Trasparenti. Esposta una selezione di 20 dipinti eseguiti tra il 2001 e il 2007. L'artista e' segnalato sin dagli anni 60 come esponente della cosiddetta "figurazione esistenziale". A cura di Fabrizio D'Amico.
Trasparenti
a cura di Fabrizio D'Amico
Dopo aver a lungo esposto in Svizzera e in Germania stabilendo un rapporto
privilegiato con la Galerie Carzaniga di Basilea, Gianriccardo Piccoli
torna a esporre in Italia in una mostra personale alla Galleria dello
Scudo a Verona, riunendo una selezione di venti dipinti eseguiti tra il
2001 e il 2007. Segnalato sin dagli anni '60 come esponente della
cosiddetta "figurazione esistenziale" e interprete di un linguaggio che
traeva i suoi modelli dalla tradizione pittorica lombarda e da Ennio
Morlotti in particolare, Piccoli ha proseguito lungo un percorso scandito
da prestigiosi riconoscimenti, come il premio Feltrinelli nel 1984, e da
importanti appuntamenti espositivi: si ricordino la partecipazione alla
Biennale di Venezia nel 1986, nella sezione Aperto 86, e le rassegne
allestite in sedi pubbliche (tra cui le antologiche a Wiesbaden al
Brunnenkolonnaden am Kurhaus nel 1988 e a Monza al Serrone di Villa Reale
nel 1990).
Adieu I del 2001 e Letto di Vincent del 2003 sono ora scelti a introdurre
una serie di opere accomunate da un'insolita leggerezza. I titoli
ribadiscono "questa dimensione a mezzo fra nostalgia e ansia, fra sogno e
ricordo, fra allarme e sperdutezza della ragione: Secretum, Solitudo,
Favola, Butterfly" (F. D'Amico) Concepiti talora come involucri
trasparenti, all'interno dei quali si collocano object-trouvée o reperti
di vita quotidiana, i lavori dimostrano come l'artista abbia elaborato un
linguaggio imperniato sulla ricerca di materiali e tecniche inusuali.
Oltre all'uso tradizionale dell'olio e della tempera, egli ricorre a garze
e acetati; predilige la cera per amalgamare gli inserti cromatici ottenuti
anche mediante l'applicazione di carte colorate o ritagli di tela dipinta.
A colpire è inoltre la dimensione narrativa del quadro suggerita
dall'impiego di oggetti: l'anatroccolo in ceramica in Trappola (2006), le
piccole scarpe dimenticate su una sedia in Trasparente (2006), il gomitolo
di lana in Penelope (2007) o, ancora, la citazione di una barca in Exodus
(2007), simbolo del viaggio nelle sue svariate valenze metaforiche. Si
tratta in molti casi di vedute di interni (Entro o esco del 2005-2006,
Insonnia del 2007) in cui "è solo apparente la volontà di riassumere lo
spazio di una stanza, magari attraverso l'allusione di un quadretto con un
paesaggio, di un graffio sul muro, dell'impronta di un materasso, di una
luce che penetra dall'esterno. Il tema finisce per tradursi in un 'interno
psicologico'" (S. Facchinetti), sempre trasfigurato in visioni di delicata
nostalgia.
La mostra è curata da Fabrizio D'Amico, autore di saggi fondamentali
sull'arte italiana della seconda metà del '900. Nel catalogo edito per
l'occasione, accanto a un suo testo che introduce le opere in mostra,
viene pubblicata una prosa poetica di Dante Isella, autorevole studioso di
letteratura italiana, e un intervento critico di Simone Facchinetti,
conservatore del Museo Adriano Bernareggi di Bergamo, in cui si
ripercorrono i temi che hanno ispirato la ricerca più recente
dell'artista.
Inaugurazione: sabato 14 aprile 2007, ore 19.00
Galleria dello Scudo - Arte Moderna e Contemporanea
via Scudo di Francia 2 - Verona
orario: 10.00 - 13.00 / 15.30 - 19.30. chiusura: domenica
ingresso libero