Manoscritti, documenti, dipinti, disegni, fotografie. Nel centenario della nascita, la mostra intende presentare il rapporto fra l'artista e Torino e il Piemonte attraverso l'esposizione delle opere della sua multiforme attivita' di pittrice, poetessa e narratrice. A cura di Antonio Ria.
Manoscritti, documenti, dipinti, disegni, fotografie
A cura di Antonio Ria, in collaborazione con Giovanni Tesio e Marco Vallora
La mostra intende presentare il rapporto fra Lalla Romano (Demonte, Cuneo, 1906-Milano 2001) e Torino e il Piemonte attraverso l’esposizione delle opere della sua multiforme attività artistica rispettivamente di pittrice, poetessa e narratrice. È a Torino che Lalla Romano giunge da Cuneo nel 1924 per frequentare l’Università, laureandosi nel 1928 con una tesi su Cino da Pistoia, mentre segue i corsi di pittura di Giovanni Guarlotti.
Allieva di Lionello Venturi, su suo suggerimento nel 1928 entra nella scuola di Felice Casorati. Anche se inizia a insegnare a Cuneo, dove poi diventa direttrice della Biblioteca Civica, continua a frequentare la scuola di Casorati e la vita culturale e artistica del capoluogo piemontese.
Nel 1935, in seguito al trasferimento del marito, Lalla Romano si stabilisce con la famiglia a Torino e insegna Lettere all’Istituto Magistrale «Regina Margherita» e poi al Ginnasio-Liceo «Cavour», restando in città fino al 1943 (quando – danneggiato in un bombardamento il suo alloggio – sfolla a Cuneo col figlio, presso i genitori, continuando tuttavia a insegnare al «Cavour» fino al 1944, anno in cui viene trasferita all’Istituto Tecnico di Cuneo). Intanto prosegue la sua attività pittorica ed espositiva, culminata nel 1937 con una mostra personale a Palazzo Lascaris. È del 1941 la sua prima pubblicazione con un libro di poesie, Fiore, edito a Torino presso Frassinelli. Anche se nel 1947, sempre al seguito del marito Innocenzo Monti poi divenuto Presidente della Banca Commerciale Italiana, si trasferisce definitivamente a Milano, Lalla Romano mantiene con Torino una assidua frequentazione culturale, anche e soprattutto per il suo rapporto con la casa editrice Einaudi, che sarà il suo editore di riferimento e che pubblicherà le sue opere: da Le metamorfosi (1951) a Diario ultimo, pubblicato postumo nel 2006.
Il progetto espositivo è ideato da Antonio Ria e curato in collaborazione con Giovanni Tesio (per l’aspetto letterario) e Marco Vallora (per l’aspeto pittorico): si articola in varie mostre, distribuite nella città di Torino.
1. Palazzo Lascaris (Via Alfieri, 15)
LALLA ROMANO A PALAZZO LASCARIS SETTANT’ANNI ANNI DOPO
Palazzo Lascaris sarà il “cuore” dell’intero progetto espositivo. Attraverso dipinti, disegni, manoscritti e documenti, esposti nell’atrio del I piano e nelle due stanze del piano terra (una adibita a sala proiezione di vari video), si ricostruirà la prima mostra “personale” torinese di Lalla Romano, realizzata a Palazzo Lascaris nel 1937, «nella saletta dell’Associazione donne artiste e laureate», come riferiscono i giornali dell’epoca che evidenziano il suo «temperamento pittorico ricco, esuberante, senza dubbio attento alle più accese manifestazioni di avanguardia» e «la sicurezza di tocco, la decisione con cui affronta i suoi soggetti» (Mar[ziano] Ber[nardi], «La Stampa» (?), 23 gennaio 1937). (Sezione della mostra curata in collaborazione con Giovanni Tesio, Marco Vallora e Monica Naldi).
