Diverse sedi
Napoli

Alessandra Cianelli
dal 15/2/2007 al 13/3/2007

Segnalato da

Diana Marrone at PR/undercover


approfondimenti

Alessandra Cianelli



 
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15/2/2007

Alessandra Cianelli

Diverse sedi, Napoli

Storia del Purpo con la testa di cuore: due personali e una performance. Un polpo e' al centro della sua surreale, dadaista e debordante opera. Protagonista sia del video sia di alcuni disegni e tavole in mostra, l'artista sembra sospesa tra i nodi irrisolti dell'infanzia.


comunicato stampa

Storia del Purpo con la testa di cuore

“Quello che definisce il polipo (purpo in dialetto napoletano) è la sua consistenza, il modo in cui resiste sotto i denti, il suo charme inimitabile quando si muove sott’acqua. La paura lo fa virare dal verde-grigio al viola, infatti dai pescivendoli di Montesanto (un quartiere casbah di Napoli centro) è spesso viola, cosciente già della sua fine mortale. Mangiare polipo significa appropriarsi delle sue qualità uniche, da animale impossibile da classificare. La sua testa è come un cappuccio che pende inutilmente, i suoi occhi se vi è mai capitato di vederli in movimento, sono grandi e umili, di una gentilezza disarmante, come gli occhi delle mucche. E poi questo simpaticone si lascia prendere cosi facilmente, cosi facilmente da diventare un giocattolo effimero per i figli del pescatore.”

Emilie Reinhold, dal catalogo della mostra, ed. Overfoto, tutto a cura di Roberta Polidoro

Un polpo è l’apparente protagonista della surreale, dadaista e relazionale prima personale napoletana di Alessandra Cianelli.

Progetto ambizioso, che pesca a piene mani dalla volontà di potenza imposta dalla filosofia occidentale (Schopenahuer e Nietzsche), dalla nuova psicanalisi delle comunità (Bethleim) e dalle teorie induiste, Storia del Purpo con la testa di cuore è, per stessa ammissione della videoartista e scenografa napoletana Cianelli, una favola per adulti, che affonda nel, e tenta di risolverlo, suo personale vissuto. Protagonista sia del video sia di alcuni disegni e tavole in mostra, lei sembra sospesa tra i nodi irrisolti dell’infanzia e la ricerca di una collocazione per la sua intimità ed emotività, per sogni e fantasie debordanti.

L’artista predilige la creazione tout court di mondi e storie colti, che lascia crescere e sviluppare in mezzo a prop, disegni, piccoli teatri e azioni performative, immagini e foto a cui lavora incessantemente, costruendo e smontando, infine filmando. Predilige figure di santi (come Santa Lucia) o particolari della etnografia popolare napoletana. Il purpo, oltre ad essere il pescato più a buon mercato, è considerato ricco di proprietà nutritive per un popolo affamato ed esigente: il brodo ottenuto dopo ore di cottura, speziato ed insaporito da una sua zampa o da un po’ di testa, servito in cocci di terracotta, è spesso il pasto unico - energetico e principale - di pescatori, lavoratori umili che stanno notti e giorni al gelo o al bagnato.

La prima personale napoletana dell’artista è il frutto di anni di messa a punto del progetto e si presenta come un articolato montage dal sapore cinematografico ed artigiano, fatto di fotografie e video, una performance audiovisiva e rituale insieme, disegni e tavole ottenute dall’impasto infinito di tecniche e dimensioni. Lo storyboard viene disvelato in più sedi e momenti successivi, ed il pubblico è spinto a coniugare da sé - e arricchire di infiniti ipertesti - la storia sognante di questa favola.

Una bambina nasce ma perde, durante la sospensione amniotica, il cuore, che rifiuta il corpo in cui è alloggiato perché non ci sta a venire al mondo in un luogo asciutto come la realtà. Il cuore, infatti, cerca l’acqua e l’ottundimento della vita marina. Per sopravvivere trova un polipo a cui si congiunge carnalmente proprio alloggiandosi sulla testa-stomaco. La bambina, divenuta donna – e divenuta l’artista - si riappropria del suo cuore attraverso il purpo, mangiandolo.

L’assonanza meccanica tra cuore e polipo, che l’artista ha indagato consultando sia zoologi sia patologi, risiede nel fatto che si tratta di due pompe che hanno un medesimo criterio di funzionamento, l’una per il sangue e l’altra per l’acqua marina. In realtà la testa del polipo è il suo stomaco più che il suo cervello: questo ha motivato Cianelli a scegliere la figura polpo-testa-cuore come nodo simbolico dell’intera mostra.

