L'esposizione, a cura di Francesco Bonami e Sarah Cosulich Canarutto, raccoglie 50 fotografie di grande formato e 2 sculture dell'artista giapponese. L'ampia varieta' di opere presenti tocca tutte le tematiche del suo lavoro, dai primi Dioramas del 1975 alle serie Theaters, Seascapes, Portraits, Conceptual Forms, fino agli inediti Lightning Field e Talbot. Fortemente ispirati dalla tradizione concettuale e minimalista, i lavori di Sugimoto affrontano l'idea di fotografia e ne negano limiti e definizioni. L'intero allestimento e' stato concepito dall'artista stesso.
---english below
A cura di Francesco Bonami
Apre al pubblico il 1° aprile 2007, presso il Centro d’Arte Contemporanea di Villa Manin, la prima mostra in Italia dedicata a Hiroshi Sugimoto, uno tra i fotografi più importanti del panorama contemporaneo internazionale. L’esposizione, a cura di Francesco Bonami e Sarah Cosulich Canarutto, raccoglie cinquanta opere fotografiche di grande formato e due sculture dell’artista giapponese. L’ampia varietà di opere presenti tocca tutte le tematiche del suo lavoro, dai primi Dioramas del 1975 alle serie Theaters, Seascapes, Portraits, Conceptual Forms, fino agli inediti Lightning Field e Talbot.
Fortemente ispirati dalla tradizione concettuale e minimalista, i lavori di Hiroshi Sugimoto affrontano l’idea di fotografia e ne negano limiti e definizioni. Come dice Francesco Bonami: "Il lavoro di Sugimoto e' una ricerca dentro le origini della Storia, sia questa la storia zoologica della terra che quella delle azioni umane, vista, simbolicamente, attraverso lo scorrere del tempo dentro la lente della macchina fotografica e utilizzando la pellicola come superficie della memoria"
L’intero allestimento è stato concepito dallo stesso artista che, rimasto colpito fin dalla sua prima visita a Villa Manin dall’edificio seicentesco dove ha luogo la mostra, ha creato tra le sue opere e gli spazi espositivi una serie di rimandi e allusioni, a volte palesi e più spesso sottili, quasi a coinvolgere il visitatore in un gioco mentale che si dipana lungo le varie sale. Esemplare in questo senso è la camera da letto al pianterreno - quella dove usava dormire Napoleone quando scelse Villa Manin come suo quartier generale per l’avvio di un nuovo ordinamento dell’Europa intera - che ospita appunto Napoleon Bonapart, opera appartenente alla serie Portraits, attraverso la quale l’artista ritrae figure storiche e personalità contemporanee. Tutte le fotografie di questo gruppo tematico sono state scattate isolando e illuminando su fondale nero le statue di cera presenti in vari musei, enfatizzando così il rimando ai modelli da cui traggono ispirazione, come i dipinti di Jacques-Louis David e di Hans Holbein.
Hiroshi Sugimoto è intervenuto sullo spazio espositivo con estremo rispetto, scoprendo le pareti e gli affreschi della residenza dogale: appoggiate a cavalletti semplici, progettati dall’artista stesso, poche fotografie per ogni sala, tranne quella che raccoglie, quasi in una riunione di famiglia, Enrico VIII e i ritratti delle sue sfortunate mogli.
Durante il percorso di questa retrospettiva s’incontrano le diverse serie, come quella sui diorami – Dioramas - con scene di vita primitiva fotografate nei musei di storia naturale, che disorientano lo spettatore, abituato ad associare un certo tipo di fotografia documentaria alla riproduzione della realtà; o quella intitolata Theaters, scattata in cinema-teatri degli anni ’20-’30 come il Radio City Music Hall di New York e il Metropolitan Theatre di Los Angeles, dove Sugimoto ha tentato di condensare il corso del tempo e la percezione dello spazio in un singolo momento, uniformando il tempo di esposizione a quello della durata della proiezione di un film. Il rettangolo bianco e luminoso che ne deriva illumina la sala altrimenti buia e contiene le tracce di un’unità di tempo più lunga. Il tempo è ancora protagonista nella serie sugli orizzonti marini, Seascapes, dove acqua e aria si incontrano nella metà esatta dell’immagine, nel tentativo di ricreare la prima, assoluta visione del mare da parte di antichi esploratori.
Il desiderio di misurarsi con la riproduzione di ciò che “non è rappresentabile” ha portato l’artista, negli anni, a confrontarsi con modelli tangibili per esprimere concetti teoretici e spirituali, come le superfici curve delle Conceptual Forms, che rappresentano formule numeriche. Con sofisticati giochi di illusioni e rimandi, l’artista spinge lo spettatore a confrontarsi attivamente con l’immagine e con l’ambiguo intreccio tra tempo e memoria che essa comunica.
Hiroshi Sugimoto ha pubblicato diversi libri d’artista con le sue collezioni fotografiche: Time Exposed; Sea of Buddha; Sugimoto: In Praise of Shadows; Theaters e Noh Such Things as Time. La mostra è accompagnata da un catalogo, completo di testi critici, immagini e apparati biografici. Al suo termine verrà pubblicato un volume di fotografie dell’intera esposizione, realizzate dallo stesso artista durante il periodo di apertura.
Note biografiche
Hiroshi Sugimoto è nato nel 1948 a Tokyo. Dopo la laurea in Economia, si trasferisce negli USA nel 1970 per studiare fotografia presso l’Art Center College of Design di Los Angeles. Dal 1974 è a New York e, contemporaneamente alla sua attività artistica, colleziona antichità. A partire dalla personale della Minami Gallery del 1977 ha partecipato a numerose esposizioni, tra le quali le recenti Hiroshi Sugimoto: End of Time, retrospettiva itinerante realizzata dal Mori Art Museum di Tokyo e History of History alla Japan Society Gallery di New York. Ha ricevuto il Premio Internazionale della Hasselblad Foundation per la Fotografia nel 2001.