2. Archivio Storico dell’Università di Torino (Via Verdi, 8)
LALLA ROMANO ALL’UNIVERSITÀ DI TORINO (1924-1928)
Nello spazio espositivo appena inaugurato dell’Archivio Storico dell’Università di Torino vengono presentati documenti del tirocinio universitario di Lalla Romano (iscritta nel 1924 alla Facoltà di Lettere e Filosofia e laureatasi nel 1928), la sua Tesi di laurea su Cino da Pistoia appena restaurata (dopo l’alluvione che nel 2000 ha colpito i depositi dell’Archivio dell’Università), manoscritti e lettere che testimoniano inquietudini giovanili, progetti, appunti di lezioni, rapporti con i docenti (soprattutto il filosofo Annibale Pastore, il francesista Ferdinando Neri, lo storico dell’arte Lionello Venturi, il filologo e linguista Giulio Bertoni, relatore della sua tesi) e i compagni d’università, fra cui Cesare Pavese, Mario Soldati, Franco Antonicelli, Giovanni Ermiglia (questi ultimi due suoi primi “amori giovanili”). Città, università e personaggi presenti nel suo “romanzo di formazione” Una giovinezza inventata (Einaudi 1979), importante anche come documento di un periodo felice e fecondo, pieno di fermenti della storia culturale della città. Insieme a manoscritti provenienti dall’Archivio milanese di Lalla Romano vengono esposti documenti dell’Archivio Storico dell’Università di Torino, fra cui molti inediti e presentati al pubblico per la prima volta. (Sezione della mostra curata in collaborazione con Giovanni Tesio e, per l’Archivio Storico dell’Università di Torino, con Paola Novaria).
3. Biblioteca Nazionale Universitaria (Piazza Carlo Alberto, 3)
LALLA ROMANO TRA POESIA E NARRATIVA
Nella sala espositiva della Biblioteca Nazionale Universitaria si presentano manoscritti e documenti sulla formazione di Lalla Romano a Torino, sul suo soggiorno di quattro anni al pensionato delle Fedeli Compagne, sui rapporti con il suo prozio Giuseppe Peano, il famoso logico-matematico, sui suoi maestri ed amici, di cui narra nel suo romanzo Una giovinezza inventata; e poi su Arnaldo Momigliano, Carlo Dionisotti e tanti altri. Si espongono manoscritti delle sue prime prove letterarie (poesia e narrativa), tra la fine degli anni Venti e l’inizio dei Trenta; e poi documenti del suo insegnamento a Torino tra il 1935 e il 1943, periodo in cui il suo impegno letterario si concretizza con la pubblicazione nel 1941 del suo primo libro di poesie Fiore (Frassinelli), nel 1944 con la traduzione dei Tre racconti di Flaubert (Einaudi) e poi con la scelta, traduzione e cura dell’imponente Diario di Delacroix, che consultava presso la Biblioteca Nazionale Universitaria (Chiantore, 1945).
L’esposizione presenta pure documenti sui rapporti fra Lalla Romano e Torino anche quando la scrittrice si trasferisce a Milano nel 1947, ad esempio continuando a seguire le mostre e gli eventi culturali della città per scriverne, su incarico di Eugenio Montale, sulla rivista «Il Mondo» (poi diventato «Il Mondo Europeo»), edita a Firenze: si espongono manoscritti, dattiloscritti e pagine della rivista (1946-47).
Largo spazio viene dato a tutta la produzione letteraria di Lalla Romano con l’esposizione dei manoscritti preparatori delle sue opere di poesie e di narrativa, con i dattiloscritti, le bozze di stampa e tutte le prime edizione dei suoi libri; e poi i rapporti con i protagonisti della casa editrice Einaudi: dallo stesso Giulio Einaudi a Cesare Pavese, da Natalia Ginzburg a Italo Calvino, a Elio Vittorini, Giulio Bollati, Ernesto Ferrero… Questi materiali (contratti editoriali, lettere, telegrammi, corrispondenza spesso inedita) provengono dall’Archivio di Lalla Romano e dagli Archivi della casa editrice Einaudi.
(Sezione della mostra curata in collaborazione con Giovanni Tesio, Mauro Bersani della casa editrice Einaudi e, per la Biblioteca Nazionale Universitaria, Franca Porticelli).
4. Galleria Narciso (Piazza Carlo Felice, 18)
LALLA ROMANO PITTRICE E I SUOI MAESTRI (Fino al 24 marzo 2007)
In questa galleria storica di Torino si dà ampio spazio all’attività pittorica di Lalla Romano, anche confrontata con l’opera dei suoi maestri, fra cui Giovanni Guarlotti e Felice Casorati. La prima sala si apre con alcune tele di Giovanni Guarlotti in cui Lalla è ritratta come modella, e poi con una scelta delle prime esperienze pittoriche di Lalla Romano, fra il 1924 e il 1928, accompagnate da opere di altri suoi primi maestri, a cominciare dal padre di Lalla, Roberto Romano. La seconda sala è dedicata al periodo in cui Lalla Romano frequenta la scuola di Casorati: accanto ad alcune opere del maestro e di altri pittori torinesi, vengono esposti vari dipinti di Lalla Romano fra il 1928 e il 1932/33.
