OPG di Aversa, Prigione dell'Identita'. Il progetto dell'artista tenta di rendere visibile la condizione paradossale dei reclusi negli ospedali psichiatrici giudiziari, utilizzando quello di Aversa come loro simbolo universale. In mostra una serie di fotografie.
OPG di Aversa, Prigione dell’Identità
Il progetto di Marta Sarlo, duro e coraggioso, tenta di rendere
visibile la condizione paradossale dei reclusi negli ospedali
psichiatrico giudiziari, utilizzando quello di Aversa come loro simbolo
universale. La negazione dell’identità tipica della reclusione si
intreccia e si complica con la devianza identitaria della malattia
mentale. Gli OPG sono gli unici fossili viventi dell’assetto
psicoterapeutico precedente alla legge Basaglia che eliminò i manicomi
nel 1978. La condizione umana che si vive al loro interno è forse oggi
la più complessa ed estrema del nostro mondo occidentale, all’apparenza
civile e ordinato, ma in realtà egoisticamente individualista e
piattamente conformista.
Questo réportage – contrastato, biancoenero,
granuloso – non è che il più giovane esponente di una famiglia
nobilissima di fotografie grondanti umanità e senso del sociale, nate
dal sapere dell’occhio, dalla paziente attesa e dal riconoscimento del
colpo d’occhio più significativo, dalla selezione e dalla
concatenazione narrativa e poetica. Il soggetto di questo servizio è,
in fondo, l’oblio di sé dei reclusi e la loro doppia, contemporanea
separazione dal mondo civile a causa di devianze in totale contrasto
con la cosiddetta normalità, sia dei giusti che dei savii.
Vernissage Martedì 17 Aprile 2007 ore 19:00
Scuola Romana di Fotografia
Via degli Ausoni, 7/a - Roma
Ingresso libero