La mostra presenta lavori realizzati negli ultimi 2 anni: una sequenza di 12 olii e tempere su tela dal titolo Cactus elettrici. Sono "forme di libera articolazione geometrizzante", scrive Francesco Poli nel catalogo. Il tutto rimane sospeso in una dimensione enigmatica, allo stesso tempo ironica e di apparentemente fredda oggettivita'.
Cactus elettrici
a cura di Francesco Poli
La mostra, corredata da catalogo e con testo critico di Francesco Poli presenta i lavori recenti dell’artista realizzati negli ultimi due anni. Il nucleo principale della mostra è costituito da una sequenza di 12 opere realizzate ad olio e tempera su tela dal titolo Cactus elettrici che proseguono e approfondiscono la ricerca pittorica dell’artista. Si tratta di un lavoro incentrato da una parte su l'attenzione verso le diverse superfici pittoriche, ora lucide ora opache e dall’altra sul gioco sottile che si instaura nello sviluppo compositivo dato dalla scansione in sequenza delle opere. Ogni sequenza possiede un proprio ritmo, una propria dinamica, segue il filo sottile di un’intuizione visiva. L’incedere su tensioni e dinamiche formali ogni volta specifiche, il ripetersi ricorrente e ossessivo, lo spostarsi continuo della dimensione visiva, provocano all’evocazione di differenti letture seguendo i fili poetici di diverse e parallele suggestioni.
Sono “forme di libera articolazione geometrizzante”, scrive Poli nel catalogo della mostra “nettamente definite sulla superficie delle tele […]”, “[…] ma non si può neanche parlare di lavori che rientrano tout court nella tradizione dell’astrazione geometrica o in quella minimalista, perché si tratta di composizioni in cui si intravedono valenze iconiche anche vagamente pop. In altri termini queste immagini hanno caratteristiche singolari, tali da innescare, per così dire, una tensione di tipo metaforico o simbolico, senza però dar mai soddisfazione in questo senso. Il tutto rimane inesorabilmente sospeso in una dimensione enigmatica, allo stesso tempo ironica e apparentemente di fredda “oggettività”.
Paolo Borrelli nasce a Milano nel 1966. Dopo una formazione artistica si laurea in filosofia con indirizzo estetico all’Università Statale di Milano. La sua ricerca artistica inizia con l’uso di materiali e tecniche diverse tra cui il gesso e la xilografia. Dalla fine degli anni ’90 realizza opere pittoriche su carta (e più recentemente su tela) che affidano al colore, alla forma e al segno, così come alla loro scansione in sequenza la costruzione di un mondo poetico e contemplativo dove l’immagine è filtrata attraverso un continuo recupero visivo della memoria.
Ha esposto in mostre personali e collettive in gallerie private e spazi pubblici. Tra le esposizioni più recenti, la personale “Roads” alla galleria Spaziotemporaneo di Milano curata da Flaminio Gualdoni e “Zig-Zag”, allo spazio Cesare Da Sesto a Sesto Calende con un testo di Gabriele Simongini. Nel 2004 ha partecipato alla XIV Quadriennale di Roma e al 55° Premio Michetti. Nel 2005 al 50° Premio Termoli. Vive e lavora a Milano.
Inaugurazione giovedì 12 aprile ore 18.30
Spaziotemporaneo
via Solferino, 56 Milano
orario: da martedì a sabato 16-19.30