Esposte una quarantina di fotografie in bianco e nero che ripercorrono la sua produzione artistica degli ultimi 10 anni. La mostra si divide in 3 sezioni tematiche: la prima dedicata ai ritratti, la seconda al reportage e la terza agli oggetti.
Fotografie
In Palazzo Calcagni, esposte quaranta immagini in bianco e nero del
fotografo reggiano che testimoniano il suo percorso artistico in questi
ultimi dieci anni di lavoro.
È dedicato alle fotografie di Massimo Costoli il nuovo appuntamento
espositivo di Palazzo Calcagni a Reggio Emilia, in calendario dal 24
febbraio al 17 marzo 2007.
La mostra espone una quarantina di immagini, tutte in bianco e nero e di
formati diversi (per lo più 50x60 cm. e 4 gigantografie 100x120 cm.), di
Massimo Costoli, che ripercorrono la sua produzione artistica di questi
ultimi dieci anni.
La mostra si divide tematicamente in tre sezioni: la prima dedicata ai
ritratti, la seconda dedicata alle fotografie di reportage e la terza
dedicata agli oggetti. Le immagini, diverse per soggetto e per formato,
sono accomunate dalla stessa linea estetica e dallo stesso sguardo; il
fotografo, infatti, utilizza la medesima modalità di approccio sia che si
trovi di fronte ad una persona, ad un paesaggio o ad un oggetto. Non c'è
una precisa volontà di documentazione, ma piuttosto una coerenza estetica
che unisce immagini anche molto diverse tra loro.
La mostra è accompagnata da un catalogo che contiene anche un testo di
Sandro Parmiggiani, curatore delle attività espositive di Palazzo Magnani,
nel quale leggiamo: " Basta tuttavia soffermarsi su queste fotografie,
sugli esiti di ciò che Costoli è andato inseguendo in tutti questi anni ?
certi rapporti formali e compositivi, certi equilibri tra luce e ombra,
certi volti che ci guardano ed altri che si nascondono alla nostra vista
ma il cui mistero subito ci fa sentire l?esigenza di immaginarne le
sembianze, certi trasalimenti interiori, certi abbandoni delle persone che
ci pare di potere leggere nei loro occhi, o nella posizione assunta dal
loro corpo, o nell?ambiente cui hanno dato vita come specchio e
prolungamento della loro esistenza ?, per comprendere che siamo di fronte
a un protagonista autentico della fotografia dei nostri anni." E ancora "
Davanti alle immagini di Costoli si resta infatti immediatamente colpiti
da una maturità ? nella scelta del soggetto, nell?inquadratura, nei
rapporti spaziali dentro l?immagine, nella sensibilità verso un?umanità
che così raramente ci è apparsa così vera nella sua dimessa spontaneità ?
che solo i fotografi di talento possono vantare. La cultura visiva di
Costoli deve essere ricca e variegata: non si acquisisce per caso,
nell?immagine, il controllo di certe ripartizioni spaziali, siano esse
segmentazioni orizzontali o verticali, proprie, ad esempio, di un dipinto
di una colta astrazione. Pensiamo, tra le tante, alla foto esemplare in
cui l?immagine è tripartita orizzontalmente, con ulteriori segmentazioni
verticali, con due persone, che se ne stanno alle due estremità laterali,
appoggiate al muro, o a quella di un imbarcadero lungo il fiume, con a
destra una persona seduta e sulla sinistra la stessa sedia vuota: c?è, in
queste simmetrie perfette, quasi la ricerca di un?immagine costruita a
specchio lungo un asse verticale centrale. Ma non si tratta solo di
geometrie: ecco il costante rapporto tra ombra e luce, tra squarci di
biancore e imboscate di un buio cupo e misterioso; ecco, in una bellissima
immagine, una tela-sipario che palpita, come una sindone, di biancori e di
retaggi del tempo. A questo proposito, non possono non essere citate le
fotografie in cui ad essere ?in posa? più non è un essere umano ? in
verità, solo in certi ritratti ambientati Costoli sembra cogliere in posa
una persona ?, ma un oggetto quotidiano, che assume una solennità
magrittiana. Nella mostra scorrono davanti a noi diverse tipologie di
foto: immagini rubate; ritratti veri e propri di persone; oggetti
ritagliati su uno sfondo; cose abbandonate, panchine, muri e alberi
solitari; croci di un cimitero che sembrano in marcia; una porta di un
campo di calcio in parte nascosta dalla vegetazione di un albero che pare
lentamente cancellarla come si potrebbe fare di un segno bianco su una
lavagna..."
Inaugurazione sabato 24 febbraio ore 18.30
Palazzo Calcagni
via Guido da Castello 19/a - Reggio Emilia
Orari: tutti i giorni 9.30 -13.00; 15.30 -19
Ingresso gratuito