Biblioteca Statale Isontina (Palazzo Werdenberg)
Gorizia
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Percorsi
dal 16/3/2007 al 6/4/2007

Segnalato da

Biblioteca Statale Isontina



approfondimenti

Mario Alimede
Bruno Fadel



 
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16/3/2007

Percorsi

Biblioteca Statale Isontina (Palazzo Werdenberg), Gorizia

Doppia personale. Mario Alimede e Bruno Fadel utilizzano tecniche diverse, la pittura e l'incisione, per esprimere la realta' del percorso vitale.


comunicato stampa

Mario Alimede e Bruno Fadel

"La vita riesce sempre a scovarci anche quando neanche noi sappiamo più dove siamo … Per quanto grande sia la nostra volontà di evitarla, di fuggirla, … la vita si apre sempre un varco. … essa arriva comunque e si prende gioco dell’ingenuità dei nostri progetti, della sapienza dei nostri calendari”; sono le parole con le quali Christian Bobin traccia la maniera di porsi rispetto alla vita e anche il senso che artisti come Bruno Fadel e Mario Alimede affidano alla ricerca. Entrambi si rivolgono al futuro che si manifesta nell’assenza di figura e di forma e che si caratterizza per spostamenti ipotetici e differenziati nel vuoto. Entrambi si rivolgono all’avvenire che si misura e dismisura nelle domande dell’uomo contemporaneo.

Entrambi utilizzano tecniche diverse, la pittura e l’incisione per esprimere la realtà del percorso vitale, secondo la durata e il fluire del tempo e non in direzione del desiderio compiuto, della realizzazione temporanea. Entrambi sanno che il passato è rappresentazione, che il presente è gestazione e attesa dell’ignoto. Entrambi seguono e attestano il tracciato della vita di domani, il suo limite esteriore fatto di percorsi interiori illimitati. Percorsi nel vento della notte. Percorsi subacquei. Percorsi verso se stessi.

Mario Alimede
Sensi di viaggio: l'andata

Il viaggio della vita, secondo Mario Alimede è una continua nuova partenza. Nulla è dato. Tutto è da prendere e da apprendere, ma non è il possesso la condizione del godimento. Ciò che è davanti è solo la forma del tempo urgente, che scorre veloce nel buio della notte. Le immagini di fari e fantasmi, edifici e incroci, insegne luminose e campi bui si sovrappongono e contaminano. Ogni opera è una sintesi esigente ed estrema di un luogo che non c’è; mai della meta, sempre del processo in atto. Ogni quadro è spazio ri-incorniciato, percorso rapidamente. Il colore steso conserva il senso del gesto che l’ha tracciato. Azione, spostamento e movimento si riflettono sulla tela come sul parabrezza dell’automobile in viaggio. Non è la narrazione della vita a prendere forma, ma la descrizione delle cose, degli elementi che vengono incontro e conservano il bagliore della sorpresa. Vivendo intorno a lui, nella trasparente semplicità dell’istante, gli elementi denunciano la complessità ineffabile dell’esistenza. Passione che si esaurisce nel bruciare, la vita è musica gratuita che vive scomparendo. Alla razionalità che accumula, la poetica di Alimede risponde con la necessità di accettare l’espansione come possibilità, e ironizza sul tentativo di limitarla in confini storici. Niente è definito se non la luce che colora suggerisce, allude, gioca. L’arte è un privilegio che permette la sospensione vigile del giudizio, l’attesa silenziosa della forma che proviene dal fondo di sé, nel momento sorgivo della vita in partenza. Sempre inedito e interrogativo, il percorso di Alimede si nutre del vivere senza secondi fini, se non quelli dell’andare verso il proprio compimento.

Bruno Fadel
Sensi di viaggio: il ritorno

Il viaggio della vita, secondo Bruno Fadel è una traversata che si spinge entro le zone spesso proibite e liquide dello spirito andato. Ogni spostamento verso la storia a venire non può prescindere dalle rotte passate; dai moti delle maree e dai naufragi; dal sapere dei relitti e degli strati su cui si sedimentano segreti, desideri e pensieri. Ogni superficie conserva tracce degli spostamenti, impronte di ruote, sagome e reperti di scontri andati. Grovigli per chi si confonde cercando, s’imbroglia nel tentativo di abbandonare lutti e dolori al proprio destino. Niente scompare mai del tutto. Sepolte sotto strati apparenti di materia inerte, continuano le speranze e le paure a orientare i percorsi di domani; ogni avanzamento lento passa per un ritorno e le tracce si moltiplicano nelle direzioni sovrapposte ed oblique. Ogni istante andato è un evento distrutto sotto ad un evento intatto. L’andatura della storia è faticosa; con passo pesante Fadel affonda nella neve o nel fango: grande il dispendio d’energia, breve e meditata la distanza.

Eppure il progetto fatto per accogliere la vita ritorna sempre, non solo una seconda volta ma ancora e ancora, per rintracciare gli echi profondi e significarli, dare loro senso, forma, bellezza. C’è sempre armonia nelle onde marine, anche nelle furiose dispute degli elementi: venature bianche su marmo nero, memorie dell’assenza, presenze così nette da risvegliare l’incontro con la propria anima, inafferrabile e sempre di passaggio, freccia tesa verso un bersaglio antico mai posseduto.

Biblioteca Statale Isontina
via Mameli 9 - Gorizia

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