Zaccaron propone il ritratto di un Nepal dove la gente e' stanca di violenze e di ingiustizie. Rappresentando di luoghi non piu' impiegati a scopi militari, Guizzo indaga le modificazioni i cambiamenti del territorio alla fine di un'epoca.
Marta Zaccaron
Portrait of Nepal
La storia recente del Nepal è caratterizzata dalla guerra civile tra il partito Comunista maoista nepalese (CPN-M) ed il Governo Centrale.
Nello scorso aprile, 19 giorni di movimenti popolari hanno avuto gli effetti di una rivoluzione. Dopo violenti e vari tentativi di repressione, il re ha dovuto rinunciare al potere assoluto, ed ha riaperto il parlamento. I guerriglieri maoisti hanno dichiarato nel frattempo un cessate il fuoco e la disponibilità ad intavolare delle trattative con l'esecutivo.
Tutto questo in un paese ormai in ginocchio a causa della guerra civile ma non solo: mancano infrastrutture di ogni tipo, l'assistenza sanitaria è quasi interamente delegata alle organizzazioni internazionali, e la scolarizzazione è quasi inaccessibile ai più. Per non parlare poi del lavoro minorile: si stima che siano circa 2,6 milioni i bambini lavoratori, su una popolazione di 23 milioni.
La gente è stanca di violenze e di ingiustizie, l'alta sopportazione del popolo ha già raggiunto un livello di collasso, ma una vera soluzione politica pare ancora lontana.
Marta Zaccaron
Dopo studi di carattere linguistico e una laurea in Ingegneria mi sono interessata alla fotografia dal 2001, frequentando numerosi corsi in Italia e all'estero e partecipando a varie rassegne.
Ho collaborato con l'Agenzia Fotografica Graffiti Press di Roma e pubblicato con la stessa il libro "Children of the Holy Land".
Ho realizzato vari reportage fotografici in Birmania, Palestina, Libano, Marocco, Guatemala e Nepal.
Dopo uno stage presso l'agenzia Associated Press, attualmente collaboro con l'agenzia fotografica Lapresse.
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Cristian Guizzo
I luoghi della difesa
Il crollo del muro di Berlino ha rappresentato la fine di un'epoca di contrapposizione tra il mondo occidentale ed il blocco comunista. I Paesi membri della NATO, ed in particolare quelli come l'Italia collocati lungo il confine tra i due blocchi, hanno giocato un ruolo fondamentale nella sorveglianza del limite: per questo motivo un gran numero di infrastrutture militari era collocato nel Triveneto.
La fine della guerra fredda ed il termine della leva obbligatoria hanno posto fine alla necessità di molte strutture militari collocate lungo il confine con l'Europa dell'Est, comportando un eccesso di luoghi dedicati alla difesa, che sono stati chiusi, ceduti o sono in attesa di essere venduti.
Il lavoro di Cristian Guizzo, avviato nel 2005 e tuttora in corso (con l'autorizzazione dello Stato Maggiore Esercito), attraverso la rappresentazione dei luoghi non più impiegati secondo le funzioni per cui erano stati progettati ed oggi chiusi, in fase di ristrutturazione, riconversione o di prossima demolizione, intende indagare dall'interno le modificazioni della geografia del territorio e della società che si presentano alla fine di un'epoca.
Cristian Guizzo è nato a Treviso nel 1971.
Ha studiato a Milano, Edimburgo e Venezia, dove si è laureato in architettura.
Ha iniziato a fotografare negli anni '90, frequentando corsi e laboratori condotti da Italo Zannier, Guido Guidi e Marco Zanta.
Da qualche anno sta portando avanti il progetto "No longer, but not yet" che indaga situazioni caratterizzate da condizioni di equilibrio instabile, in cui le strutture non hanno più la loro funzione originaria ma non hanno ancora assunto una nuova configurazione.
Vive e lavora a Treviso.
Nell'ambito di Fotografia Festival Internazionale di Roma 2007
Makenoise Associazione Culturale
Via Assisi, 113 Roma
Orari: Lunedì - Martedì, Giovedì - Venerdì dalle 19.00 alle 01.00; Sabato dalle 16.00 alle 01.00; Domenica dalle 11.00 alle 19.00
Ingresso libero