Al Cenacolo Baccariniano aderirono anche scrittori e filantropi, ma furono le arti figurative a primeggiare. L'intento del MIC e' quello di restituire l'ambiente culturale faentino del primo decennio del 900, l'esposizione mostra una serie di parallelismi e confronti con 150 opere -sculture, ceramiche e disegni- di Domenico Baccarini e compagni.
Il Cenacolo Baccariniano
a cura di Jadranka Bentini
Nel centenario della morte di Domenico Baccarini, le città di Faenza e di
Ravenna si uniscono nel promuovere due esposizioni: “L’età art nouveau a
Faenza. Il Cenacolo Baccariniano” organizzata dal Museo Internazionale delle
Ceramiche di Faenza, imperniata sugli artisti che composero originariamente
il “Cenacolo”; e “Domenico Baccarini. Una meteora del primo Novecento”,
antologica, dedicata all’intera opera dell’artista, organizzata dal Museo
d’Arte della città di Ravenna.
L’esposizione faentina, che comprende 150 opere tra le quali anche sculture,
ceramiche e disegni di Baccarini, riserverà la sua attenzione ai
protagonisti della scultura, senza dimenticare la grafica e, fra le arti
applicate, la stessa ceramica, visibile nel percorso permanente del museo
dall’estate scorsa.
Sono trascorsi 23 anni dalla mostra dedicata a Domenico Baccarini nel primo
centenario della nascita, realizzata a Faenza nel Salone del Podestà e nel
Museo Internazionale delle Ceramiche, e fortemente voluta da Ennio Golfieri
che ne curò anche allestimento e catalogo con un manipolo di preziosissimi
collaboratori.
Già nei primi anni del secolo scorso si era formato a Faenza un gruppo di
valenti pittori-scultori-incisori-ceramisti che dedicavano grande attenzione
alla maiolica. Emerge fra questi la figura di Domenico Baccarini, la cui
prematura scomparsa (nel 1907 a soli 24 anni) non gli impedisce di
raggiungere risultati di altissimo livello, in linea con la sensibilità
inquieta venata di simbolismo che domina l'arte del periodo.
Al Cenacolo Baccariniano - dapprima riferito agli anni della Scuola di
Disegno e Plastica diretta da Antonio Berti, in seguito trasferita nel
retrobottega di Maddalena, la madre di Baccarini - accomunato da una
medesima volontà di intenti, aderirono anche scrittori come Alfredo Oriani,
collezionisti come Ercole Alberghi, filantropi socialisti come Ugo Bubani.
Ma furono le arti figurative a primeggiare impersonate da Domenico Rambelli,
Giuseppe Ugonia, Giovanni Guerrini, Francesco Nonni, Pietro Melandri, Ercole
Drei e altri ancora, un gruppo folto destinato a diradarsi nel terzo periodo
del consesso, allestito in casa di Antonio Missiroli dopo la morte
dell’artista, divenuto esclusivo di un gruppo di sei ritenuti gli unici
alfieri del movimento - in verità ben più vasto - baccariniano.
L’intento del MIC è ora quello di restituire l’ambiente culturale faentino
del primo decennio del Novecento spingendo la ricerca fino al terzo, dopo il
quale anche i protagonisti del “Cenacolo” cambiarono ideali artistici, forti
di esperienze maturate in città e fuori di essa, al seguito o meno delle
avanguardie.
Per tratteggiare assonanze e fonti ispirative, in sintonia con l’Italia e
l’Europa, l’esposizione fornirà una serie di parallelismi di confronto con
opere provenienti da musei e collezioni italiane e straniere di artisti
famosi, molti dei quali presenti nella esposizione faentina del 1908, tenuta
nell’occasione del terzo centenario della nascita di Evangelista Torricelli:
dipinti, disegni e incisioni di Klimt, Knopff, Munch, Larsson, Bonnard,
Pellizza da Volpedo, Martini, Balla, Costetti, Romani, Mentessi, Previati,
Segantini, De Carolis, Meunier ecc.
Particolare peso assumerà poi la produzione di Achille Calzi, figura
poliedrica di primo piano nella vita culturale e produttiva della città nei
primi vent’anni del secolo scorso. Pittore, ceramista, scrittore, insegnante
e direttore della Pinacoteca, Calzi entrò in contatto, per formazione e poi
per frequentazione, con poeti e artisti di prima grandezza - da Carducci a
D’Annunzio, da Pellizza da Volpedo a Sartorio - coltivando un’arte eclettica
in assonanza con le aree mitteleuropee e contribuendo alla rinascita delle
fabbriche di maioliche faentine.
La Pinacoteca di Faenza entrerà nella manifestazione dedicando invece una
esposizione ai più significativi disegni di Domenico Baccarini nelle
collezioni comunali. Il catalogo è a cura di Jadranka Bentini e i testi sono di Marco Antonio
Bazzocchi, Franco Bertoni, Orsola Ghetti Baldi e Marcella Vitali.
Inaugurazione: venerdì 23 febbraio 2007
MIC Museo Internazionale della Ceramica
Via Baccarini, 19 - Faenza
Orario: fino al 31 marzo da martedì a giovedì 9.30 - 13.30; venerdì, sabato, domenica e festivi 9.30 - 17.30. Dal 1 aprile al 31 ottobre da martedì a domenica 9.30-19
Biglietti: intero € 6; ridotto € 3; scolaresche € 2,50; con presentazione del biglietto del MAR di Ravenna € 3