Tratti dell'anima. In mostra una serie di opere scultoreein bronzo, che sembrano aspirare al divino, con una purezza di contorni che anela alla classicita'. Esposti anche alcuni dipinti e alcune sanguigne su travertino.
Tratti dell’anima
Dopo il successo della rassegna a Palazzo Venezia a Roma, nel settembre scorso, Floriano Ippoliti torna nella sua città natale. L’esposizione “Tratti dell’anima – Tra oro e buio”, precedentemente voluta nella Capitale dal sovrintendente al Polo Museale Romano Claudio Strinati, arriva ad Ancona, presso il luogo d’arte Artessenza. Dal 17 marzo al 6 aprile sarà visibile l’affascinante mondo di Ippoliti fatto di storie, miti, epopee, eroi irraggiungibili e allo stesso tempo così vicini e contemporanei. Personaggi rapiti all’antichità e che nelle opere del Maestro rivivono con grazia e segno strettamente odierni. Una mitologia dell’attualità dove le suggestioni provenienti dal passato si fondono al presente.
La mostra anconetana propone un ciclo di opere diverso rispetto a quella romana, prediligendo alla pittura la scultura di Ippoliti, ma anche qui ritornano tutti gli ingredienti fondamentali del suo successo. Protagonisti i suoi bronzi, che sembrano aspirare al divino, con una purezza di contorni sempre anelante alla classicità. Saranno esposti anche alcuni dipinti e alcune sanguigne su travertino, pezzo forte dell’esposizione romana che aveva conquistato per la sua qualità e forza espressiva.
“Ippoliti convoca una rassegna di modelli, maestri, tecniche, stili e compie l’orbita di un’arte che sceglie i sentieri di una metafisica del senso e del segno, del colore e della pienezza delle “stanze” dei suoi dipinti per celare le trame crudeli e splendenti del reale, la sua aspra natura che oscilla, perenne, tra grazia e orrore, tra oro e buio” scrive Francesco Scarabicchi, scrittore e poeta, autore insieme a Dino Del Vecchio dei due testi critici presenti sul catalogo, appendice di quello di Roma.
“Nelle sculture si identificano i contrassegni di una contaminazione culturale per la quale acuisce, alla luce del mito e della romanità, la ricerca dell’aura perduta; il valore magico della rigenerazione di un mondo enigmatico proprio della classicità” gli fa eco Del Vecchio, noto critico d’arte.
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La mostra sarà inaugurata sabato 17 marzo alle 18
Artessenza
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