Luck & Faith. Una selezione di sculture polimateriche. La parola chiave della sua arte e' "contrasto": tra materiali diversi, tra sacro e profano, tra icone antiche e contemporanee, tra fede e consumo, tra sogno e realta'.
Luck & Faith
a cura di Stefania Mazzotti
Luck & faith - fortuna e fede - è il titolo della mostra che inaugura
domenica 18 febbraio, alle 17 allo studio La Matta di Solarolo (RA).
La mostra, a cura di Stefania Mazzotti, espone una selezione di sculture
polimateriche di Valerio Saltarelli Savi, giovane artista piacentino. La
parola chiave della sua arte è “contrasto”: tra materiali diversi, tra
sacro e profano, tra icone antiche e contemporanee, tra fede e consumo,
tra sogno e realtà.
“Bello come l'incontro di un ombrello e una macchina da cucire su un
tavolo operatorio” avrebbe detto Man Ray, facendo l’eco al titolo di una
sua celebre fotografia. Le vibrazioni sottese alle opere di Savi paiono
essere le stesse del dadaismo e poi del surrealismo.
Oggetti sacri, ex –voto, crocefissi e angioletti sono giustapposti a
cornetti napoletani, a dadi da gioco e a conchiglie. Gli oggetti, come
se fossero stati trovati nella cantina di una vecchia signora borghese,
vengono assemblati con altri materiali e impreziositi da cornici,
piedistalli, bacheche di vetro e sfondi di tappezzerie damascate.
All’interno delle cornici gli oggetti sono accostati come rebus. Bisogna
trovare la chiave che scioglie l’enigma. A differenza dei suoi
antesignani Savi non indaga l’inconscio, non vuole raggiungere la
poeticità dell’irrazionale attraverso l’associazione libera d’idee, ma
racconta i paradossi del nostro vivere quotidiano. “Quello che vedi non
è tutto quello che esiste” con questa frase si apre il catalogo che
raccoglie le sue opere. La critica all’apparenza si traduce un
cortocircuito all’interno dell’opera. Allora le posate impreziosite da
gemme preziose diventano inutili: i cucchiai sono bucati, i denti delle
forchette arricciati, i busti delle veneri hanno teste di animali
cornuti e l’annunciazione è ridotta a un test di gravidanza. Le sue
opere, che all’apparenza sembrano dei semplici motti di spirito,
sottendono denuncie esplicite e amare al vivere quotidiano.
Il trittico di steli è forse l’opera più provocatoria. Nella prima
“Questo è l’uomo” una testa in vetro trasparente è riempita di soldi e
sotto un sacro cuore allude ironicamente all’importanza totalizzante del
denaro nella nostra società.
Savi utilizza i significati archetipici degli oggetti per comunicare in
maniera diretta con lo spettatore. Non è un caso che l’artista abbia, su
sua iniziativa, realizzato alcune pubblicità per Amnesty international e
Unicef e abbia in altri casi disegnato dei mobili.
Le tecniche cambiano, ma in fondo al percorso troviamo sempre la stessa
indicazione di salvezza, il recupero della fede e della sacralità delle
azioni.
Inaugurazione: domenica 18 febbraio 2007, ore 17
Studio La Matta
via Kennedy 18 - Solarolo (RA)