Sala Samona'
Padova
via Roma, 57
049 8204537 FAX
WEB
Marzia Gallinaro
dal 1/3/2007 al 31/3/2007
10-13 e 15.30-18.30, lunedi' chiuso

Segnalato da

Mirella Cisotto




 
calendario eventi  :: 




1/3/2007

Marzia Gallinaro

Sala Samona', Padova

Le ragazze sono asine/Girls are asses. 20 lavori realizzati su carta da pacchi, leggeri e luminosi, dai colori particolarmente forti e brillanti. Una ricerca che gioca ironicamente con i significanti.


comunicato stampa

Le ragazze sono asine/ girls are asses

Comune di Padova Assessorato alle politiche C ulturali e Spettacolo
Presenta la mostra

Le ragazze sono asine/Girls are asses di Marzia Gallinaro
Dal 3 marzo al 1 aprile 2007

Inaugurazione
venerdì 2 marzo 2007
alle ore 17.30
Sala Samonà, via Roma Padova.
Performance
ASINA IN S-POSA

Introduce Elio Armano

Monica Balbinot
Assessore alle Politiche Culturali
e Spettacolo
Flavio Zanonato
Sindaco di Padova

La performance ASINA IN S-POSA
verrà ripetuta il 9 e 29 marzo alle ore 17.30

La mostra rimarrà aperta fino al 1 aprile 2007
orario 10.00-13.00 / 15.30-18.30
lunedì chiuso, info http://padovacultura.padovanet.it

Una ricerca che gioca ironicamente con i significanti, procedendo dall'incantamento e dalla seduzione attraverso un percorso che cerca di costruire un’ architettura tra emozione e cognizione. Che vuole ricomporre uno spazio emozionale e ideale (di idee), di riflessioni e rappresentazioni.Venti grandi lavori realizzati su carta da pacchi , leggeri e luminosi, resi consistenti e parlanti grazie all'uso di colori particolarmente forti e brillanti. Uguali eppure diversi nel raccontarci un travestimento / metamorfosi che coglie, con esatta e perfida allegria, il lato cangiante dei comportamenti.

di Simonetta Gorreri

Io credo che le cose più interessanti sulle opere di Marzia Gallinaro le abbia scritte lei stessa quando tenta di analizzare i suoi processi emotivi e ciò che la spinge verso alcune espressioni istintive, certamente non nate dal caso. Vorrei evitare, quindi, la solita posizione del critico d’arte che si pone “a specchio” davanti all’opera e poi con belle parole più o meno cerca di interpretarla.

Mi piace invece lasciarmi “investire” da quello che lei ha dipinto e sentire sulla mia pelle gli effetti prodotti dalle opere. Alcune parti di me sanguinano e lo posso constatare, altre restano libere, anzi hanno voglia di muoversi, di reagire. E’ già un impatto abbastanza forte. Infatti spesso molte opere di giovani artisti passano su di me senza lasciare alcuna traccia. Resto INDENNE.

Io credo che l’ambiguità giacente in ognuno di noi, la voglia di ibridazione, di trasformazione, molto spesso soffocata per ragioni sociali o di convenienza, nelle opere di Marzia esploda con una libertà giocosa e per niente ripetitiva, anzi in mille sfumature. E ciò che più mi attrae e mi respinge è quel colore rosso raggrumato su labbra - occhi - guance in un tentativo di rianimazione allo stesso tempo ironico e disperato (vedi i Cartoni Estremi). Si tratta, quindi, di un intervento post-chirurgico di chiara matrice psicologica ma vitale nella sua essenza. Insomma, prevale l’istinto di sopravvivenza animale, la “specie” da difendere, da elaborare in mille colorazioni.

Noi, NOI donne siamo forse cloni di qualcun altro o di qualcos’altro? Oggi viviamo in un’epoca in cui la contaminazione è evidente. Contaminazione dei generi, delle diverse culture, dei mercati e dei modi di vivere. Marzia rivela di essere immersa in questa nuova realtà attraverso la ricerca della doppia identità, il riconoscersi-non riconoscersi che pervade le sue immagini.

Solo questo deve fare un artista: essere “rivelatore” del suo tempo, trasmetterci pulsioni e incongruenze, giocare con la storia che sarà scritta poi. Se si guarda il percorso di “Le ragazze sono asine - Girls are Asses” così come è stato ideato, si vede che si passa da una serie di stazioni pittoriche alla performance “Asina s-posa” e poi a due installazioni: una interattiva ancora da realizzare e una sulle “bambolasine”. Anche i nomi della prima tappa sono accattivanti: Asina con pelliccia viola, Asina Sessosa, Asina Urlante, Asinanera, KalashnikAsina, una specie di divertissement portato a un eccesso parossistico per una definizione-non-definizione di questa donna–animale guardata anche con una certa tenerezza.

Nella performance dell’Asina S-Posa (il trattino di distacco è significativo) è sottolineata ancor più l’ambiguità con una forte critica al concetto di istituzione, ma anche un’attenzione alla figura ludica della donna. L’ossessiva ripetizione del nome “asina” e il suo doppio significato, abbinato alla parola “girls”, non fa che sottolineare le trasformazioni, anzi le “sacre positive metamorfosi” come le chiama l’artista stessa.

L’installazione interattiva, che a livello di ideazione mi sembra forse la più interessante, riguarda intensamente il rapporto corpo non-corpo e le teste-asine vengono quasi “indossate” nella percezione dello spazio circostante attraverso immagini proiettate da piccole telecamere. Sembra così di entrare in una sequenza di stanze private dove si svolge un personalissimo rito, che ha un suo iter emotivo più che razionale e dove colore e sessualità, identità e dissacrazione rientrano in un percorso alla fine poetico; poesia intesa nel suo vero significato di andare all’ ESSENZA delle cose. Quindi una serie di porte che si aprono senza un vero accesso, una trasmigrazione del colore verso nuove forme di vita, attraverso il suo magma.

Quale sia poi lo sbocco di questa complessa esperienza ancora non si può dire; resta comunque il racconto di un veridicità sconcertante, l’andare oltre le apparenze per scoprire il nuovo, il coraggio della deformazione della realtà quotidiana, il tentativo di trovare una nuova identità. E’ stata un’esperienza molto particolare l’incontro-scontro con le opere di Marzia. Non mi farò medicare, è bene che le ferite prodotte dall’arte guariscano da sole, lasciando lievi ma significative tracce.

Inaugurazione: venerdì 2 marzo 2007 alle ore 17.30

Sala Samona'
via Roma - Padova
Orario: orario 10.00-13.00 / 15.30-18.30 lunedi' chiuso
Ingresso libero

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