La terza sala comprende dipinti della sua maturità artistica, che corrisponde al secondo soggiorno torinese di Lalla Romano dal 1935 al 1943: sono accompagnati da alcune opere di altri “maestri” (tra cui Matisse, Soffici e Carlo Levi). In una quarta sala/corridoio viene esposto un certo numero di disegni di Lalla Romano. Insieme alle opere pittoriche nelle varie sale vengono presentati manoscritti, documenti, fotografie, libri relativi all’attività pittorica di Lalla Romano e ai suoi maestri e amici pittori, di cui scrive ampiamente in Una giovinezza inventata e in altre pubblicazioni. (Sezione della mostra curata in collaborazione con Marco Vallora e, per la Galleria Narciso, con Elio Pinottini).
5. Galleria fotografica presso la Sala Incontri URP del Consiglio regionale (Via Arsenale, 14/G)
IL «ROMANZO DI FIGURE» DI LALLA ROMANO. FOTOGRAFIE DI ROBERTO ROMANO
In questa Sala esposizione verranno presentate, a rotazione cambiando ogni mese, le stampe seppiate di grande formato, ricavate dalle lastre originali delle fotografie del padre della scrittrice, Roberto Romano, dilettante fotografo, datate 1904-1914, con alcune inedite sulla città di Torino. Su e con queste foto Lalla Romano ha composto alcuni dei romanzi più innovativi del secondo novecento letterario italiano: Lettura di un’immagine, Romanzo figure, Nuovo Romanzo di figure, Ritorno a Ponte Stura (pubblicati da Einaudi). Si esporranno le prime edizioni di questi libri con altri documenti d’epoca. (Sezione curata in collaborazione con Michelangelo Fessia e Gualtiero Freiburger, del Consiglio regionale del Piemonte)
6. Galleria Weber & Weber (Via San Tommaso 7, 1o piano)
UN PAESAGGIO RITROVATO. A DEMONTE E IN VALLE STURA SULLE TRACCE DI LALLA ROMANO. FOTOGRAFIE DI ALESSANDRO VICARIO (Fino all’8 marzo 2007. Catalogo Weber & Weber).
Concepita come contributo alla celebrazione del Centenario della nascita di Lalla Romano, la mostra ha come soggetto la piemontese Valle Stura e in particolare Demonte, paese natale della scrittrice. Le immagini di Alessandro Vicario documentano paesaggi, atmosfere, forme e colori che hanno esercitato un’influenza decisiva sulla formazione della sensibilità artistica di Lalla Romano. Ispirandosi sia a La penombra che abbiamo attraversato (il romanzo di Lalla Romano sulla sua infanzia) sia alle fotografie d’epoca di Roberto Romano (padre di Lalla), e coniugando storia della fotografia, letteratura e arte, quest’esposizione e il volume che l’accompagna creano una continuità poetica tra le opere e i luoghi, continuità che rimanda alla struttura dei “romanzi per immagini” di Lalla Romano. (Sezione curata in collaborazione con Alberto Weber).
7. Atrium Torino (Piazza Solferino)
PAESAGGI D’ASSENZA. SULLE TRACCE DI LALLA ROMANO. FOTOGRAFIE DI ALESSANDRO VICARIO (Dal 25 febbraio al 4 marzo 2007. Catalogo Edizioni Le Ricerche).
Presso Atrium Torino viene esposto il primo lavoro di ricerca fotografica che Alessandro Vicario ha dedicato a Lalla Romano, con immagini della sua casa milanese, dove ha abitato per quasi cinquan’anni, rimasta intatta dopo la sua morte (26 giugno 2001). Una ricognizione analitica di angoli e particolari, alla ricerca di una presenza che è ormai assenza: e sono proprio queste tracce a rendere manifesta (e struggente) l’assenza, isolando alcuni particolari per circondarli di spazi vuoti, e di silenzi. (Sezione curata in collaborazione con Luca Scarlini, di Torino Capitale Mondiale del Libro con Roma).
All’ingresso di Atrium Torino si può esporre un Totem che pubblicizzi tutte le mostre per l’intero periodo espositivo.
Inaugurazione: 8 febbraio 2007 alle ore 16.30 a Palazzo Lascaris
Orari delle altre inaugurazioni:
Ore 11.15: Archivio Storico dell’Università di Torino
Ore 12.00: Biblioteca Nazionale Universitaria
Ore 16.00: Galleria Weber & Weber
Ore 16.30: Palazzo Lascaris
Ore 18.00: Sala Incontri URP del Consiglio regionale del Piemonte
Ore 18.30: Galleria Narciso