Museo dell'Ara Pacis
Roma
Lungotevere in Augusta (angolo via Tomacelli)
06 0608
WEB
Due mostre
dal 3/4/2007 al 12/5/2007
Martedi' - Domenica 9-19, aperto lunedi' 30 aprile, la biglietteria chiude un'ora prima
WEB
Segnalato da

Costanza Mazzonis di Pralafera




 
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3/4/2007

Due mostre

Museo dell'Ara Pacis, Roma

La mostra "Ereditare il paesaggio" vuole essere 'luogo' di confronto e di dialogo tra generazioni e linguaggi: 14 fotografi creano una visione composita di intenti e stili che testimonia la ricchezza delle possibilita' di rappresentare e immaginare il paesaggio contemporaneo. In "Ex voto" di Antonio Biasiucci ricerca la lentezza, piccoli stati di avanzamento obbligano il fotografo a una continua verifica per evitare che tutto diventi didascalico. Nell'ambito di FotoGrafia 2007 - Festival Internazionale di Roma.


comunicato stampa

Ex voto
Antonio Biasiucci
A cura di Giuseppe Prode
In collaborazione con Galleria Magazzino d'Arte Moderna

Ereditare il paesaggio
A cura di Giovanna Calvenzi e Maddalena d'Alfonso
Produzione: Zoneattive


Ex voto s.m. lat. offerta votiva, spec. costituita da piccoli dipinti, oggetti preziosi e sim. esposti dai fedeli nelle chiese o sugli altari per grazia ricevuta (Tullio De Mauro, Grande dizionario italiano dell'uso, UTET)

Accostarsi al lavoro di Biasiucci è una esperienza sensoriale. I lavori che hanno punteggiato la sua ricerca finora, hanno un che di antico, ti impongono pausa, riflessione.

Le sue fotografie richiedono diversi livelli di interpretazione e alla fine la difficoltà in cui urta un processo logico di fronte a due possibili letture, lascia chi guarda in uno stato di aporia.
Ex voto è la ricerca della lentezza, gli stati di avanzamento piccoli, frutto di continue verifiche che obbligano il fotografo a camminare su una linea sottile per evitare che tutto diventi didascalico. Deve essere fiammingo, attento a dettagli minimi, la serialità - inevitabile per altro - degli oggetti rappresentati fa correre il rischio di diventare ripetitività.

L'idea di tutto questo è magico e primitivo allo stesso tempo.

La cultura religiosa popolare spesso si manifesta attraverso forme ed esternazioni non proprio ortodosse ma consolidate.
Tra queste appunto gli ex voto: pitture su vetro o legno, o anche parti del corpo umano in cera, oro, ottone argentato, presenti in molti i luoghi di culto.

L'ex voto consiste in un'offerta fatta alla Madonna oppure ad un santo, come riconoscenza per la grazia ricevuta, a seguito di un evento.

L'ex voto, trova la sua giusta dimensione in spazi sacri e non, ed è lì che se ne coglie il senso: è un metalinguaggio, un vettore di comunicazione visiva nel paradigma religioso, quasi ad essere un antesignano della fotografia e come questa talmente diretto da essere compreso da tutti.

L'ex voto rinvia ad un fatto accaduto, da cui si deduce iconograficamente la diretta richiesta d'aiuto o di ringraziamento. La raffigurazione dell'accaduto ha una posizione precisa nell'oggetto rappresentato (mani, piedi cuore, testa). Oltre agli oggetti spesso troviamo informazioni lasciate dai fedeli : - cognome e nome, data del miracolo, poche parole a commento. Note in genere che accompagnano il tutto e sono un unicum con l'oggetto votivo.

I livelli di lettura di questi oggetti ci danno la possibilità di passare dalla causalità negativa alla immaginazione del miracolo e sono segni prepotenti, reali, di un passato presente.

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Ereditare il paesaggio

Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Enrico Benvenuti, Marco Campanini, Vincenzo Castella, Giovanni Chiaramonte, Alessandro Cimmino, Ricardo Francone, Claudio Gobbi, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Tancredi Mangano, Franco Mascolo, Domingo Milella, Maurizio Montagna, Andrea Pertoldeo, Salvatore Porcaro, Claudio Sabatino, Stefano Snaidero, Marco Trinca Colonel e Cosimo Pichierri, Massimo Vitali

A cura di Giovanna Calvenzi e Maddalena d'Alfonso

La mostra è stata realizzata con il sostegno del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e con il supporto tecnico di Unifor

La rilettura del paesaggio, ha rappresentato, fin dall'esperienza di "Viaggio in Italia", voluta e coordinata da Luigi Ghirri, Gianni Leone ed Enzo Velati nel 1984, uno degli aspetti più interessanti e innovativi della fotografia italiana.

La generazione di autori cresciuti attorno a questa esperienza ha utilizzato la fotografia per interrogare e interrogarsi sui mutamenti che stavano avvenendo sul territorio. Le loro immagini hanno constatato la frantumazione del paesaggio, il proliferare delle architetture senza qualità e progetto, l'espandersi incontrollato delle città e creato una sintassi che non evidenziava la denuncia ma prendeva principalmente atto dei mutamenti in corso, di una realtà "quotidiana" e vicina in diretto rapporto con il loro essere fotografi e interpreti.

Oggi Il passaggio dalla prima alla seconda modernitá ha messo in discussione definizione e riconoscibilitá del paesaggio stesso. Una nuova generazione di fotografi si trova a doverne fissare e interpretare il senso.

In questo panorama ritrovare il paesaggio e documentarlo é in molti casi un'operazione fortemente concettuale, il cui valore puó divenire piú chiaro se messo in relazione con il solido lavoro di documentazione e interpretazione fotografica della generazione precedente.

"Ereditare il paesaggio" vuole quindi essere "luogo" di confronto e di dialogo tra generazioni e linguaggi.
Il progetto ha avuto inizio con l'invito di sette autori (Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Giovanni Chiaramente, Guido Guidi, Mimmo Jodice e Massimo Vitali) che, con la continuità del loro lavoro, hanno contribuito a definire gli strumenti di una nuova ricerca sul paesaggio contaminando i confini tra arte, sociologia, urbanistica e fotografia.
A ognuno di loro é stato chiesto di indicare due autori più giovani che sancissero una sorta di metaforico passaggio di testimone. Olivo Barbieri ha indicato Tancredi Mangano e Maurizio Montagna; Gabriele Basilico: Claudio Gobbi e Claudio Sabatino; Vincenzo Castella: Alessandro Cimmino e Salvatore Porcaro; Giovanni Chiaramonte: Ricardo Francone e Franco Mascolo; Guido Guidi: Enrico Benvenuti e Andrea Pertoldeo; Mimmo Jodice: Marco Trinca Colonel/Cosimo Pichierri e Stefano Snaidero; Massimo Vitali: Marco Campanini e Domingo Milella.
Quattordici autori che creano una visione composita di intenti e stili, un magma di stimoli che testimonia, fra continuità e fratture, la ricchezza delle possibilità di rappresentare e immaginare il paesaggio contemporaneo.

Immagine: Antonio Biasiucci

Inaugurazione Mercoledì 4 Aprile alle ore 16

Museo dell'Ara Pacis
Lungotevere in Augusta, Roma
Aperto: Martedì - Domenica, dalle 9.00 alle 19.00
(la biglietteria chiude un'ora prima).
Biglietto: intero 6,50 euro; ridotto 4,50 euro

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