La doppia personale di Franca Geremia e Maurizio Marcelli vede l'accostamento di due stili pittorici differenti. Testo di Paola Peressin.
Franca Geremia - Maurizio Marcelli
Come raccontare una mostra che si chiama come fosse la Madonna? Proviamo a considerare il titolo come una sigla da decriptare: E.A.D.
"E” come "Ecce ancilla Domini” o del nome: con queste parole la Vergine, nel Vangelo di Luca, si dichiara disponibile a essere del Signore, a servirlo, a contenerlo. Nelle stesse litanie della Vergine, Maria è invocata come VAS, vaso o contenitore di Dio. Ora, se chi parla è la Madonna e se ciò che dice è anche il nome della mostra, è come dire che la mostra, come la Madonna, è il contenitore del divino. Infatti, se è vero come è vero che ritualità e linguaggi inerenti i discorsi sull’arte nella modernità e nella post-modernità sono fortemente debitori del vocabolario religioso, ecco che il divino è l’arte stessa.
"A” come "Aedes/Atanor” o del contenitore: L’aedes è per i Latini il luogo del sacro, il santuario. É il luogo dove si contiene, si ostende, si protegge il sacro, il luogo del silenzio, del rispetto e della preghiera; il luogo dove si attua l’evento artistico, dove l’arte si fa Arte, e l’artista Artista. L’atanor è per gli alchimisti il recipiente a fuoco continuo, isolato dal mondo sensibile, in cui, tramite l’immissione della pietra filosofale ricercata per tutta una vita, l’artifex conclude il suo percorso di conoscenza del mondo e di autocoscienza, facendo fondere cose tra loro inconfondibili.
"D” come "Due coppie” o del contenuto: La prima coppia è quella dei due artisti, una donna e un uomo. La seconda coppia è quella delle opere (o dei concetti che le opere rappresentano), il fallo e la vulva. Come in una sorta di chiasmo (o incrocio d’Amore -gli alchimisti penserebbero all’unione tra sorella e fratello, in cui si realizza la ricongiunzione degli opposti) la donna rappresenta/è il maschile, l’uomo rappresenta/è il femminile. Anche nel linguaggio è visibile una specie di incrocio/scambio: il maschile-donna è brillante, naturalistico-ingenuo, lunare; il femminile-uomo è luminoso, astratto-sapiente, solare, come a tentare una conciliazione dei due opposti stati dell’essere umano (Innocenza e Esperienza, avrebbe detto William Blake).
Come dire, parafrasando un aforisma sullo yoga, che un uomo non ha bisogno di una donna "da fuori”, dal momento che ha una donna riposta dentro di sè. In estrema sintesi (per i profani e anche per i sacerdoti dell’arte), mentre il titolo rappresenta la funzione di una mostra nel sistema dell’arte, la giustapposizione all’interno di questa mostra di due opposti sta a significare il tentativo di raggiungere l’integrazione e diventare un io.
Paola Peressin
Inaugurazione: 24 febbraio 2007
La Roggia
v.le Trieste, 19 - Pordenone