"Bath Ground - La stanza delle idee perdute" e' un viaggio in sedici tappe attraverso la fantasia di un bambino alle prese con le piastrelle nere e bianche del proprio bagno. In mostra una serie di fotografie.
Bath Ground. La stanza delle idee perdute
Mai come da bambini godiamo facilmente del tempo che ci è concesso. Mai come da bambini la mente è libera di vagare in spazi che da adulti ci sono preclusi. Il prodotto di queste libertà perdute a volte è sorprendente, altre volte è inquietante, non è comunque mai banale.
Con questa rassegna, idea generatasi in pochi secondi e fermata prima che fuggisse, l’autore cerca di tornare – a distanza di molti anni – sul luogo del delitto. Un riavvolgimento del nastro, il ritrovare cassetti della mente che sembravano chiusi per sempre, della cui esistenza forse non avevamo più memoria.
"Bath Ground – La stanza delle idee perdute" è un gioco, fatto di forme, immagini e fantasia. Complice di Davide Pivetti, giornalista trentino, fotografo appassionato già autore di altre rassegne fotografiche in Italia, in questo esperimento è la fotografia dell’era digitale, compagna dell’età adulta. E allora eccole quelle forme, quei chiari, quelle macchie di pietra bianca disperse in un tappeto di ceramica nera. Un piano orizzontale, per di più interamente calpestabile, che da bambino ha rappresentato per l’autore un compagno di giochi mentali nei minuti trascorsi nella più calda ed intima delle stanze di ogni casa. Minuti che con gli anni, con il trascorrere del tempo che ti fa diventare adolescente e poi adulto, diventano decine, centinaia di ore. Cambiano le passioni, cambia il tempo per le cose, cambia la capacità di immaginare e di concedere tempo all’immaginazione. Al punto che quelle stesse forme, così a lungo compagne di un’infanzia sempre più lontana, trent’anni dopo sono quasi irriconoscibili. E non perché siano cambiate loro.
"Bath Ground – La stanza delle idee perdute" è un viaggio in sedici tappe attraverso la fantasia di un bambino alle prese con le piastrelle nere e bianche del proprio bagno. In quei minuti prima di uscire di casa, verso una campanella oggi così lontana nella memoria, l’immaginario infantile trovava strani compagni di vita: la nave vichinga che prende il largo, il volo del piccolo colibrì, il salto marino di un giovane delfino, lo sguardo severo del grifone in agguato. Ed ancora il carro armato che va alla guerra, trasposizione orizzontale di tanti giochi da bambini, il gesto estremo del coraggioso kamikaze, le movenze plastiche della ballerina, fino a due figure più mature e sorprendenti: la vita che comincia, il giudizio divino.
La mostra è realizzata utilizzando tecniche di ripresa digitale, poi plasmate dall’utilizzo dell’informatica prestata alla creatività. Si compone di sedici figure riprese ad alta definizione e stampata su carta dedicata. Un viaggio nella fantasia di un bambino, nella potenza di una mente ancora capace di immaginare.
Centro Studi Ludovico Antonio Muratori
piazza della Pomposa - Modena