Palazzo Bonacossi
Ferrara
via Cisterna del Follo, 5 (Municipio di Ferrara)
0532 244949
WEB
Elisa Leonini, Silvia Sartori e Matteo Sacchi
dal 20/4/2007 al 30/6/2007

Segnalato da

Leonardo Punginelli




 
calendario eventi  :: 




20/4/2007

Elisa Leonini, Silvia Sartori e Matteo Sacchi

Palazzo Bonacossi, Ferrara

Le sculture ambientali dei tre artisti si confrontano con le opere della collezione del cardinale Giovanni Maria Riminaldi. Nell'ambito della manifestazione nazionale Gemine Muse.


comunicato stampa

Gemine Muse a Palazzo Bonacossi

Dal 21 aprile al 1 luglio 2007 si svolgerà la quinta edizione di Gemine Muse, promossa da GAI – Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani e CIDAC – Associazione tra le Città d’Arte e Cultura, in collaborazione con DARC – Direzione Generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanee del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

La manifestazione ha l’obiettivo di promuovere i giovani artisti, e le loro migliori espressioni creative, attraverso un contatto con i “colleghi” del passato, e di valorizzare il patrimonio storico e artistico italiano.
Quest’anno, la tradizionale formula di Gemine Muse si rinnova: alle mostre di opere contemporanee, ispirate ai capolavori museali, si affianca un variegato “cartellone” di iniziative che spazia dalle arti visive alla musica, dal design al teatro, alla danza. Una rassegna di eventi artistici che animeranno, per tre mesi circa, le 24 città italiane, che aderiscono all’iniziativa, per un totale di 140 artisti e 42 critici d’arte.

Per il Comune di Ferrara il luogo individuato per l’edizione 2007 di Gemine Muse è Palazzo Bonacossi, dove attualmente è ospitata la Collezione Riminaldi. Le collezioni del cardinale Giovanni Maria Riminaldi, temporaneamente allestite a Palazzo Bonacossi, testimoniano l’idea di museo coltivata dall’alto prelato e la sua squisita erudizione, formatasi nel clima culturale “illuminato” della Roma di metà Settecento. Parallelamente alla Riforma dell’Università, cui diede avvio nel 1771, egli curò la rifondazione del Museo, con l’allestimento in nuovi ambienti della collezione da lui riunita nel corso di una vita e donata alla città. Proveniente nella stragrande maggioranza dai depositi dei Musei d’Arte Antica del Comune di Ferrara, tale raccolta comprende manufatti e opere d’arte di varia natura: dipinti, statue e busti marmorei, bronzetti, iscrizioni funerarie, mosaici, tavolini, litoteche e altro ancora.

Gli artisti individuati per questa edizione della manifestazione sono Matteo Sacchi, che presenta l’opera ricerca dell’individuo nella sua singolarità (2003) e il duo Elisa Leonini e Silvia Sartori che presenta l’opera Mirrors (2007). Per quel che riguarda l’opera di Sacchi, la scultura ambientale, realizzata con materiali simili a quelli delle opere esposte della Collezione Riminaldi (gesso, scagliola, polvere di marmo), intende creare un intreccio visivo e poetico tra i lavori presenti e l’installazione stessa. Un uovo sospeso al centro della stanza, simbolo della nascita nonché della vita stessa, circondato da busti, dipinti e bronzi dorati. La vita passata-presente-futura che si pone dinnanzi a noi ci riporta ad una ”memoria” collettiva che appare non come un limite o un qualcosa su cui adagiarci ma un mezzo attraverso il quale l’individuo o meglio una collettività di individui conservano la propria identità.

Tante lingue “individui”, tutte all’apparenza uguali ma ognuna dotata di una propria identità, che convivono con opere del passato in una simbiosi di pensiero ed estetica. Queste lingue sono tese in un vortice di pensieri e parole alla perenne ricerca della perfezione, dell’immortalità e della protezione che l’uovo simbolo della nascita darà fino al momento della sua schiusa. La fruibilità dell’opera, la possibilità di muoversi all’interno di essa è punto fondamentale della vita dell’opera stessa. Nel caso dell’opera di Elisa Leonini e Silvia Sartori, le artiste sono partite dal mito di Diana cacciatrice, raffigurata in una statuetta bronzea della Collezione Riminaldi. Le antiche leggende narrano, riguardo a questo mito, di una giovane vergine cacciatrice che amava aggirarsi per i luoghi più distanti e isolati da quelli abitati dalla stirpe degli umani; nella fierezza del suo aspetto si confondevano la grazia femminea del corpo e la durezza mascolina dello sguardo.

Diana cacciatrice, in quanto Dea della Luna, quindi triforme per natura, ci mostra vari aspetti di sé.
Nella rilettura del mito in chiave contemporanea di Elisa Leonini e Silvia Sartori, in una stanza “occupata” da molti specchi il bronzo della Divinità - Diana - si riflette mostrando vari aspetti della sua identità.
Cosa accade al sé quando viene frammentato dagli “altri” sé che lo costituiscono?
Lo spettatore riflette sulla sua immagine parziale in attesa di una riappropriazione identitaria.

Palazzo Bonacossi
Via Cisterna del Follo, 5 - Ferrara
Ingresso libero

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