La mostra presenta una ventina di opere pittoriche realizzate tra il 1966 e il 2005, permettendo quindi di ripercorrere sinteticamente le tappe di una vicenda creativa iniziata negli anni Quaranta e ancora in pieno divenire.
Matamoto
Si inaugura il 7 febbraio 2007 alle ore 18.30 allo Spazio Annunciata una
mostra di Gianni Bertini dal titolo “Matamoto”, concepita espressamente
per questa occasione. E' questa la prima di una serie di mostre
personali del ciclo "Milano Anni '60" iniziato l'11 ottobre 2006 con una
collettiva e dedicato ai protagonisti della pittura milanese degli anni
'60 – tra pop art ed immagine critica – alcuni, ancor oggi pienamente
attivi.
La mostra presenta una ventina di opere realizzate tra il 1966 e il
2005, permettendo quindi di ripercorrere sinteticamente le tappe di una
vicenda creativa straordinaria, iniziata negli anni Quaranta e ancora in
pieno divenire. Le opere si concentrano in particolare sulla fase
immediatamente successiva all'elaborazione del Manifesto della Mec-Art,
pubblicato nel 1965, momento cruciale nell'evoluzione della poetica di
Bertini, in cui le istanze iconografiche della contemporaneità, i miti e
le icone della società contemporanea, trovano un perfetto punto di
congiunzione con la tecnica usata, che è quella del riporto fotografico
sul tela. Contemporaneità delle immagini e dei mezzi, dunque, che
prosegue sino ai nostri giorni: infatti le opere più recenti presentate
in mostra nascono da elaborazioni dell'immagine al computer, in una
continua attenzione nei confronti della realtà, iconografica e
tecnologica, che ci circonda.
Tra le opere in mostra, si segnalano pezzi storici come “La scampagnata”
del 1966 e “All'autodromo” del 1967, “Il centauro Chirone” e “Penelope
et Telemaque” del 1998, due tele di grandi dimensioni e di forte impatto
visivo. Sin dal titolo della mostra si intuisce che i soggetti sono per
lo più prelevati dal mondo delle corse automobilistiche e
motociclistiche, unite nell'immaginario di Bertini alle figure femminili
in una personalissima rilettura di alcuni dei miti del passato, in un
percorso che unisce la volontà di testimoniare il presente senza
dimenticare le persistenze di una cultura classica che da sempre
accompagna la ricerca dell'artista, in quella “bertinizzazione” della
realtà avviata già negli anni Sessanta.
Gianni Bertini è nato a Pisa nel 1922 ed è sin dall'immediato dopoguerra
uno dei protagonisti dell'arte italiana ed europea della seconda metà
del XX secolo. Nel lontano 1949 tiene la sua prima mostra a Milano, alla
Galleria Salto, prima di trasferirsi, nel 1953 a Parigi, dove risiede
tuttora. Amico di Pierre Restany, è vicino alle poetiche del Nouveau
Réalisme ma mantiene sempre la propria indipendenza operativa. Nel 1968
ha una sala personale alla Biennale di Venezia e negli anni
immediatamente successivi è tra i fondatori di due riviste storiche
della poesia visiva italiana come “Mec” e “Lotta poetica”. Nel 1984
tiene a Parigi una grande retrospettiva al Centre National des Arts
plastiques, mentre nel 2004 la Fondazione Mudima di Milano gli dedica
“La schiuma del tempo”. Innumerevoli le partecipazioni a mostre
collettive, tra cui si ricordano almeno quella a “Mythologies
quotidiennes” a Parigi nel 1964, “Le monde en question” ancora a Parigi
nel 1967, “Metamorphose de l'objet” in varie sedi museali europee nel
1971, “Fotomedia” a Dortmund nel 1974 e le diverse ricognizioni storiche
sulla Pop Art italiana svoltesi dagli anni Ottanta ad oggi.
La mostra è accompagnata da un catalogo contenente la riproduzione a
colori di tutte le opere esposte e un testo introduttivo di Walter
Guadagnini.
Immagine: Le amiche, 1967, tecnica fotografica su tela cm. 47 x 54
Spazio Annunciata
Via Luca Signorelli 2/a - Milano