La problematica della 'scultura in quanto non oggetto', ovvero le possibilita' di superare i limiti dell'oggettivita'.
Personale
La scultura, in arte, sembra essere divenuta obsoleta, in particolare per ció che concerne il trattamento di un materiale come la pietra. Questa pratica implica un lavoro disagevole che richiede grande competenza e basi tecniche. In più, si tratta di un’attività economicamente molto onerosa che esige un’applicazione costante, poiché la realizzazione di un’opera non dà un ritorno immediato a causa del lungo tempo di produzione. Le stesse grandi città identificabili come centri artistici internazionali non assicurano più le condizioni ottimali all’esercizio della scultura e, di conseguenza, questa attività é divenuta praticamente impossibile.
Io faccio della scultura su pietra poiché é ció che mi sembra essere più aderente alla mia personalità. E’ la disciplina ed il mezzo attraverso i quali sono capace di riflettere il mio mondo.
La causa é del tutto soggettiva. Personalmente, ho bisogno delle difficoltà relative alla lavorazione della pietra. Per me, la durata del processo ed il tempo che passo con il pezzo che creo sono molto importanti. Lo scolpire é un lavoro meramente intellettuale, il lato fisico dell’attività non é altro che un forte controllo per impedire il dominio dell’idea. Ho bisogno di questo antagonismo con la pietra.
Attualmente, ció che mi interessa in modo particolare é la problematica della « scultura in quanto non oggetto », ovvero le possibilità di superare i limiti dell’oggettività. Rath Gerber Attila.
Galerie du Tableau
37, rue Sylvabelle - Marseille
Orario: Lun - ven, 10 - 12; 15 - 19; sabato 10 - 12; 15 - 18.
Ingresso libero