Il segno. La passione. Una ricca sequenza di opere per la maggior parte inedite, realizzate tra il 2000 e oggi: disegni, pastelli, incisioni, crayon, dipinti a olio e ad acrilico, alcuni cartoni preparatori per vetrate e tre cartoni per affresco.
Il segno. La passione
a cura di Marianna Accerboni
S’inaugura venerdì 2 marzo alle ore 18.00 a Trieste alla Biblioteca Statale (Largo Papa Giovanni XXIII, 6) la mostra personale della giovane pittrice muggesana Rossana Longo. Ideata e curata sul piano critico dall’architetto Marianna Accerboni, la rassegna propone una ricca sequenza di opere per la maggior parte inedite, realizzate dall’artista tra il 2000 e oggi: disegni, pastelli, incisioni, crayon, dipinti a olio e ad acrilico, alcuni cartoni preparatori per vetrate e tre cartoni per affresco, di cui uno, particolarmente spettacolare e di notevole pregio, lungo 14 metri e alto 2. Realizzato a crayon nero, sanguigna, seppia e pastello bianco, è intitolato Battaglia e rappresenta uno scontro tra cavalli di razze diverse, come l’arabo, il lipizano, il mustang, lo shire, che simbolizzano l’intreccio tra le energie e gli spiriti liberi dell’universo. Gli altri due cartoni, lunghi 4 metri e alti dai 2 metri e mezzo ai tre, sono realizzati a sanguigna (un pastello composto di terre rosse e legante di cera e tracce d’olio) e si riferiscono a un affresco progettato per la cappella di un’antica chiesa veneziana. L’opera raffigura alcuni episodi della vita di Cristo, teologicamente contrapposti ad altrettante storie riguardanti la Vergine. Gli altri lavori esposti in mostra affrontano il tema del ritratto, del paesaggio e del corpo umano, soprattutto quello femminile, reinterpretati grazie anche a un’accentuata sensibilità per il mito e per la natura.
Durante la vernice avrà luogo un momento musicale eseguito dal duo composto da Stefano Casaccia al flauto dolce e da Nicola Lamon al clavicembalo, che eseguiranno, in linea con la tematica della mostra, musiche del Rinascimento e del Barocco italiano. Il Duo appartiene al prestigioso complesso barocco Nova Accademia, recentemente premiato dal Comune di Trieste in occasione del trentesimo anniversario della sua fondazione.
Un filo diretto con il Rinascimento – scrive Accerboni - connota la formazione della giovane pittrice muggesana Rossana Longo: due occhi azzurri e due mani affusolate e instancabili che, con passione, tenacia e convinzione, afferrano istintivamente le coordinate classiche dell’aurea maniera, la grazia e l’armonia rinascimentali, per estrinsecare quell’intima necessità di modellare i volumi attraverso il segno, realizzato a matita nera o a sanguigna, a carboncino, a pastello, a inchiostro, a penna biro o mediante fini e pazienti incisioni. Oppure, grazie a un gesto pittorico luminoso, consapevole delle tecniche antiche esercitate dai grandi maestri, ma padrone anche di mezzi più moderni quali l’acrilico. Al di là della pratica artistica s’intuisce però nella pittrice il bagliore di un’ampia cultura, che spazia dall’interesse per la musica classica, la musica popolare celtica, il canto gregoriano e la letteratura, alla passione per la mitologia, l’astronomia, la geometria descrittiva, l’anatomia, la storia dell’arte, con particolare attenzione al periodo che va dalla classicità al seicento.
Attraverso tali scelte espressive e culturali la Longo intreccia il sentimento e il senso della tradizione alla passione per l’età dell’oro, per il mito e per la tradizione e sa cogliere e interpretare con sensibilità il significato religioso delle cose, della natura e della vita. Riproponendo a volte la squisita armonia del Giardino di Boboli, che l’artista frequentava spesso, per disegnarne gli angoli più nascosti e le statue, nel periodo in cui seguiva il corso d’incisione al Centro Culturale Il Bisonte di Firenze. E’ questa una tra le più importanti scuole di grafica del mondo, in cui la Longo ha studiato grazie a una borsa di studio raggiunta attraverso una dura selezione. Ora quelle opere sono di proprietà del centro stesso e alcune compaiono in un catalogo edito dalla galleria Il Bisonte accanto ai nomi dei più valenti protagonisti della grafica contemporanea italiana. Ma Rossana Longo ha 33 anni ed è giovane: sciacquatasi in Arno come gli antichi poeti fecero per le finezze dell’idioma, la pittrice – che è anche molto appassionata all’arte dell’affresco, appreso in particolare all’Accademia di Belle Arti di Venezia, al ritratto, alle tematiche sacre, all’illustrazione e a una personale interpretazione del fumetto – coglie istintivamente l’ansia di sintesi che pervade il nostro tempo. E nelle opere migliori se ne appropria, osando nella grande dimensione (che tradisce spesso chi non è tecnicamente accorto) la composizione di corpi e volumi in un intreccio libero e felicissimo. I rimandi colti che potremmo accostare al suo talento – conclude Accerboni - oscillano tra la conoscenza di Raffaello, di Michelangelo, dell’inquieto manierista Bartolomeo Ammannati e del genio del Pontormo; ma, con il passare del tempo, affiora nel suo gesto anche il segno nervoso e istintivo di Treccani e di quegli artisti contemporanei che si sono gradualmente ribellati alla tradizione per andare oltre, forti della lezione acquisita.
Nata a Trieste nel 1973, nel capoluogo giuliano la Longo ha frequentato l’Istituto d’Arte E. e U. Nordio, la Scuola Libera di Figura del Museo Revoltella sotto la guida di Nino Perizi e Vittorio Porro, ha studiato disegno all’Accademia d’Arte della Boston Visual School, pittura e ritratto con il maestro Walter Falzari e incisione con Mirella Schott Sbisà alla Scuola dell’Acquaforte Carlo Sbisà. Nel 1997 si è laureata in Pittura e Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Venezia, nel 1997 e 1998 ha frequentato la Scuola Internazionale di Specializzazione per la Grafica d’Arte Il Bisonte di Firenze, nell’ambito della quale ha vinto una delle due borse di studio disponibili per l’Italia, conseguendo il diploma internazionale di incisore e stampatore. A Barga (Toscana) ha seguito il corso di stampa quadricromatica sotto la guida dell’artista Swietlan Kraczyna, inventore della tecnica stessa. A Staranzano (Monfalcone, Gorizia) ha studiato pittura a olio con l’artista Franco Milani. Nel 1998 ha illustrato il libro di poesie intitolato Tra Castore e Polluce per l’Associazione teatrale culturale Mimesis di Gaeta. Per la raccolta di versi di Piero Zovatto Il Canzoniere dell’anima (Edizioni Parnaso, 2004) ha realizzato il ritratto dell’autore. Nel 2002 ha ideato ed eseguito tre tondi ad affresco per la facciata della Chiesa di S. Apollinare a Trieste. Nell’ambito dell’arte incisoria, stampa personalmente tutte le proprie opere.
Conferenza stampa: mercoledì 28 febbraio 2007 ore 10
Inaugurazione: 2 marzo 2007
Biblioteca Statale
Largo Papa Giovanni XXIII, 6 – Trieste