Architetture di Luce. I dipinti proposti, non hanno cliche', ma descrivono la perenne ricerca che costringe l'uomo ad andare oltre, attraverso il godimento estetico.
Architetture di Luce
Kèrigma o della proclamazione
Che cos’è l’arte se non la misura con l’aldilà del nostro confine e l’inconscio stupito con i margini ancora incontaminati della di noi grandezza e del nostro piacere? Le rive di Venezia, le sue architetture e i suoi contorni sono l’affascinante occasione per chiederci quanto il passaggio fra di noi di un vero artista provoca sempre una sfida di valori e un liberante controcampo al prepotere della ragione sulla vicenda esistenziale dell’uomo.
Non è poco, perché è necessario che ciò che è veramente umano non sia definito dalla sola razionalità e che trovi spazio un nuovo tipo di uomo, che dia tutta la sua importanza all’immaginazione, alla creatività, al simbolo e alla gratuità. Approdare a questa riva costituisce la fatica solitaria di chi è nato nella stagione dell’arte. Per chi vive nella dimensione, senza tempo e spazio, della speranza è trapianto indolore nella primordialità del tutto. Lo stile di Patrizia Merendi è nuovo e imponente per le sue suggestioni.
L’arte da lei proposta è eterna, non ha cliché e non parla di sé ma descrive noi e il nostro comune destino: l’eterna ricerca che costringe l’uomo ad andare oltre, attraverso il godimento estetico. E’ il momento che bandisce i nostri malanni materici e riscalda i muscoli induriti dello spirito. Ecco l’irruzione del bello nella coscienza. Ecco l’aspetto creativo del femminile. Quello di Patrizia non è un invito sensuale all’Erano, ma un’esortazione ad entrare nel tempio della ricerca.
La cromia perturbante di questi dipinti, struggente e di rara bellezza, è un samvega che ci illumina su quanto sia futile e senza senso vivere la vita ciecamente, lontano dai vibranti colori dell’essenza chiusa nell’anima di ognuno di noi. Le immagini dipinte sono liturgia dell’aldilà. Entrando si accede a ciò che sta oltre la barriera della materia.
I vetri celano cosmi poiché la vibrazione dei loro atomi ne è la genesi. La Venezia di Patrizia è un luogo privilegiato. Essa è così familiare e così misteriosa. Qui non hanno più significato le direzioni, perché qualunque rotta si prende il risultato è sempre lo stesso: esiste una comune realtà eterna
Gli angeli d’oro che si svelano e svettano nelle strutture architettoniche ci invitano a far risuonare questa consapevolezza dentro noi stessi. Le gocce della loro pioggia formano la materia fusa negli scudi di vetro. Patrizia, cuore di donna che sfiora l’Assoluto nei suoi tratti su tela, è Kerix ovvero messaggero della buona notizia. La buona notizia è la Speranza.
Giancarlo Alviani
Patrizia Merendi è nata a Bologna nel 1954, si è diplomata al liceo artistico e all’Accademia di Belle Arti della stessa città. Inizialmente si è dedicata all’insegnamento e contemporaneamente alla ricerca pittorica e grafica (incisione all’acquaforte e acquatinta)
Successivamente ha sperimentato varie tecniche e modalità espressive, pittura ad olio, tecniche miste, acquarello, prediligendo infine il pastello per le sue qualità tonali e l’impasto cromatico.
Nel 1997 lascia definitivamente l’insegnamento per dedicarsi completamente alla sua ricerca espressiva e simbolica.
Nel 1999 aggiunge una nuova sperimentazione scultorea con fusioni in vetro di opere di grandi dimensioni che si possono ammirare presso la Galleria Arte Daniele Luchetta di Venezia
INAUGURAZIONE sabato 31 marzo 2007 ore 18:00 alla presenza dell’artista, nella sede di Dorsoduro 869.
Arte Daniele Luchetta
piazza San Marco, 2513/a (C.llo de La Feltrina) Venezia
Ingresso libero