelli, Maria Teresa Fiorio, Claudia Gian Ferrari, Alberto Ghinzani, Elena Pontiggia, Livia Velani
Enti promotori: Ministero per i beni e le attività culturali -Soprintendenza alla Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea, Regione Lombardia, Comune di Milano, Fondazione Stelline, Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente.
Progetto grafico:Andrea Lancellotti
Progetto dell’allestimento: Federico Lardera
Collaborazione all’allestimento: Monika Elzbieta Rzonca
Anteprima stampa: sabato 24 febbraio 2007 ore 11,00
Inaugurazione: sabato 24 febbraio 2007 ore 18,00
Apertura al pubblico 25 febbraio – 13 maggio 2007
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Un 'opera di Andreas Gursky
Immagini da collezione
A cura di Angelandreina Rorro e Ludovico Pratesi
L’esposizione di un’opera del fotografo tedesco Andreas Gursky Ohne Titel XII Nr. 4 (pag 769) del 2000, riapre il ciclo Immagini da collezione, in cui vengono presentati, attraverso un unico, significativo lavoro, artisti di fama internazionale al momento assenti nelle collezioni della Galleria nazionale d’arte moderna.
La rassegna trae spunto sia dall’idea di dedicare uno spazio nel museo alle opere d’arte a matrice fotografica, sia dalla consapevolezza dell’importanza del collezionismo privato nel circuito dell’arte contemporanea; il collezionista, infatti, affianca e talvolta precede le istituzioni pubbliche nel sostenere le nuove tendenze che, a sua volta, il museo valorizza e storicizza.
Dimensioni gigantesche, ricchezza di dettagli, colori saturi, piani schiacciati ed elaborazione digitale sono alcuni degli elementi che compongono i lavori di Andreas Gursky, personalità artistica tra le più originali degli ultimi decenni, nato a Lipsia ma formatosi a Düsseldorf, alla scuola di Bernd e Hilla Becher.
L’opera esposta è parte di un ciclo di quattro tratte dal celebre romanzo di Robert Musil L’uomo senza qualità. Proveniente dalla collezione Giovanni Giuliani la foto di grandi dimensioni e inedita rappresenta una pagina appiattita e ingigantita.
Il contrasto tra la bidimensionalità del piano dell’immagine e il suo formato enorme che invita l’osservatore ed entrare nell’immagine come fosse un ambiente e leggerlo nei minimi dettagli, provoca un cortocircuito visivo che genera un senso di instabilità e spiazzamento.
L’esposizione dell’opera sarà accompagnata da una presentazione-video sull’artista.
Dal 25 febbraio al 18 marzo 2006
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Renato Mambor
Separè. Oggetti scultorei
a cura di Marina Gargiulo - Angelandreina Rorro
La Galleria nazionale d’arte moderna presenta Separè, un’inedita installazione di Renato Mambor, composta da coppie di elementi che mettono in relazione la figura umana con materiali, colori e tecniche diversi: i pannelli antistanti, con al centro una sagoma d’uomo ritagliata e vuota, aprono lo sguardo dell’osservatore al fondale, di volta in volta variato con stelle, carte topografiche, legname grezzo e altro. L’opera si compie nell’occhio dello spettatore, invitato ad attraversare visivamente lo spazio fra le sagome e i fondali e a percepirne la connessione armonica e non conflittuale.
In mostra anche una selezione di opere grafiche, che raccontano il costante lavoro del maestro sulla figura umana, spersonalizzata e resa bidimensionale, come un’ombra, un ricalco e concretizzata negli Uomini Statistici, nei Timbri, nell’Osservatore, nel Decreatore e oggi nei Separè.
Renato Mambor, formatosi nel clima romano degli inizi degli anni Sessanta, tra le ricerche visive di Lo Savio e quelle degli amici della Scuola di Piazza del Popolo, pone da sempre al centro della sua attività l’interesse per l’arte come linguaggio. Partendo dalle unità elementari, quali materia, forma, colore e movimento, lavora sui segni, sulla loro percezione e sull’esperienza cognitiva che lo spettatore è chiamato a fare, divenendo osservatore. Mambor rivolge un’attenzione analitica alle opere, depurandole da qualsiasi intento emotivo o psicologico e usa gli strumenti eterogenei dell’arte, pittura, scultura, installazione, per favorire un diverso approccio all’osservazione e alla conoscenza. Da instancabile sperimentatore, l’artista si è inoltre dedicato anche al cinema, al teatro e alla fotografia.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito dalla Palombi Editore presentato dalla soprintendente Maria Vittoria Marini Clarelli, con un saggio di Achille Bonito Oliva, testo critico e intervista a firma delle due curatrici della mostra, e scritti dell’artista stesso.
Uffici stampa:
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Dott.ssa Carla Michelli tel. 06/322 98 328 - e-mail: cmichelli@arti.beniculturali.it
CLP Relazioni Pubbliche Tel. 02/433430 – 02/36571438 Fax 02/481384 ufficiostampa@clponline.it
Dal 25 febbraio - 29 aprile 2007
Galleria Nazionale d'Arte Moderna - GNAM
viale delle Belle Arti, 131 - Roma
Orari di apertura: martedì - domenica dalle 8.30 alle 19.30. Chiusura il lunedì.
Biglietto: Euro 9.00 Intero – Euro 7.00 Ridotto (per i cittadini UE fra i 18 e 25 anni).