Pavanello art studio
Cavarzere (VE)
Via dei Martiri, 76
0426 53609
WEB
Alessandra Berto
dal 6/4/2007 al 29/4/2007

Segnalato da

Antonio Frezzato



approfondimenti

Alessandra Berto



 
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6/4/2007

Alessandra Berto

Pavanello art studio, Cavarzere (VE)

Labirinti di luce. La pittura dell'artista, legata alla ricerca dell' 'essere', tenta di raggiungere nei quadri armonia di luce ed equilibrio cromatico.


comunicato stampa

Labirinti di luce

Capita a volte, andando per mostre, di imbattersi in figurazioni che non risentono "de l’illusion-désillusion du déjà vu" e catturano per questa ''semplice'' peculiarità lo sguardo del visitatore. Se poi il visitatore ha lo sguardo smaliziato da una quarantina d'anni trascorsi nei luoghi che consacrano o dissacrano l'arte, fra ateliers e caffè del nostro peuple artiste, la sorpresa è ancora maggiore.

La suggestione forse è data anche dal luogo espositivo, e non tragga in inganno il nome: ''Pavanello Art Studio''. Letto così sembrerebbe un luogo deputato. In realtà si tratta di una boutique de coiffeur pour dames et pour hommes. Plausi dunque a le bon perruquier e all’Associazione Athesis Art di Cavarzere - VE - che ha organizzato la mostra "Sedici Autori per sedici mesi" a partire dall’aprile’07.

In un ambiente molto elegante e raffinato hanno saputo ricavare un laboratorio per artisti e giovani creativi, dove l’arte abbandona i canoni e i luoghi convenzionali per integrarsi con la società produttiva di beni e servizi. Tornando al motivo iniziale della sorpresa, prima artista della rassegna che, di mese in mese, durerà fino a settembre del 2008, è Alessandra . La sua pittura, legata alla ricerca dell’ "essere", tenta di raggiungere nei quadri armonia di luce, equilibrio cromatico-metafisico e compositivo-romantico.

Usa l’acrilico, prediligendo come supporto il legno, anche nella decorazione dei complementi d’arredo e dei mobili.Le più recenti espressioni rappresentano "Giardini dell’anima", vere e proprie stanze nel verde, che non sono altro che una proiezione di se stessa nella natura, una ricerca del proprio eden e forse anche, grazie alla sensibilità percettiva inconscia propria degli artisti, un manifesto ecologico.

Pure i mandala ed i labirinti, attraverso la forma del cerchio e la rappresentazione dei simboli religiosi, sono una continua espressione metaforica di spiritualità, legata all’astrattismo geometrico classico, con richiami bizantini.
Già il tentativo di fondere queste figurazioni "astratte" con delle metafore simbolico-religiose e spirituali, merita molta attenzione. Cito solo un’opera emblematica al riguardo, intitolata "Armonie di luce" del 2005/’06 e quelle appartenenti allo stesso ciclo del 2007. Se poi si aggiunge il tentativo di armonizzarle in un equilibrio cromatico-metafisico, che apparentemente contrasta col simbolismo religioso, il pensiero corre giocoforza ai Maestri della pittura veneziana, dato che anche a Cavarzere, ultimo lembo di terra veneziana, si respira pur sempre un’aura-aria lagunare. Emblematiche, a tal proposito le opere della Berto appartenenti al ciclo dei "Giardini", 2002/’04.

Forse sta qui il fascino di certe realizzazioni dell’artista cavarzerana.I condizionamenti del committente, nella realizzazione di moltissime opere che vanno dal quindicesimo al diciottesimo secolo, erano per gli artisti esecutori, altrettante sfide per cercare di evitarli, senza tuttavia poterlo dichiarare. Ecco allora nascere le velature e il gioco della ricerca cromatica nel rosso-tiziano, nel verde-veronese o nei vari giochi di luce lagunari.

Oggi, che sempre più raramente si parla di committenza, i condizionamenti possono essere esplicitamente dichiarati nelle opere, o più semplicemente sottintesi. E gli artisti, da sempre antenne di quel che verrà, nei loro lavori proiettano quello che respirano, quello che percepiscono del mondo, che rimane nella sua globalità il condizionamento principe dell’uomo. Qualcuno fra gli addetti ai lavori, tenta di andare oltre la denuncia del caos e del disorientamento generale, preconizzando un ordine, impossibile da sognare allo stato attuale degli accadimenti coi soli mezzi dati dal nostro inconscio. Questo disorientamento, si sa, inclina all’euforia, oppure alla depressione, e chi è disorientato si sente in crisi. E qui entra in gioco la valenza catartica e curativa del colore. Ben vengano dunque e speriamo si moltiplichino, questi nuovi luoghi del colore.

Lontana dalla lezione, ormai troppo abusata, del grande Maestro veneziano Emilio Vedova, la Berto si rivolge piuttosto a certo astrattismo lirico fiorentino degli anni cinquanta. E qui, ripeto, mancando un riferimento sicuro nel quale "alloggiare" l’artista che espone le sue opere, si tenta di collocarla nelle forme di arte aniconica del russo Larionov, fondatore del raggismo. Si sa che l’osservatore smaliziato ha bisogno delle sue "etichette" per non sentirsi disorientato… Ed etichettando, tanto per "orientare" il visitatore della mostra, si potrebbe arrivare anche al francese Robert Delaunay con il suo coloratissimo ed elegante "Manège de cochons" - "Gioco delle bocce"-.

Assieme alla moglie Sonia creò la corrente che fu poi detta orfismo. Nome dato da Apollinaire per sottolinearne il gioioso lirismo, strutturato da astratte sensazioni cromatiche, in opposizione al formalismo cubista. Se ripenso alle dichiarazioni d’intento di Alessandra Berto, circa la ricerca del proprio eden e la rappresentazione dei simboli religiosi, come espressione metaforica di spiritualità, credo proprio di essere nella giusta strada interpretativa. Secondo l’orfismo, infatti, l’anima, rinchiusa nel corpo come in una prigione, porta il peso di un "crimine originale" (quello dei Titani fulminati da Zeus); essa uscirà da questa prigione, quando si sarà purificata tramite l’ascesi e l’iniziazione ai misteri, essenziale per conoscere l’itinerario spirituale…(nell’arte, immagino).

Quasi mai tuttavia, la buona pittura di provincia, nella sua modestia, sente la necessità di etichette e interpretazioni tergiversate. Nasce così, come un gioco che rilassa, appunto, nel tempo libero. La piacevolezza del viaggio nella pittura è già essa stessa un premio, una gratificazione; non si può pretendere anche l’approdo. Nell’attesa, cedo alla squisita ospitalità delle coiffeurs pour hommes dell’Art Studio Pavanello e mi rilasso, dopo le emozioni della bella mostra, lasciandomi coccolare dalle loro spazzole e pennelli. Antonio Frezzato

Pavanello art studio
Via dei Martiri, 76 - Cavarzere (VE)
Ingresso libero

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