Operazione di comparazione nella quale i due giovani pittori propongono lavori ispirati al tema della memoria e del ricordo rappresentato da fantasmi che riaffiorano dal passato.
Mnemonica
A cura di Francesca Baboni e Stefano Taddei
La galleria Canalgrande18 di Corso Canalgrande prosegue l’indagine all’interno del panorama dei giovani pittori emergenti con una bi - personale di Loredana Catania e Roberto Messina.
Inaugura sabato 24 febbraio Mnemonica a cura di Francesca Baboni e Stefano Taddei, operazione di comparazione nella quale i due giovani pittori propongono lavori ispirati al tema della memoria e del ricordo rappresentato da fantasmi che riaffiorano dal passato.
(r)esistenze -DOLLY, ciclo di lavori presentato da Loredana Catania si basa sull’ ambivalenza del termine, muovendosi dal binomio reale - mentale e interrogandosi sulla veridicità di ciò che nel pensiero comune è ritenuto vero e tangibile, rispetto al mondo fatto di pensieri che scaturisce dalla mente. (r)esistenze parte dal presupposto che, durante lo svolgimento di un’azione familiare, meccanica, che non richiede attenzione in quanto conosciuta, la mente possa aprirsi al rimando mentale, una sorta di mondo parallelo, popolato di immagini rimaste ancorate alla memoria, di spettri, presagi, presenze immateriali ed irrisolte.
Pensieri che assumono una consistenza quasi corporea e che appaiono sovrapposti alla scena quotidiana, rendendola inquietante e visionaria. Frammenti di una esistenza quotidiana, estrapolata da un vissuto, e assieme immagine mnesica o fantastica. Nel linguaggio pittorico, l’appartenenza a due mondi diversi viene resa manifesta da una differente resa segnica o coloristica, che la pittrice, proprio nel tentativo di rimanere neutrale sul giudizio di cosa sia ‘vero’ e cosa non lo sia, interscambiando di volta in volta - compatibilmente con una coerenza linguistica e narrativa- figura e sfondo, risolve come un’ interferenza.
Roberto Messina si riallaccia al ciclo di lavori precedenti in cui proponeva una sorta di retaggio dell' esperire umano. Tutte le immagini che (ri)propone nel nuovo ciclo 1945 , che filtra da scenari diversi, hanno valenza di quesiti, di sguardi; talvolta di interrogativi sull'agire collettivo e individuale all' interno della collettività. L’allusione è alla fine di quel 'castello' di follia costruito su un delirio di onnipotenza e di terrore, dove orientamento politico (qualunque esso sia) e regime non hanno alcun punto di riscontro.
Le opere di '1945' sono per lo più cancellazioni, memorie e istantanee di eventi sgretolatisi, implosi su sé stessi quando l' ingrediente fondante, la paura, è venuto a mancare. Ma anche metafora dei giorni nostri, dove questa 'paura' ha cambiato pelle, usata come strumento di controllo dalle classi dirigenti verso quelle impiegatizie. Una memoria dunque che si deposita in un' ''archeologia del presente''.
Inaugurazione: 24 febbraio
Galleria Canalgrande18
Corso Canalgrande n. 18, Modena
Orari: tutti i giorni escluso la domenica 10 –13 16-20 chiuso lunedì mattina e giovedì pomeriggio
Ingresso libero