Galleria De Faveri Arte
Feltre (BL)
via Mezzaterra, 10
335 8035597 FAX 0439 98046
WEB
Silvia Vendramel
dal 30/3/2007 al 28/4/2007
dal martedì alla domenica dalle 15,30 alle 19.30

Segnalato da

Sirola Metella




 
calendario eventi  :: 




30/3/2007

Silvia Vendramel

Galleria De Faveri Arte, Feltre (BL)

Due grandi installazioni site specific. Il dialogo ritmico creato dal contrapporsi fra orizzontale e verticale viene amplificato da quello che si genera fra pieni metallici e vuoti saturi di particelle mobili di ossigeno.


comunicato stampa

Con beneficio di inventario

Una mostra del tutto giocata sulla relazione emotiva di due opposti, rispettivamente autogeneratisi nella notte dei tempi. De Faveri Arte presenta la mostra personale di Silvia Vendramel, costituita da due grandi installazioni site specific realizzate appositamente per gli spazi della galleria. Il white cube sarà modificato in rispetto dei materiali organizzati in composizioni complesse e proteiformi, sviluppate secondo la dicotomia orizzontalità/verticalità.

Silvia Vendramel crede in una scultura dal potere alchemico, alternativa alla parola in quanto più efficacea livello universale; la sua urgenza d’artista si rivolge alla realtà della fonderia, che allude, sia in senso metaforico, sia in senso strettamente reale, alla trasformazione in senso generativo: anche quando il processo è solo memoria, sembra che gli elementi dismessi, abbiano conservato ed immagazzinato le suggestioni di un lavoro ossessivo, regolato da divinità ormai estinte.

Un serissimo gioco di relazioni, viene a crearsi fra oggetto e spazio circostante; il dialogo ritmico creato dal contrapporsi fra orizzontale e verticale viene amplificato da quello che si genera fra pieni metallici e vuoti saturi di particelle mobili di ossigeno.

La prima composizione si genera a partire da una superficie di terra nera – impiegata per le fusioni a staffa - accogliente come il tappeto di un salotto. Da essa scaturisce una serie di elementi fradici di storia ed incrostati di ricordi; corpi che sembrano provenire dal ventre materno di una fabbrica che sta soltanto dormendo: il loro passato di oggetti necessari satura l’aria, rimettendo in moto, psicologicamente, ingranaggi arrugginiti. Crogioli torreggianti, canali di scolo, ora eretti, ora abbattuti, concavità simili a letti di fiumi arteriosi, si mostrano come amabili resti, la cui storia è percettibile al tatto, attraverso sgocciolature e scorie.

Ne risulta un vero e proprio spazio scenico non percorribile - che ricorda un paesaggio distrutto, amplificato dalla lucidatura delle estremità scheletriche - le cui battute sono affidate al materiale, protagonista attraverso la propria potenza intrinseca. Grazie al prevalere dello scuro sul chiaro, il ritmo delle forme – astratto, perciò non narrativo - si arricchisce di una punteggiatura che rende decodificabile una lingua sconosciuta agli occhi, ma cara all’anima: un’apparente distruzione che allude ad una forza latente capace di rigenerarsi dalle proprie ceneri, un paesaggio con rovine di matrice romantica.

Il viaggio emotivo prosegue e cambia rotta, spingendo la visione verso l’alto, cerchi di stoffa variopinta, impiegati per la lucidatura dei metalli si fondono in un amplesso a canali di scolo dalle altezze variabili, per generare un nuovo spazio scenico che si rivolge all’immensità dei cieli, sfondando visivamente le pareti della galleria in tutte le direzioni. I rami scheletriformi fuoriescono dalle colonne immaginifiche evocando nel complesso una figura cara all’infanzia, l’albero dei disegni dei bambini. La mano dell’artista si fa strumento al servizio della materia, per dare vita ad un caos controllato da cui scaturisce uno scoppiettio di immagini e forme, capaci di generare un’idea di natura artificiale e simulata ma fortemente vivace.

Silvia Vendramel guarda al passato con lo stesso piglio con cui il compositore affronta il pentagramma e il romanziere, l’alfabeto. I suoi lavori parlano di scultura e di evoluzione, passando attraverso Brancusi e Manzoni, ma anche Cragg, Kapoor e West; suggestioni che mettono in relazione molte serie di opposti fra cui una base sgargiante e coloratissima, quindi visivamente rumorosa, e il freddo metallico di un’estremità ramificata, spoglia e silenziosa, che osserva e custodisce ciò che sotto di lei soggiace, come fosse un tesoro invisibile.
Viviana Siviero

Dal 31 marzo al 29 aprile 2007
Inaugurazione sabato 31 marzo 2007 ore 17.30

Galleria De Faveri Arte
Via Mezzaterra, 10b Feltre (BL)
Ingresso libero

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