Capolavori ritrovati. Per la prima volta in assoluto il "San Girolamo Penitente" e la "Madonna con Bambino e Santi" sono esposte al pubblico e visibili durante tutto il periodo del convegno "Lorenzo Lotto e le Marche, per una geografia dell'anima".
Capolavori ritrovati
E' un'occasione unica quella che si presenta nell'ambito delle
celebrazioni per il 450° anniversario del Lotto nelle Marche. Per la prima volta in
assoluto il San Girolamo Penitente e la Madonna con Bambino e Santi saranno esposte
al pubblico e visibili durante tutto il periodo del convegno "Lorenzo Lotto e le
Marche, per una geografia dell'anima".
L'ampio museo diffuso del Lotto nelle Marche si arricchisce, dunque, di due grandi
capolavori del Maestro. Il percorso intorno al Lotto diviene, con questa operazione,
occasione eccezionale per compiere un viaggio esaustivo e arricchente attorno
all'opera del grande pittore del Rinascimento.
Due opere di straordinaria bellezza, la Madonna con Bambino e Santi (olio su tavola
cm. 81,5x108 - firmata "L.Lotus F.") appartiene al periodo giovanile dell'attività
del Lotto, è nota soprattutto nella versione conservata a Edimburgo nella Galleria
Nazionale di Scozia.
Quella che si propone a Jesi ha mantenuto l'originario supporto ligneo al contrario
del prototipo scozzese trasferito su tela già nel 1727 quando l'opera risultava di
proprietà del duca d'Orleans.
Le notizie più antiche che riguardano il quadro, già ampiamente conosciuto dalla
letteratura critica, risalgono al 1883, quando venne acquistato dalla Gemaldegalerie
di Dresda che a sua volta lo aveva rilevato dalla collezione Fairfax Murray, pittore
e collezionista inglese, stabilitosi a Firenze.
Quando il museo di Dresda si trova in difficoltà finanziarie decide per la vendita
del dipinto che confluisce nel 1922 nella collezione Pasini, poi Lupi, e dal 1997
agli attuali proprietari italiani.
Di impianto devozionale, la Sacra Conversazione ruota intorno al tema del presagio
della Passione cui fa riferimento il testo profetico che il Bambino legge con
avidità e non senza preoccupazione, e l'ostentazione con cui S. Francesco esibisce
la ferita al costato, peraltro redarguito dal gesto della Vergine che con la mano
sinistra cerca di allontanare quella visione dolorosa . Anche S. Chiara è raccolta
nella meditazione sulla morte del Cristo cui accenna anche il gesto delle mani
incrociate sul petto. Il tema è ulteriormente ribadito dai due taglialegna in alto
che abbattono un albero, rimando esplicito al legno con cui verrà fabbricata la
Croce. Una tenda verde isola il gruppo delle figure principali dal brano
paesaggistico con i taglialegna intenti al lavoro dentro un bosco su cui incombe un
cielo carico di nuvole.
Il San Girolamo Penitente (olio su tela cm. 68x55) ripropone un tema molto caro alla
cultura figurativa veneta degli inizi del '500 e trova definizione iconografica già
nell'opera di Giovanni Bellini. Lorenzo Lotto accoglie il suggerimento e trasforma
l'immagine tradizionale del santo rinchiuso nel suo studio, per affermare quella più
emotiva dell'eremita in meditazione di fronte al crocefisso immerso in una natura
aspra e selvaggia, ma piena di suggestioni simboliche. La rappresentazione
dell'eremita che abbandona le seduzioni del mondo per ritirarsi in meditativa
solitudine appare come del tutto coerente con il carattere schivo e con la
religiosità austera del Lotto che infatti molte volte ritorna sul tema. Si conoscono
almeno 7 versioni diverse del tema del San Gerolamo Penitente collocate nei più
prestigiosi musei del mondo.
Questa in particolare risulta vicina al prototipo conservato al Museo del Prado di
Madrid e va collocato cronologicamente alla fine degli anni '30.
S. Girolamo è rappresentato immerso in un paesaggio aspro e solitario, all'incrocio
tra 2 strapiombi rocciosi che lasciano intravvedere in lontananza uno specchio
lacustre immobile e melmoso . Il santo in primo piano con le braccia aperte a
ripetere il gesto del Crocefisso, è inginocchiato su un terreno sassoso e scabro,
così come difficile ed irta di ostacoli risulta la via della perfezione morale
perseguita dall'anacoreta. Il mantello è puro spunto di definizione cromatica,
appena capace di coprire un fisico emaciato anche se ancora possente, sul quale
risultano come incisi i segni delle privazioni : immagine potente e commovente di
una vecchiaia fragile e vigorosa nello stesso tempo.
Inaugurazione 11 aprile 2007
Palazzo Pianetti, Galleria degli stucchi
Via XV Settembre, 10 - Jesi (AN)