Inaugurazione: 31 marzo 2007
Villa Manin
Piazzale Manin 10 - Codroipo
Orari: dal 1 aprile al 3 Giugno 2007: martedì - venerdì 9/18; sabato e domenica 10/20. Dal 5 giugno al 30 settembre: martedì - domenica 10/20. lunedì chiuso
Biglietti: Intero 6 Euro, ridotto 4 Euro
---english
Hiroshi Sugimoto
Curated by Francesco Bonami
Villa Manin Centre for Contemporary Art announces the opening on April 1st 2007 of the first large-scale exhibition in Italy dedicated to Hiroshi Sugimoto, one of the most important photographers on the international contemporary art scene. The show, curated by Francesco Bonami, brings together fifty large-scale photographic works and two sculptures by the Japanese artist.
The great variety of works presented touches on all the themes of the artist’s work, from the first Dioramas in 1975 to the series Theaters, Seascapes, Portraits, Conceptual forms, up to the new projects Lightning Field and Talbot.
Strongly inspired by the conceptual and minimalist tradition, Hiroshi Sugimoto’s works deal with the idea of photography and deny its limits and definitions. As Francesco Bonami says: “Sugimoto’s work is a search into the origins of History, be this the zoological history of the earth or that of human actions, seen, symbolically, through the passing of time inside the camera lens and by using film as the surface of memory”.
The artist, impressed on his very first visit to Villa Manin by the seventeenth century building which will host the show, has conceived the entire installation plan creating, between his works and the exhibition spaces, a series of references and allusions which can be apparent but also more subtle, as to involve the visitor in a mental game that unravels through the various rooms. An example of this is the bedroom on the ground floor – the one that Napoleon used to sleep in when he chose Villa Manin as his headquarters for a new redefinition of Europe. In this very room the photograph Napoleon Bonaparte is displayed, a work belonging to the series Portraits, through which the artist portrays historical figures and contemporary personalities. All the photographs of this theme group have been taken by isolating and illuminating on black backdrops wax statues present in various museums, thus emphasizing the reference to the models by which they are inspired, such as the paintings by Jacques-Louis David and Hans Holbein.
Hiroshi Sugimoto has been extremely respectful of the exhibition spaces, unveiling the walls and frescoes of the dogal residence: a few photographs - placed on simple easels designed by the artist himself - characterise each room, with the exception of the one that combines, almost like a family reunion, Henry VIII and the portraits of his unfortunate wives.
Throughout this retrospective all the various series can be encountered, such as the Dioramas, that are characterised by scenes of primitive life taken in natural history museums and that disorientate the viewer, who is used to associate a certain type of documentary photography with the reproduction of reality; or the series entitled Theaters, taken in cinema-theatres of the Twenties and Thirties such as the Radio City Music Hall in New York and the Metropolitan Theatre in Los Angeles. Here Sugimoto tried to condense the flow of time and the perception of space into a single moment, levelling out the exposure time and that of the duration of the film projection. The white and bright rectangle that derives from it illuminates the otherwise dark room and contains the traces of a longer unit of time. Time is also the protagonist of the series Seascapes, where water and air meet exactly halfway in the image, in the attempt to recreate the first, absolute vision of the sea experienced by the ancient explorers.
The desire to test his ability to reproduce the “non representable” has lead the artist, over the years, to confront tangible models in order to express theoretical and spiritual concepts, such as the curved surfaces of Conceptual Forms that represent numerical formulae. With the use of sophisticated games of illusions and references, Sugimoto pushes the viewer to actively confront the image and the ambiguous weave between time and memory that it communicates.
---
SCULPTURES IN THE PARK is a work in progress that regularly enriches the Park of Villa Manin with site specific installations created by international artists.
The success of the exhibition Luna Park. Fantastic Art, realized in 2005, contributed to the transformation of the beautiful Park of Villa Manin, ancient summer residence of the last Venetian Doge, into a dynamic place full of wonders.
This year, besides mantaining six spectacular works from last year, the Centre for Contemporary Art of Villa Manin, has commissioned two more installations which, freely inspired by the theme of the game, will offer to the visitor opportunities for observation, interaction and discovery.
Artistic director Francesco Bonami and curator Sarah Cosulich Canarutto invited Pawel Althamer and Michael Beutler to realise their new projects in the Park of Villa Manin.
Opening: march 31 2007
Villa Manin
Piazza Manin 10, Passariano
33033 Codroipo (UD)
By car
From Venice
A4 motorway towards Trieste; Latisana exit, then follow directions for Codroipo.
From Slovenia and Croatia: enter Italy at Trieste, then A4 motorway towards Venice; Palmanova exit, then follow directions for Codroipo and Pordenone on SS 252.
From Austria: enter Italy at Tarvisio, then A23 motorway south; Udine Sud exit, then follow directions for Pordenone and Venice on SS 13.
By train www.trenitalia.it
Line: Venice-Udine, alight at Codroipo. From the station of Codroipo, Passariano can be reached by taxi or bus www.saf.ud.it
By air
From Trieste airport at Ronchi dei Legionari (GO), by bus to the railway station of Ronchi dei Legionari Nord, then by train to Codroipo (via Udine).
From Marco Polo airport in Venice, by bus to the railway station of Mestre, then by train on the Venice-Udine line to Codroipo.
Opening Hours
Tuesday - Friday 9am - 6pm
Saturday and Sunday 10am - 8pm
Monday closed
Tickets
Full price 6 euros
Concessions 4 euros
Group reductions 2 euros
Park 1 euro