Il passaggio temporale e' una costante dei lavori dell'artista, tanto che il concetto di memoria e' sempre presente, talvolta evidenziato attraverso l'uso di scritte, o veri e propri graffiti.
Personale
a cura di Adelinda Allegretti
La Galleria Comunale d'Arte Moderna di Cerreto Laziale (RM) ospita, dal 24 febbraio
al 2 marzo, la mostra personale di Alfredo Pompilio, artista tarantino che, dopo
aver frequentato il Liceo Artistico, ha completato gli studi all'Accademia di Belle
Arti di Milano. Il rapporto personale con alcuni docenti del calibro di Guido Ballo,
Emilio Tadini, Walter Valentini, Emilio Isgrò, permettono una visione ampia del fare
arte: il recupero della tradizione pittorica di qualità, e la traduzione in
linguaggi contemporanei. Alfredo Pompilio ha illustrato per anni la rivista "Tempi".
Le sue opere sono in collezioni pubbliche e private in ogni paese ed è documentato
dall'archivio storico della Quadriennale di Roma.
(.) Il passaggio temporale è una costante dei lavori di Pompilio, tanto che il
concetto di memoria è sempre presente, persino evidenziato, attraverso l'uso di
scritte, talvolta veri e propri graffiti, talaltra squisitezze calligrafiche che
evocano vecchi manoscritti. In L'uomo e l'uovo i rimandi alla tradizione
iconografica occidentale, e pertanto ai grandi maestri del passato, sono molteplici:
come non leggerci un omaggio alla Pala di Brera di Piero della Francesca, con
l'uovo, simbolo di perfezione della Natura, di vita e della sua ciclicità? Se lì è
appeso ad un filo qui è in bilico sull'alluce del piede di un uomo che, tutt'altro
che stabile sull'altra gamba, poggia su cuscini che a loro volta sembrano
galleggiare nello spazio. Che fatica mantenere l'equilibrio, e barcamenarsi tra gli
episodi che scandiscono la giornata, così come la vita! Ed ancora: quanti simboli in
quei cuscini, lussuria - e quindi vita - ma anche morte, come la storia dell'arte ci
insegna.
Ogni momento del vivere diviene una costante ricerca di equilibrio, anche l'amore
tra uomo e donna. In X ed Y - l'evocazione degli assi cartesiani, e quindi del DNA,
è lapalissiano - le due figure si incontrano in un improbabile atto sessuale.
Improbabile, eppure non impossibile, se ciascuno dei due si sforzerà a sufficienza
per aumentare i propri numeri (di qui le formule che affiorano in superficie) e
metterli a disposizione dell'altro, portando alla crescita comune. È quanto accade
in L'ora del caffè: la caffettiera in bilico sulla tazzina, la donna in bilico
sull'uomo. C'è ancora una ricerca di equilibrio, dapprima formale e successivamente
simbolica. Le scritte sempre presenti, inevitabili. Esse formano una sorta di
tessuto connettivo. Impreziosiscono i dipinti con l'esperienza, il vissuto di cui si
fanno simbolo. È il tempo che lascia traccia di sé, a volte ben leggibile altre
volte appena intuibile. Sovente la scritta sembra deturpare il dipinto, come se dei
graffiti vi fossero stati incisi con la volontà di danneggiarlo. È l'intervento
delle persone ignoranti o insensibili all'arte che però, anziché svilire l'opera,
paradossalmente diventano un mezzo per nobilitarla. Nascondi e metterai in evidenza,
insegnano Man Ray e Christo, deturpa e renderai sublime. Parola di Pompilio.
Inaugurazione sabato 24 febbraio alle ore 17,30
Galleria Comunale d'Arte Moderna
P.zza G. Marconi, 12 - Cerreto Laziale (RM)
Orari: tutti i giorni 17,30-20,30