Il fotografo ha visitato ed immortalato le lande di Chernobyl, i silenzi fragorosi, rotti dal vento che fa sbattere le cose fra loro. Le immagini emanano una sensazione di angoscia impotente.
I silenzi di Chernobyl
Il progetto fotografico I silenzi di Chernobyl approda a Reggio Emilia, dal 14 aprile al 13 maggio sarà possibile ammirare le immagini del fotografo Erik Messori presso il centro culturale LA GABELLA in via Roma 68, aperta tutti i giorni 9.30 -15.30 al pomeriggio con le iniziative del centro. L’ inaugurazione sabato 14 aprile alle ore 18.30 con aperitivo. Ingresso Libero.
Le immagini di questa mostra, opera di Erik Messori, reporter reggiano abituato a scenari di guerra, che ha visitato le lande di Chernobyl, trasudano di silenzi fragorosi, rotti dal vento che fa sbattere le cose fra loro; esse emanano una sensazione di angoscia impotente, di fronte a tanto incontrollato manifestarsi delle forze naturali che, provocate e non controllate, hanno sprigionato la loro potenza e la loro mortale attività libera ha causato “il Disastro di Chernobyl”.
In questo ventesimo anno da quel infausto 1986 le opere di Messori ci stanno a significare quanto siamo piccoli ed impotenti di fronte a simili eventi; sono lì a ricordarci di non dimenticare, perché ancora per molte generazioni dovremo avere a che fare con le conseguenze di questo disastro, inconsapevoli protagonisti di mutazioni, malattie nuove, o vecchie ma più gravi, causate dalla radioattività.
Ora quei posti sono terra di nessuno, presidiata da forze militari, restie a fare circolare persone, che comunque cominciano e non da ora a riabituare quelle terre. Sono vecchi che “voglio morire dove sono nato”, giovani donne e bambini, sfollati da aree di guerra, Ceceni, Inguscezi, Azeri, che “piuttosto di morire con una pallottola in testa, se devo morire è meglio che lo faccia qui dove mi dicono che l’aria è contaminata la terra e l’acqua anche….ma almeno non sparano”…..
Giornali abbandonati che riportano quella data infausta, unico testo leggibile per noi occidentali, di quelle parole stampate nella lingua di quei posti…un elmetto da cantiere abbandonato sul davanzale di una casa, ruggine, e croste dappertutto…. E gli occhi di quei fantasmi, abitanti sconosciuti di un mondo che non li sa vivi, occhi che non vedono lontano, ed in cui non vedi futuro; e ti chiedi e gli chiedi “cosa fate qui?”… “vivo e mi basta, il resto non lo vedo, quindi come faccio a temerlo?”
Quello che viene proposto è una raccolta di immagini toccanti dove emerge tutta la tragicità della pesante eredità dell' incidente di Chernobyl. Sembra che tutta la tragedia si svolge e continua a svolgersi in un contesto senza rumore alcuno. La testimonianza di Erik Messori vuole sottolineare questo aspetto, ''...in quel posto maledetto, tutto sembra cancellato anche la più debole speranza di un futuro normale e la cosa più inquietante è che tutto questo si svolge in silenzio...sembra di essere in un girone dell' inferno...'' questa è una sintesi della sua esperienza dopo aver trascorso quindici giorni in quel inferno terreno. In questo teatro non si combatte contro un nemico visibile ed un pericolo palpabile, ma si condivide il quotidiano con il più terribile dei nemici, un nemico che ti può ferire, ma non sai quando e in che modo, che ti può uccidere, ma non sai in quanto tempo, è una guerra impari da cui si può solo uscire sconfitti.
Inaugurazione: sabato 14 aprile alle ore 18.30
La Gabella
Via Roma, 68 - Reggio Emilia
Orario: tutti i giorni 9.30 -15.30
Ingresso libero