Divisa in due sedi espositive e arricchita da due performance, Storia di Purpo con la testa di cuore espone nella sede principale, la galleria Overfoto, 11 foto e due pannelli per un totale di 3 serie (su D-Bond) dal titolo: Risveglio, Purpo nel Ghiaccio, Purpo-testa-cuore. Le immagini documentano sculture effimere in ghiaccio che l’artista ha preparato incastonandovi all’interno alcuni polipi. La grana larga dell’immagine si mischia con la texture del ghiaccio e la bestia sopita, il purpo, diventa eterea e dai contorni cerulei, perdendo il pigmento originario della pelle. Le sculture sono state usate per una performance del 2004 all’interno di un evento di relazione, Hubtopia a cura di N.EST (http://www.napoliest.it).

Oltre alle foto, viene esposto in loop il video che dà il titolo all’intera esibizione (15 min, dvd, animation). Pensato per essere il sonoro e l’audiovisivo della favola per adulti, è dal sapore retrò perché girato a casa dell’artista – vintage victim! - per scavare il suo immaginario. L’opera ricorda alcuni effetti low-fi del cinema indiano ed è ricca di animazioni sgranate e dissolvenze - sgargianti ed insieme mimetiche.

La performance della mostra, aperta al pubblico e gratuita, viene offerta due volte, il 16 febbraio 2007 alle ore 21 ed il 2 marzo alle ore 19. Il 16 febbraio è ospitata al Lanificio 25, un ex opificio industriale dell’Ottocento riconvertito in art factory dove si produce arte, teatro, cultura, fotografia, situato in uno dei contesti di archeologia industriale più affascinanti e rari di Napoli nel cuore popolare e vero della città.

Il video in mostra da Overfoto viene qui rimostrato prima integralmente e poi in forma di live editing operata dal vj Roberto Russo, designer napoletano di origini australiane. L’artista scompone, re-interpreta e arricchisce l’opera di nuovi fotogrammi presi dal girato, mentre il sound design live sarà curato da BK Bostik, che ha anche firmato la colonna sonora originale dell’opera.

L’esperienza di doppiaggio e missaggio dell’opera viene seguita da un’offerta rituale. Dopo la visione, Alessandra Cianelli offrirà al pubblico il brodo di polipo che inviterà ad accompagnare con sorsi di vodka. L’offerta ed il dono del cibo è una metafora che l’artista applica per ricongiungersi alla testa-cuore perduta. E per evocare lo spirito dionisiaco, la messa pagana che il brodo stesso trasuda. La performance audio-visiva e rituale è infatti ambientata proprio nel cuore della Napoli pagana e popolare, Porta Capuana, regno delle locande che tutt’oggi preparano questa pietanza tradizionale. Con essa l’artista ri-significa l’esperienza del trance: nei tempi passati, ma ancora oggi, il brodo è usato come afrodisiaco o eccitante, grazie al combinato altamente vaso-dilatatorio di spezie e carne di polipo.

Il progetto speciale della mostra è ospitato a partire dal 2 marzo a Trip: un nuovo spazio partenopeo, polifunzionale, dedicato alla cultura, alle arti, con percorso espositivo, luogo di incontro e scambio culturale. Trip è parte, insieme a Lanificio 25, della CRA (Carlo Rendano Association). L’artista vi presenta, fino al 9 marzo, lo storyboard della intera storia in 11 disegni e 5 tavole di varia dimensione. Cera e das, acrilici, materiali e tecniche miste si sovrappongono in una ridda di gesti che rimandano i tratti della pittura indiana ma anche le figure senza contorno di Dalì. Un’edizione limitata di un album a colori (formato 10X15; 100 esemplari) sarà messo in vendita in occasione della mostra da Trip.

Il 2 marzo a partire dalle 19, gli eleganti spazi di Trip ospiteranno ancora una volta il rituale dell’offerta del brodo di polipo, proprio per unire trasversalmente due quartieri napoletani molto diversi per pubblico e per offerta culturale. L’ispirazione dell’artista infatti contamina la popolare Porta Capuana e la ricca Chiaia. E sottolinea il forte legame tra i due luoghi dell’Associazione che li ospita.

Orari e sedi espositive:

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Galleria Overfoto, dal 16 febbraio (ore 18) al 14 marzo 2007
vico S. Pietro a Majella 6, 80138 Napoli
(cortile alle spalle di piazza Bellini)
tel/fax 08119578345
Orari: lunedì- venerdì ore 10-14; pomeriggio ed altri giorni su appuntamento, ingresso libero
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Lanificio 25, solo il 16 febbraio dalle 21
Pzza Enrico De Nicola 46, Napoli
ingresso libero
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Trip, dal 2 al 9 Marzo 2007
Via Martucci 64, 80121 Napoli
Performance: ore 19-21, 2 marzo 2007
Orari di apertura: 11.30-19.30 dal martedì al sabato
ingresso libero

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