La ricerca di Gianquinto, in un percorso che ha attraversato gli ultimi cinquant'anni del secolo scorso, ha saputo conservare fedelta' ai valori piu' puri della pittura, sempre rinnovata nel confronto con la sua storia, senza sbavature di stile ne' slanci chiassosi.
Il desiderio della luce, il fascino dell'ombra
La galleria Radium Artis ha inaugurato la propria attività nel maggio 2001 con una
mostra personale di Alberto Gianquinto; ora, a distanza di quasi sei anni da quel
felice incontro, ripropone un omaggio al pittore veneto scomparso nel 2003,
dedicandogli una nuova mostra - il cui titolo prende a prestito parole utilizzate da
Georges Braque in una delle sue conversazioni con il poeta René Char - nella quale
vengono presentate opere storiche e lavori più recenti ( le opere in mostra coprono
gli ultimi quarant'anni del lavoro dell'artista).
Alberto Gianquinto è nato a Venezia nel 1929 e ha trascorso la propria vita tra
Jesolo, Venezia e Asolo. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1956 e l'anno
seguente, sempre a Venezia, espone per la prima volta alla Galleria del Cavallino.
Ritorna ad esporre alla Biennale di Venezia nel 1962 e nel 1978, partecipa a diverse
edizioni della Quadriennale di Roma e a importanti mostre in gallerie pubbliche e
private italiane. Negli anni Sessanta è tra gli esponenti della Nuova Figurazione,
insieme ai pittori Attardi, Calabria, Ferroni, Guccione, Guerreschi e Vespignani.
La pittura di Gianquinto, in un percorso che ha attraversato gli ultimi
cinquant'anni del secolo scorso, ha saputo conservare una fedeltà estrema ai valori
più puri della pittura, sempre rinnovata nello sguardo e nel confronto con la sua
storia, senza sbavature di stile né slanci chiassosi. Un'arte silenziosa, musicale,
lirica, quella di Alberto Gianquinto, nella quale vivono luci soffuse, ombre cupe,
spazi della memoria, a cominciare da quello per una terra, quella veneta, dai
contorni sfumati e dai riflessi cristallini. Eventi della storia collettiva o
personale danno propriamente corpo e sembianza alle figure e alle forme che trovano
il loro posto nelle tele di questo pittore, le cui opere, tutte, sono portatrici di
un forte equilibrio compositivo e di un'intensa spiritualità. Il suo narrare,
insieme sintetico e armonico, non si dispiega mai completamente, partendo sì da cose
e individui reali, per poi tramutarli in allusioni, in larve di forme, in toni e
luci, in sensazioni e ricordi, in tracce della memoria.
In ogni quadro di Gianquinto vi è sempre un racconto, una trama interiore raccontata
come avrebbe potuto fare un poeta: per accumulo di stati d'animo, di memorie, di
sedimentazioni dello sguardo, affiorati poi in superficie. Gianquinto non si è mai
avventurato nei territori della non figurazione, ha invece preferito far dialogare
quei frammenti, abbassando o alzandone i singoli toni, proprio come fanno i poeti.
E' questo anche il ricordo personale del maestro da parte della gallerista nelle
lunghe conversazioni telefoniche avvenute prima della sua scomparsa, ed il
rimpianto per la sua scomparsa si mescola al ricordo e privilegio di tante parole
scambiate che spaziavano dalla pittura alla letteratura, dalla filosofia alla
politica, con un poeta della pittura di acuta intelligenza e di costante attenzione
al momento storico presente. Non poteva essere meglio descritta, l'opera di
Gianquinto, da Roberto Tassi: "L'immagine, all'apparenza così immediata, felice e
spontanea, è il frutto di quella semplicità che si raggiunge dopo lunghe, difficili,
meditazioni, dopo il lavoro ininterrotto di una intelligenza lucida, quando tutto il
complicato intrecciarsi e sovrapporsi dei significati viene assorbito, disciolto e
riprodotto nella sua originaria verità".
Inaugurazione: 10 marzo 2007 dalle ore 18. L'artista sarà ricordato da Sandro Parmiggiani
Galleria Radium Artis
via Crispi 8 - Reggio Emilia
Orario: Dal martedì alla domenica dalle 16 alle 19.30, sabato e domenica anche dalle ore 10 alle 12.30