Il corpo nudo (Metafore del desiderio: omaggio all'universo femminile). Personale di fotografia. Le immagini, nella loro sensualita', sono ricche di rimandi simbolici e allusivi alla condizione umana.
Il corpo nudo
a cura di Toti Carpentieri / Eugenio Giustizieri
Questi miei nudi ,metafore del desiderio, assumono significati simbolici a volte
allusivi.
I richiami alla condizione umana emergono quasi in ogni immagine: dominate
dall’erotismo e dalla sensualità del corpo, siano esse in interno o in esterno o che
si trovino secondo una precisa percezione che coglie l’attimo fuggente del modello
spontaneo o casuale nel muoversi, queste fotografie hanno anche una relazione
autobiografica ed epidermica, e nel contempo, sono uno specchio dei propri
innamoramenti o l’equivalente di una collezione di farfalle, non nascondendo la
tensione passionale nel riprendere centinaia di immagini. La bellezza del corpo
umano è anche una necessità di appagare lo sguardo sull’intimità. Guardare e
conoscere: nudo per artisti, studio anatomico, indagine scientifica… e la
pornografia che non ha bisogno di giustificazioni, perché per esistere risponde ad
una esigenza primordiale (sesso), componente dell’essere e della sopravvivenza. “Il
mondo nudo non è un soggetto bensì una forma d’arte”, e qualsiasi nudo, per quanto
astratto sia, non deve mancare !
di suscitare in chi lo guarda un vago sentimento erotico, sia pure lievissimo… il
desiderio di stringersi e unirsi a un altro corpo costituisce una parte
fondamentale della natura umana. C’è una simbiosi tra la mia pittura e la
fotografia e s’incrociano come un’osmosi, la macchina fotografica non è un semplice
congegno che risponde meccanicamente secondo la sensibilità del fotografo, ma
plasmando la luce sul corpo umano con la propria fantasia, e immaginazione
sensoriale e psichica, capta una vastissima gamma di emozioni e sentimenti.
Naturalmente qui si parla di nudo nell’arte della fotografia nelle sue espressioni
formali, e non strumentalizzazioni del corpo femminile a scopo pubblicitario, ormai
in visione quotidiana, che esplodono dai cartelloni stradali, alla TV, ai giornali,
alle locandine sui tram, nelle diverse aree geo-culturali. Il mio interesse per la
fotografia nasce nel lontano 1967; allora comprai un apparecchio piuttosto buono,
una Canon 24x36, e cosi partì l!
a mia avventura con la fotografia. Le mie prime immagini fotografiche
furono una serie di autoritratti realizzati in uno stile cubista, ottenute con la
sovrapposizione di due immagini. Successivamente eseguii delle istantanee di teatro
drammatico da spettacoli di T. Kantor, E. Barba, M. Montagna, ecc. Una serie di nudi
raccolti nella rassegna "Le metafore del corpo" e un ciclo dal titolo "Le mani nel
quotidiano" furono proposti in una mia mostra personale al Centro Artecultura di
Milano, presentata dai critici Giuliana Scimè e Giuseppe Turroni. Quando si comincia
a fare delle fotografie, si acquista una coscienza acuta della luce, e così mi sono
reso conto che essa era la condizione essenziale dell'immagine, senza la quale non
esiste la fotografia. La mia pittura (sono fondamentalmente un pittore-scultore) ha
recuperato anche questa scoperta, e così fra i miei quadri e la fotografia si è
creata una specie dì simbiosi che continua ancora oggi. La mia passione per la
fotografia ritorna ad intervalli, e si è riaccesa dopo i miei viaggi nella Prov!
enza, dove ho trovato una nuova ispirazione ed una stupefacente luce magica. Da
quel momento il mio interesse è aumentato, con la pratica fotografica. Questa
antologia di immagini che presento dopo un lungo periodo di riflessione, mi dà
l'opportunità di confrontarmi con la critica ed il pubblico e con i limiti stessi
di un lavoro che considero un laboratorio in progress. In fondo io non sono
fotografo: mi capita semplicemente di scattare delle fotografie.
Max Hamlet Sauvage
Inaugurazione 7 aprile 2007
La Casa degli Artisti
via Lepanto, 1/9 - Gallipoli (LE)
Orari:Dalle 17.30 alle 22.00
Ingresso: Libero